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lunedì 2 dicembre 2013

L’OPINIONE - Fabio Turrà: «Lo Juventus Stadium rischia una ulteriore squalifica»


L’incontro di calcio delle 18,30 di ieri sera tra la Juventus e l’Udinese doveva svolgersi con le cosiddette “curve” chiuse, la Nord e la Sud, dopo la squalifica dei due settori da parte del giudice sportivo Tosel, all'indomani della sfida casalinga della Juve con il Napoli, durante la quale i tifosi bianconeri avevano intonato cori di discriminazione territoriale contro i napoletani.

Bisogna considerare che tale sanzione era stata già comminata per gli ingiustificati cori contro i napoletani, in occasione di Juventus-Genoa, ma la sanzione era stata sospesa di un anno a patto che non venisse reiterata durante questo periodo: in caso contrario, la nuova sanzione si sarebbe sommata alla precedente.
Era stato evidenziato che intonare più volte quei cori "integra inequivocabilmente, senza la necessità di ulteriori approfondimenti, gli estremi del comportamento discriminatorio per origine territoriale, rilevante ai fini sanzionatori per dimensione e percettibilità".
La sanzione della chiusura dello stadio, o di suoi settori, è un’applicazione della opinabile (a mio modesto avviso deprecabile) regola della responsabilità oggettiva e risulta essere oltremodo odiosa per tutti quei tifosi ed appassionati che non partecipano ai cori o ad altri atti vietati dai regolamenti, ma soprattutto ai presidenti delle società, che vedono diminuire i loro incassi “da stadio” malgrado ogni loro sforzo di arginare il problema, tra l’altro mediante avvisi preventivi alla gara e/o durante lo svolgimento della stessa.
La sanzione della chiusura dello stadio, o di suoi settori ha però anche l’effetto di rendere silenzioso lo stadio, dunque privo dell’incitamento dei propri sostenitori e ciò può rivelarsi molto importante per le squadre che giocano in alcuni stadi “caldi”, dove il fattore “campo” ha la sua notevole importanza.
La Juventus, con un po’ di furbizia, ha tentato di ovviare a questo aspetto che avrebbe potuto rendere meno aggressiva la propria squadra, senza la forza di incitamento del proprio tifo, riempendo i settori squalificati con tanti bambini minori di 13 anni (pare che siano stati un numero compreso tra 12.000 e 14.000): ebbene, ciò che si è verificato ha dell’incredibile! Gli “innocenti” bambini intervenuti, ad ogni rinvio del portiere dell'Udinese Brkic, intonavano il coro "m…" e non sono mancati pesanti insulti all'arbitro ed ancora una volta, guarda caso, “noi non siamo napoletani”.
Di tanto si sono accorti non solo, in diretta nel corso della telecronaca su Sky Sport 1 di Juventus-Udinese, il cronista Maurizio Compagnoni e l'opinionista e commentatore Giancarlo Marocchi, che hanno detto: "Crescono bene sin da piccoli i tifosi bianconeri", ma anche coloro che hanno commentato ieri sera i servizi mandati in onda sulle varie reti pubbliche.
Dunque un po’ tutti si sono accorti della inadeguatezza dei cori e del deprecabile atteggiamenti dei piccoli “tifosi”, ma se ne accorgerà anche il Giudice Sportivo? Potrà squalificare nuovamente i settori incriminati? Credo proprio che dovrebbe farlo, visto che è stata proprio la società Juventus ad ideare l’iniziativa a proprio vantaggio, come sopra evidenziato, chiedendo l’autorizzazione all’osservatorio del Viminale ed ottenendo parere favorevole dalla Figc ed anche dalla Lega Calcio, tanto da far anticipare la gara con l'Udinese, prevista per le 20,45, alle 18,30. Dunque, stando al regolamento, dovrebbe essere ancora la Juventus a rispondere – per responsabilità oggettiva – dell’operato dei propri sostenitori, seppur ancora in erba.
Fabio Turrà
Avvocato, esperto di diritto sportivo

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il pallone in confusione

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