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martedì 21 ottobre 2008

Analogie e dimenticanze sulle cifre del Napoli Basket

Dedicato a chi utilizza le fonti, ma non le cita

"il pallone in confusione" ringrazia le testate internet che hanno ripreso l’articolo sui conti in rosso del Napoli Basket, pubblicato lo scorso giovedì 9 ottobre alle ore 17.26. Esse sono: http://www.tuttonapoli.net/, http://www.liquida.it/, http://www.wikio.it/, http://www.azzurroservice.net/, http://www.basketnaples.com/. Si ringraziano anche i forum dei tifosi dal Napoli Basket http://www.basketime.it/ e quello dei sostenitori dell’Olimpia Milano http://www.forumolimpia.it/ Tutti i siti hanno ripreso il pezzo nello stesso giorno della sua uscita. Un sentito ringraziamento anche a Radio Marte (http://www.radiomarte.it/), che ha ospitato proprio nel tardo pomeriggio di giovedì 9 ottobre in collegamento telefonico il direttore di questa piccola, ma molto seguita e apprezzata testata quotidiana registrata al Tribunale di Milano.
Ma un ringraziamento particolare va a un nostro lettore affezionato di Napoli, che ci ha segnalato le analogie riscontrate in un articolo pubblicato sabato 11 ottobre, ossia due giorni dopo la messa in rete del testo su "il pallone in confusione", sul quotidiano "Cronache di Napoli" intitolato "Napoli, un crack da 4 milioni di euro" e firmato da Marcello Altamura. In esso abbiamo notato che esistono ben 9 similitudini riguardanti cifre, il cui arrotondamento alla virgola è pressoché identico a quello del nostro articolo; come ad esempio i 5,33 milioni di debiti complessivi, e in percentuali di incremento, come il 112% dei debiti tributari. Inoltre, si nota che è stato citato il bilancio 2007 del Napoli, ma non la Camera di Commercio presso cui è depositato e consultabile: essa è la fonte principale presso cui reperire un documento pubblico come il rendiconto contabile societario. Il tutto è contenuto in un articolo che, casualmente, è stato pubblicato neppure due giorni dopo: come si ricordava all’inizio, il nostro testo è stato messo in rete alle 17.26.
Probabilmente c’è stata una telepatia mentale tra noi e l’estensore dell’articolo del quotidiano napoletano. O forse egli è stato colto un attacco di amnesia che gli ha impedito di citare le fonti e ha dimenticato l’uscita dell’articolo sullo stesso argomento avvenuta nemmeno due giorni prima. Ma forse, come nella "lectura Dantis" (ossia nell’esegesi della Divina Commedia) esistono più tipi di interpretazione della stessa materia. E sempre probabilmente, egli ha voluto fare come il grande poeta partenopeo Giovan Battista Marino che si vantava di saper leggere le opere altrui "con il rampino", sapendo cogliere il meglio.
Sono ancora lusingato per la segnalazione del lettore: una testimonianza, tra le tante che pervengono a "il pallone in confusione", dell’ottimo rapporto esistente tra questa piccola testata e il suo pubblico. Testata che è registrata al Tribunale di Milano con il numero 541: non è dunque un semplice blog e tutti gli articoli in esso contenuti vanno doverosamente citati con l’indicazione della nostra testata. Non a caso, questo dovere è stato richiamato nella homepage e alla fine di tutti i testi.
Ad uso dei lettori si pone una lettura sinottica dell’articolo de "il pallone in confusione" e quello di "Cronache di Napoli" e ne potranno trarne le proprie conseguenze. Abbiamo indicato con in parentesi le nove parti in cui vi sono le analogie.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)


GIOVEDÌ 9 OTTOBRE 2008
Esclusivo/I conti 2007 del Napoli Basket: rosso di 4,16 milioni

Le vittorie del 2006 sono costate care alla società: la perdita si era incrementata del 60% sul 2006(1), ma il presidente Maione l’aveva ripianata. Sui conti hanno pesato i 5,33 milioni di debiti(2) più che raddoppiati: tra essi spiccano 606mila euro dovuti al fisco(4) e 580mila verso enti previdenziali(6)

Domenica prossima il campionato di serie A di pallacanestro partirà senza il Napoli Basket, protagonista indiscussa degli ultimi anni. La società versava in grave difficoltà economica: risultato negativo di esercizio per 4,16 milioni di euro con debiti a 5,33 milioni(2). E’ questa la fotografia, scattata dall’analisi compiuta da "il pallone in confusione", dell’ultimo bilancio 2006/07(3) disponibile in Camera di Commercio della società posseduta (tramite la Meda Invest che ne esercita la direzione e il coordinamento) e presieduta da Mario Maione, di recente esclusa dal massimo campionato per una serie di inadempienze. Esauriti i gradi della giustizia sportiva, al Napoli non resta che il ricorso al Tar per provare le proprie ragioni ed essere riammesso.
L’analisi è svolta sulle sole cifre: non entra quindi nel merito delle disposizioni dei regolamenti Fip sull’ammissione ai campionati, che cambiano ogni anno. Il risultato finale in rosso della stagione in cui la squadra azzurra ha partecipato all’Eurolega è stato superiore di circa il 60% su quello registrato al 30 giugno 2006 (2,6 milioni)(1). La società, stando alla relazione del collegio sindacale, si è quindi trovata nelle "condizioni di cui all’art. 2482 ter" del codice civile, ossia con la perdita di un terzo del capitale diminuito al disotto del minimo legale. Il patrimonio netto (ossia i mezzi propri) era infatti negativo per oltre 319mila euro. Esso è stato ripianato nell’assemblea del 29 ottobre di un anno fa. Nel verbale dell’assise sociale si legge che il risultato negativo è stato coperto "mediante l’utilizzo totale dell’apposito fondo copertura perdite ammontante, al 30 06 2007 ad euro 3.591.050 e, per la differenza pari ad euro 569.222, mediante l’utilizzo parziale del versamenti effettuati successivamente al 30 06 2007". Nella relazione sulla gestione il consiglio di amministrazione evidenziava che dopo il 30 giugno 2007 "sono stati effettuati dai soci versamenti in conto copertura perdite per un totale di euro 601.830". Dunque la Meda Invest di Maione ha provveduto sicuramente nei mesi successivi alla chiusura del bilancio a sostenere il Napoli Basket. Forse questi mezzi non sono bastati purtroppo a reggere la dissanguante competizione con i big del canestro italiano e continentale: un aspetto che fa rassomigliare sempre più il basket al calcio, dove solo chi ha un gruppo alle spalle capace di investire in continuazione cifre esorbitanti può permettersi di gareggiare senza problemi ad alti livelli. Insomma, una preoccupante "selezione darwiniana", che genererà altre esclusioni eccellenti: già negli anni scorsi ne furono vittime due club gloriosi, la Virtus Bologna e la Scavolini Vittoria Pesaro.
All’origine delle difficoltà c’è innanzitutto un forte squilibrio tra i debiti (aumentati del 113% rispetto ai precedenti 2,5 milioni) e i crediti (ammontanti a 2,68 milioni) pari a oltre 2,65 milioni. Nello stato passivo emerge l’enorme incremento del 112% dei debiti tributari(5) (pari a 606mila euro(4)) in gran parte costituiti da ritenute alla fonte. Nella nota integrativa, la società spiega di aver prudenzialmente approntato un fondo rischi per 680mila euro "quale accantonamento per mancati e insufficienti versamenti di imposte, ritenute alla fonte e contributi". Si nota inoltre l’esplosione delle somme dovute verso le banche, attestatesi a 2,06 milioni contro i precedenti 248mila euro: esse comprendevano 363mila euro per scoperti di conto corrente e debiti per mutui di 1,7 milioni. Quest’ultima somma, contratta con la Banca Popolare di Ancona, è stata estinta in anticipo dal socio Maifin – Gruppo industriale Maione. Invece risultavano in calo del 26,15% i debiti verso gli istituti di previdenza (580mila euro)(6), che sono stati oggetto del contendere davanti alla giustizia sportiva sino alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. L’Enpals era il maggiore creditore con 519mila euro.
Passando ai crediti, è evidenziata la cifra di 1,9 milioni "per fatture emesse". Probabilmente questa somma potrebbe essere la principale componente degli 1,83 milioni sostenuti, si legge nella nota integrativa, per le "migliorie su beni in fitto apportate al fine di adeguare il palazzetto dello sport alle norme dell’Eurolega"(9). E che probabilmente dovevano essere restituiti alla società dal Comune di Napoli. Quest’ultimo era debitore verso il Napoli Basket di 48mila euro "per rivalsa spese palazzotto" e altri 52mila euro "per contributi". Molto consistenti le disponibilità liquide, costituite in prevalenza da depositi bancari e postali per 1,27 milioni.
Il conto economico presenta ricavi per 3,76 milioni(8) e costi per 7,7 milioni: lo squilibrio è di 3,94 milioni. Nel valore della produzione (+25%) spiccano 651mila euro per abbonamenti e 278mila per vendita biglietti. Consistente l’introito da sponsorizzazioni, pari a 1,87 milioni: i ricavi Lega ed Eurolega sono ammontati ad appena 416mila euro. Curiosamente manca una voce esplicita riguardo alle entrate dai diritti televisivi criptati, ossia dalle riprese delle partite casalinghe effettuate da Sky.
Riguardo ai costi spiccano i 4,9 milioni pagati al personale, in aumento del 98%(7) e pari al 64% del totale complessivo delle uscite: un aumento vertiginoso probabilmente dovuto al raggiungimento dell’obiettivo della qualificazione in Eurolega, alla seminale dei play off scudetto, e alla conquista della Coppa Italia. Vittorie costate molto ai conti societari. Hanno inciso sull’11% del totale dei costi la pur ragguardevole cifra di 831mila euro in commissioni versate agli agenti sportivi. I fitti e locazioni varie, in cui sono probabilmente inclusi anche quelli del Palabarbuto, hanno raggiunto i 369mila euro: le spese per la gestione del palazzetto sono state pari a 81mila euro.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)
Pubblicato da marco liguori a 17:26 0 commenti
Etichette: basket, i conti del basket, napoli basket


CRONACHE DI NAPOLI
SABATO 11 OTTOBRE 2008
Nel bilancio 2007 del sodalizio azzurro 5,33 milioni di debiti(2), più di un quinto con fisco ed enti previdenziali

Napoli, un crac da 4 milioni di euro

Perdite incrementate del 60% rispetto al 2006(1): pesano gli ingaggi "pesanti" di squadra e staff

Marcello Altamura
NAPOLI - Alla storia in nero manca solo l'ultimo capitolo, ma è solo una questione di forma. Il finale della storia, per il Napoli Basket di Mario Maione, è già scritto da tempo: dopo l'esclusione dalla A, il club corre veloce verso il fallimento, epilogo scontato di un'estate da brividi per il basket cittadino. Una favola nera e senza lieto fine che parte da lontano, una ferita che si è incacrenita, infettata da mali nuovi e antichi: gli affari del patron e la sua voglia-necessità di comparire sempre e comunque, le spese senza criterio, i contratti reali e quelli ombra. In mezzo, il pasticcio del PalaBarbuto, adeguato all'Eurolega da Maione ma concesso dal Comune in gestione al patron solo per manifestazioni sportive. Un guazzabuglio di errori e sotterfuggi che quest'estate è arrivato fatalmente alla fine.
CONTI IN ROSSO II malessere, però, è antico. Per rendersene conto basta guardare il bilancio 2007 del Napoli Basket(3). A chiusura, i debiti ammontano 5,33 milioni con un negativo di esercizio di 4,16 milioni(2) che rappresenta poi il passivo 'reale' del club di Maione. E il punto è proprio questo: questo fardello, il Napoli Basket se l'è portato sulle spalle anche nella scorsa sciagurata stagione, arrivando a quest'ultime travagliata estate con un passivo di 4 milioni di euro, diventato poi poco più della metà a giugno, quando Maione, per iscrivere la squadra al campionato, ha dovuto metter mano alla tasca.
FISCO II problema, però, è che quel passivo aveva un 'destinatario' preciso: oltre 1 milione, dunque più di un quinto del passivo, era rappresentato da pendenze nei confronti del fisco(4) e degli enti previdenziali(6), rispettivamente 606mila(4) e 580mila euro(6). Pendenze che, a differenza del passivo di esercizio, non sono mai state sanate, portando così alla follia delle false documentazioni Enpals scoperte dalla Comtec e che hanno determinato l'esclusione del Napoli Basket da parte del Consiglio federale. Un 'buco nero' debitorio nei confronti dell'erario cresciuto del 112%(5) rispetto al 2006.
EUROPA All'origine del tracollo finanziario del club azzurro c'è soprattutto la gestione economica della stagione 2006-2007, quella, per esser chiari, dell'Eurolega. Per affrontarla, il club raddoppia del 98% la spesa per gli stipendi al personale(7), quindi squadra ma anche staff dirigenziale. Uno squilibrio di 3,9 milioni di euro che fa incrementare, rispetto al bilancio 2006, del 60% il monte debitorio, che al 30 giugno di quell'anno era di 2,6 milioni(1). E non basta mettere a bilancio 3,76 milioni di ricavi(8), frutto soprattutto di abbonamenti e biglietti venduti. Il club accusa il colpo e non a caso proprio nel 2007 iniziano gli scioperi dei giocatori (qualcuno ricorda i reiterati mal di schiena di Sesay o le bizze di Trepagnier?) e la navicella azzurra imbarca pericolosamente acqua.
PALAZZO II colpo di grazia, però, è dato dalla questione PalaBarbuto. Maione lo adegua di tasca sua all'Eurolega, contranedo un credito di 1,83 milioni di euro con il Comune(9), che in cambio gli dà una gestione "monca" dell'impianto.

martedì 25 marzo 2008

Per copia conforme

Ovvero come appropriarsi del lavoro altrui e vivere felici...

Domenica 23 marzo ho letto sulla rassegna stampa del Comune di Torinohttp://rassegnastampa.comune.torino.it/orazionet/main.aspx?CodCli=2&cliente=COMUNE%20TORINO&CodiceLogin=2 
un articolo, siglato M. S., del quotidiano Tuttosport intitolato "La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar". E' una copia evidente del mio articolo pubblicato il giorno prima "Lo stadio della Juventus rischia lo stop del Tar". In esso sono riportate a firma dell'articolista una serie di dichiarazioni rilasciate in esclusiva a me e al mio quotidiano Liberomercato dal sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari, a proposito del tentativo di accordo tra la sua amministrazione e la Juventus. Addirittura c'è l'indicazione della distanza tra il centro commerciale dello stadio delle Alpi e quello di Venaria (90 metri) che avevo scritto nel mio pezzo. Un vero esempio di "giornalismo" che non ha avuto neanche il coraggio di firmare per esteso: complimenti!!! Non si capisce cosa costava citare Liberomercato: forse avevano timore che citare costa...
Questo fenomeno degli "amanuensi" è una piaga che si sta ripetendo troppo spesso: l'Ordine di giornalisti dovrebbe debellarla definitivamente. Come si può leggere in questo blog alla voce "avviso a quelli che copiano i miei articoli senza citare", già nello scorso ottobre un mio articolo sugli orologi di Moggi fu copiato da diversi quotidiani come "Il Sole 24 Ore", La Stampa" e la "Gazzetta dello Sport". Episodio censurato dal mio direttore Oscar Giannino.
In attesa di eventuali decisioni in merito da parte dell'editore di Liberomercato, pubblico in questo post l'articolo di Tuttosport e il mio in modo da chiarire meglio ai lettori cosa voglia dire copiare il lavoro altrui.

Tuttosport 23 marzo 2008
Il club vende la sua quota di Semana
La Juve tratta per evitare una disputa-stadio al Tar
TORINO Prima di avviare la costruzione del nuovo Delle Alpi la Juventus spera di risolvere i contenziosi amministrativi che gravano sull'area attorno all'impianto. E' di qualche anno fa, infatti, il ricorso del Comune di Venaria, centro limitrofo a Torino e confinante con lo stadio, per impedire l'attivazione dei due centri commerciali che dovrebbero sorgere nell'area della Continassa, a 90 metri da un altro ipermercato situato nel territorio di Venaria. Lo stesso comune ha poi impugnato l'approvazione della variente al Pec (Piano esecutivo convenzionato) legata al Delle Alpi. Entrambe le controversie sono state trasferite al Tar. In attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo, i cui tempi sono decisamente lunghi, la Juventus sta cercando di trovare un accordo con il Comune di Venaria. Il club di Corso Galileo Ferraris sarebbe disposto a accollarsi i costi indotti, come quelli della raccolta rifiuti, pagandoli di fatto sia al Comune di Torino sia a quello di Venaria.
DISMISSIONE Dopo aver ceduto a ottobre la Campi di Vinovo, il 4 marzo il club bianconero ha perfezionato la vendita della sua quota (il 30 per cento del capitale sociale) della Semana, società i gestione e manutenzione di impianti e immobili, quali lo Stadio delle Alpi, l'Olimpico, il centro sportivo di Vinovo, il Golf Club del parco La Mandria (di cui è presidente Allegra Agnelli, vedova di Umberto). La Juventus ha incassato 100mila euro, con una plusvalenza di 70mila, dalla Ese, già detentrice del 70 per cento della Semana, e in mano alle due fiduciarie (Nomenfid e Simonfid) della famiglia Grande Stevens. Con queste dismissioni la Juventus non ha più compartecipazioni in altre società: la volontà del club è quella di concentrarsi solo sull'aspetto sportivo e sullo stadio.


Liberomercato 22 marzo 2008

Ostacoli al piano bianconero

Lo stadio della Juventus
rischia lo stop del Tar


Ricorso del comune di Venaria Reale contro l’impianto:
non si può realizzare, a 90 metri c’è un centro commerciale


Marco Liguori
Lo Stadio delle Alpi torna sotto i riflettori. Nell’ultima semestrale della Juventus si legge infatti che la società ha venduto il 4 marzo scorso per 100mila euro (con plusvalenza di 70mila) la propria quota del 30% nella Semana, società di “guardiania e conservazione” dell’impianto torinese, alla Ese, già detentrice del 70%. Inoltre, il progetto dello Stadio delle Alpi da 105 milioni annunciato martedì scorso dalla Juventus (su cui ha il diritto di superficie) è a rischio. Secondo quanto ricostruito da Liberomercato è tuttora pendente un contenzioso amministrativo presso il Tar Piemonte iniziato nel maggio del 2006 dal Comune di Venaria Reale, il cui confine territoriale è prospiciente all’impianto sito nella periferia a nord di Torino. Stando al prospetto dell’aumento di capitale del maggio 2007 della società bianconera quotata a Piazza Affari, la città della celebre reggia ha promosso un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la Juve, la Regione Piemonte (che stando alla voce “sponsor” del sito internet del club della Famiglia Agnelli è un suo “official supplier”), la Provincia e il Comune di Torino (“commercial partner” della Juve) “per ottenere l’annullamento, previa sospensione, dei provvedimenti del 22 dicembre 2005 con i quali la conferenza dei servizi aveva accolto la richiesta di autorizzazione per l’attivazione di un centro commerciale classico e di un centro commerciale sequenziale e delle relative autorizzazioni commerciali rilasciate dal Comune di Torino”. Il Comune di Venaria, guidato dal centrosinistra, ha anche promosso un secondo ricorso con cui “ha impugnato – si legge sempre nel prospetto – con istanza di sospensione, la deliberazione n.132 dell’11 aprile 2006 di approvazione della variante al piano esecutivo convenzionato relativo a “Ambito 4.23 Stadio Delle Alpi”. La Juventus si è opposta e ha ottenuto il trasferimento di entrambi al Tar.
Il tutto nasce principalmente dal fatto che ad appena 90 metri dallo stadio, nel territorio venariese, c’è un centro commerciale. “Nel momento in cui verranno accolte le nostre richieste – ha spiegato a Liberomercato il sindaco di Venaria Reale, Nicola Pollari – l’amministrazione comunale ritirerà il ricorso pendente”. Da alcuni mesi è in corso una trattativa tra il Comune di Venaria, la società bianconera e gli altri enti per dirimere la questione. “La Juventus propone di coprire i costi indotti – prosegue il sindaco – che ora cadono sulla comunità venariese come quelli della raccolta rifiuti e della pulizia strade, pagando di fatto la tariffa igiene ambientale per Venaria e Torino”. Con il comune del sindaco Sergio Chiamparino “abbiamo cercato di realizzare un testo di accordo che risolva le problematiche edilizie, urbanistiche, ambientali, di viabilità e di trasporto pubblico” spiega Pollari.
Tornando alla Semana, gli azionisti della sua controllante Ese si trincerano dietro Nomenfid e Simonfid, le due fiduciarie della famiglia Grande Stevens. Secondo la semestrale bianconera, Semana ha anche la “conduzione dello Stadio Olimpico di Torino” (di proprietà comunale) dove gioca la Juve con il Torino, la gestione del centro allenamento di Vinovo e del Golf Royal Park parco La Mandria. Secondo l’ultima visura della Camera di Commercio, presidente di quest’ultimo è Allegra Caracciolo di Castagneto, moglie del defunto Umberto Agnelli, mentre il figlio Andrea Agnelli è consigliere delegato: ne è consigliere Romy Gai, ex direttore marketing juventino. Chi sono gli azionisti di questa srl senza scopo di lucro con interessi immobiliari? Non è dato conoscerli: si celano dietro la fiduciaria torinese Crf, proprietaria del 99,99%.

domenica 9 marzo 2008

Avviso di Oscar Giannino contro gli "amanuensi copisti" dei miei articoli

Liberomercato 23-10-07

La polemica
CARI COLLEGHI, QUANDO CAPITA MEGLIO CITARCI

Confidavamo che con Marco Liguori avremmo fatto un salto, sul terreno degli intrecci tra calcio e finanza. E’ puntualmente capitato. Troppa grazia, anzi. Il suo articolo su LiberoMercato sugli orologi della Juve, ripreso da Dagospia, ha nutrito una batteria di mezzi plagi. Solo il Corriere della Sera nella prima di sport in cui si è occupato della cosa ha citato LiberoMercato. La Gazzetta dello Sport, a pagina 10 in taglio basso, non solo non ci ha citato ma ha addirittura l’inizio del pezzo era simile al nostro. Quello della Gazzetta non era né firmato né siglato, c’era un iniziale "Torino": chissà come mai. La Stampa, a pagina 43, in un piccolo box con foto di Moggi e Giraudo, parlava degli orologi senza citare LiberoMercato, ma almeno era più pudica. Quanto al Sole 24Ore, un articolo siglato G.D. citava tra virgolette l’articolo di Liguori, ma anche lui era senza menzione di fonte. Già il libro di Liguori, sugli scandali del calcio, fu ampiamente saccheggiato da molte testate senza citarlo. Abbiamo intenzione di continuare a lungo, sui gioiosi intrecci che la finanza e il football professionistico intrattiene nel nostro paese, grazie a una legislazione irresponsabile che ai tempi del ministro Veltroni introdusse il fine di lucro e la quotazione in Borsa senza che vi fosse neanche l’ombra di cespiti da consentire il rispetto del codice civile senza gonfiature ad hoc degli attivi patrimoniali. Di conseguenza, ora che Liguori fa parte della nostra squadra, chi lo segue per favore lo citi.

I colleghi di www.tuttomercatoweb.com mi hanno espresso solidarietà
La cattiva abitudine del copia/incolla
http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=78285

E' capitato spesso anche a noi di TMW: inutile contare gli articoli copiati e le interviste riportate senza citare la fonte. Perfino grandi quotidiani nazionali, per magìa, si ritrovano esclusive, pur non avendo mai alzato la cornetta del telefono. Una brutta abitudine che coinvolge gran parte delle redazioni e che spesso fa affidamento sulla superficialità o sulla buona fede dei lettori. Finalmente il quotidiano LiberoMercato scende in campo per difendere il collega Marco Liguori. Tuttomercatoweb riporta il corsivo al veleno pubblicato a pagina 9, forse non servirà a nulla, ma noi siamo solidali
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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