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lunedì 2 marzo 2015

ESCLUSIVA PG –I bilanci del Parma e della Eventi Sportivi: avvincenti come un romanzo giallo

Nel bilancio della Eventi Sportivi chiuso al 30 giugno 2014 c’è un risvolto riguardante il passaggio di proprietà da Tommaso Ghirardi a Rezart Taçi. Lo stesso elemento è contenuto nel documento contabile della controllata Parma Football Club, chiuso sempre nello scorso giugno con una perdita di 13,7 milioni e depositato in Camera di Commercio: entrambi sono stati approvati il 27 dicembre scorso. E’ un passo della relazione sulla gestione firmata dal presidente Ghirardi in data 19 dicembre 2014, giorno in cui avviene la cessione della maggioranza delle azioni della Eventi Sportivi alla Dastraso Holdings Ltd di Taçi: «E’ significativo rimarcare che, a seguito della cessione della maggioranza delle azioni della società Eventi Sportivi, avvenuta in data odierna mediante girata delle azioni certificata dal Notaio Giovanni Posio di Brescia e registrata ai numeri 21, 22. 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34 e 35 del registro delle girate dello stesso Notaio, il nuovo socio “Dastraso Holdings Ltd” ha confermato in sede di atto quanto segue: omissis…resta inteso tra le parti che, a seguito delle cessioni di cui al presente accordo, parte cessionaria si impegna a supportare, in modo continuativo e irrevocabile, dal punto di vista societario, finanziario e patrimoniale la società ceduta al fine di garantire la continuità aziendale tanto di questa quanto delle controllate Parma FC S.p.A. e Parma Brand S.r.l., consentendo alle stesse di poter regolarmente adempiere a tutte le obbligazioni sociali». In pratica, è un obbligo sottoscritto dalla Dastraso Holdings di sostenere la Eventi Sportivi e il Parma. Ghirardi aggiunge: «Su tali fondamentali basi, il presente bilancio è stato redatto nella prospettiva della continuità aziendale, che è stata considerata appropriata dagli Amministratori, alla luce delle previsioni formulate e del supporto economico e finanziario garantito dal nuovo socio». Nella relazione sulla gestione del Parma, datata sempre al 19 dicembre, Ghirardi fornisce un quadro del pagamento degli stipendi: «La Società ha regolarmente pagato, nel corso della stagione sportiva 2013/2014 gli emolumenti dovuti i tesserati mentre, a seguito di intervenute difficoltà di natura finanziaria ha provveduto a pagare solo parzialmente quanto dovuto per la stagione in corso».
Il 9 febbraio scorso, al termine delle assemblee dei soci della Eventi Sportivi e del Parma, Pietro Doca, il gioielliere piacentino scelto dal petroliere albanese Rezart Taci come presidente della Dastraso Holding, ha affermato: «Abbiamo operato per il bene della società – si legge su GazzettadiParma.it – Quanto è stata pagata la società? Un euro. Quanto l’abbiamo pagata noi. Perché il problema sono i debiti». Doca ha aggiunto: «Perché ci siamo ritirati? Abbiamo trovato una situazione molto più grave».
Perplessità riguardo alla continuità aziendale sono state espresse dal collegio sindacale e dalla società di revisione Audirevi nelle rispettive relazioni datate 27 dicembre 2014 all’interno del bilancio consolidato della Eventi Sportivi (chiuso con un rosso di 7,32 milioni e un patrimonio netto negativo per 21,2 milioni) e in quello del Parma Fc. Per entrambi l’Audirevi nella sua relazione ha adottato la seguente formula: «Segnaliamo i principali eventi, circostanze, limitazioni ed incertezze sui seguenti aspetti che indicano l’esistenza di un’incertezza significativa che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità dell’impresa di operare in continuità aziendale». Nello specifico caso del Parma, la società di revisione rileva: «A causa della perdita di esercizio pari ad Euro 13.695 migliaia, la società versa nelle condizioni previste dall’articolo 2446 del Codice Civile. Il permanere della situazione di squilibrio finanziario della società, tendenzialmente dovuta ad un generale sbilancio tra ricavi e costi e dal mancato raggiungimento dei risultati potenzialmente ottenibili nella campagna trasferimenti 2014, ha generato difficoltà di natura finanziaria che hanno determinato il mancato rispetto di alcune scadenze specifiche prevista dalla Lega Calcio». L’Audirevi spiega: «A causa degli effetti connessi alle incertezze descritte nel precedente paragrafo 3, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio del Parma Football Club Spa al 30 giugno 2014». Analoga conclusione è stata espressa per il bilancio consolidato di Eventi Sportivi.
Nelle due relazioni, il collegio sindacale (Presidente Mario Bastianon, Osvaldo Francesco Maria Riccobene e Francesco Sorlini) comune ad Eventi Sportivi e Parma Fc ribadisce: «Come precisato dal soggetto incaricato della revisione contabile del bilancio in esame e da noi condiviso, segnaliamo l’esistenza di un’incertezza significativa che potrebbe generare dubbi sulla capacità dell’impresa di operare in continuità aziendale». Come già scritto da Ghirardi, anche i sindaci sottolineano che «il nuovo socio di maggioranza della società controllante Eventi Sportivi Spa ha dichiarato, nell’atto di acquisizione della maggioranza delle azioni datato 19 dicembre 2014, il proprio impegno a supportare, in modo continuativo e irrevocabile, dal punto di vista societario, finanziario e patrimoniale la società Eventi Sportivi Spa al fine di garantire la continuità aziendale della stessa e delle società controllate Parma Fc Spa e Parma Brand Srl consentendo alle stesse di poter adempiere a tutte le obbligazioni sociali; su tali fondamentali basi, il bilancio di esercizio è stato redatto nella prospettiva della continuità aziendale che è stata considerata appropriata dagli Amministratori, alla luce delle previsioni formulate e del supporto economico e finanziario garantito dal nuovo socio». I sindaci, secondo quanto riportato nei verbali delle assemblee di Eventi Sportivi e del Parma, «hanno comunicato in data 19 dicembre le loro dimissioni in via irrevocabile».
Marco Liguori
RIPRODUZIONE DELL'ARTICOLO CONSENTITA SOLO PER ESTRATTO PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: WWW.PIANETAGENOA1893.NET

venerdì 25 marzo 2011

Napoli, radiografia di una storia di successo

“Il pallone in confusione” ha analizzato in dettaglio il bilancio 2009/10 della società azzurra: i 111 milioni di ricavi hanno coperto i 107 milioni di costi e consentito il rafforzamento della rosa. Incremento record del 118% per merchandising e licensing grazie al consistente apporto dei tifosi

«Oj vita, oj vita mia, oj core ‘e chistu core». Il Napoli è giunto al suo quarto anno con un bilancio in utile. Al 30 giugno 2010 l’attivo è stato pari a 343mila euro risultato che consente alla società di Aurelio De Laurentiis di avere un patrimonio netto positivo per 25,1 milioni: l’ultimo esercizio a cui ha partecipato, sia pure soltanto per tre mesi, l’ex direttore generale Pierpaolo Marino. Numeri che consentono di sostenere con tranquillità i costi e l’indebitamento per la campagna di rafforzamento del parco calciatori. Punto di forza della società azzurra sono i 111 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2008/09) che consentono di sostenere i 107 milioni di euro di costi incrementatisi di circa 20 milioni: la differenza è positiva per 3,2 milioni. E’ questa la fotografia dell’equilibrio economico che permette la politica di rafforzamento della rosa calciatori caratterizzata da 44,1 milioni di ammortamenti e che riesce ad assorbire l’aumento pari al 25,19% degli stipendi. Non solo: il buon stato della gestione caratteristica consente per l’ennesimo anno l’assenza di indebitamento bancario. «L’incremento dei costi della produzione registrato è fisiologico – si legge nella relazione sulla gestione – sostenibile e legato ad una precisa scelta strategica di investimento della società». Non solo: la situazione consente ulteriori investimenti futuri, considerato anche che la squadra ha percorso un cammino lusinghiero in Europa League nei primi sei mesi dell’esercizio attuale che valgono ulteriori entrate. E a proposito di competizioni europee, occorre una premessa: gli introiti mancanti da esse pesano per il 2,3% sul totale complessivo dei ricavi. Ma passiamo ad esaminare le cifre in dettaglio.

QUANTO CONTA L’AMORE DEI TIFOSI

E’ nota la passione dei napoletani per seguire la propria squadra del cuore allo stadio San Paolo, dotato di 60.240 posti a sedere. Quanto vale? Ben 15,7 milioni tra biglietti venduti (9,8 milioni) e abbonamenti (5,9 milioni). Vanno aggiunti 1,3 milioni per la percentuale sugli incassi per le gare fuori casa, per un totale complessivo di 17,2 milioni. Ma non c’è soltanto lo stadio. Citando una celebre canzone di Peppino di Capri, il Napoli è «’na malatia» e i suoi tifosi “jesceno pazzi” per i prodotti su cui sono impressi i marchi azzurri. Sciarpe, maglie, cappelli, caffettiere, pupazzetti e tanti altri oggetti sono ambitissimi e rientrano nelle voci di bilancio merchandising e licensing (in cui rientrano le aziende che hanno diritto allo sfruttamento dei marchi) che hanno conseguito un vero e proprio boom. Per la prima voce il Napoli ha incassato 432mila euro (+185%): ben più elevato l’introito per il licensing pari a 3,7 milioni (+120%). Assieme ai 438mila euro per “altri proventi commerciali” l’incasso totale è di 4,6 milioni (+118%).

DIRITTI TV E RADIO

Nonostante il calo del 5%, i diritti tv restano una componente molto importante dei ricavi azzurri con 48,2 milioni che pesa per il 49% sul totale dei ricavi. La cifra è composta da 41,6 milioni di diritti casalinghi e da 6,6 milioni derivanti da squadre ospitanti. La suddivisione è l’ultima svolta con il vecchio sistema: dalla stagione in corso sarà svolta con il sistema centralizzato previsto dalla legge Melandri/Gentiloni. La relazione sulla gestione spiega che la diminuzione è dovuta «in particolare dalla mancata partecipazione della squadra alle competizioni internazionali». Invariati i proventi radiofonici a 430mila euro.

SPONSOR E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE

Lo sfruttamento dei diritti d’immagine sta diventando anno per anno uno dei “cavalli di battaglia” del Napoli. La cifra introitata è di 7,4 milioni con un incremento pari al 18%. In aumento anche le sponsorizzazioni (+1,4%) che hanno raggiunto il totale di 20,9 milioni: spiccano i 3,6 milioni degli sponsor istituzionali che hanno fruttato un aumento di 480mila euro in più.

PROVENTI LEGA SERIE A E GESTIONE CALCIATORI

Il sesto posto conquistato dal Napoli lo scorso campionato è valso, oltre alla qualificazione in Europa League, anche 2,7 milioni in contributi erogati dalla Lega di Serie A con un incremento monstre del 296%. Invece la gestione netta del parco calciatori ha ottenuto un risultato positivo per 7,78 milioni. Si segnala la plusvalenza complessiva, pari a 6,6 milioni, per le cessioni di Daniele Mannini alla Sampdoria (4,9 milioni) e Matteo Contini al Saragozza (1,7).

COSTI: STIPENDI E AMMORTAMENTI

Due sono le voci di costo più importanti in un bilancio di una società di calcio: stipendi e ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (cosiddetti “cartellini”). Questi ultimi hanno raggiunto i 40,4 milioni (+45%): anche questo incremento è dovuto al potenziamento della rosa. I salari dei tesserati (calciatori e allenatori) si sono attestati a 35,1 milioni (+25%) Il dato è così scomposto: il monte stipendi dei calciatori è di 29 milioni con 985mila euro per la quota variabile legata ai risultati sportivi. Gli allenatori hanno introitato 4,2 milioni con 569mila euro per gli obiettivi raggiunti. Nonostante l’incremento, per dirla con Totò, sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’ammontare versato dalle tre big del nostro campionato. L’Inter ha pagato in totale 222 milioni (146 milioni per i calciatori, 25,1 milioni per i tecnici più 51 milioni per premi rendimento), mentre i cugini del Milan nel bilancio chiuso al 31/12/2009 164,1 milioni (149 milioni per compensi calciatori, 7,2 milioni per gli allenatori più 4,3 milioni per la quota in base ai risultati conseguiti e 3,6 milioni per compensi istruttori e tecnici). Meno spendacciona è la Juventus che ha versato 114,2 milioni in stipendi più premi variabili per 1,1 milioni e altri compensi per 4,5 milioni.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da www.casertace.it la curva B dello stadio San Paolo

Per chi volesse approfondire, cliccare qui per leggere il bilancio 2009 del Milan

lunedì 15 novembre 2010

Barcellona: Rosell rifà i conti a Laporta

Nella prima versione del bilancio del club blaugrana chiuso al 30 giugno scorso si era evidenziato un utile ante imposte di 8,99 milioni. Nella seconda versione invece si è rilevata una notevole perdita pari a 79,6 milioni


Le elezioni che si sono tenute il 13 giugno 2010, hanno determinato la formazione di un nuovo Consiglio di Amministrazione, che gestisce il “Fútbol Club Barcelona”, dal 1 luglio 2010. Il nuovo presidente Sandro Rosell i Feliu è subentrato al precedente Joan Laporta i Estruch. Il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2010 del Barcellona è stato oggetto di contestazioni e polemiche, tra il consiglio di amministrazione uscente, con a capo Laporta e quello subentrante, presieduto da Rosell. Il 22 settembre 2010, il nuovo Consiglio di Amministrazione ha “ripresentato” il bilancio, tenendo conto dei rilievi e delle osservazioni fatte dai revisori di Deloitte al bilancio stesso, il quale è stato presentato il 1° luglio dagli amministratori uscenti. Nella prima versione, redatta dalla “Junta Directiva” Laporta, si esponeva un utile ante imposte di 8,99 milioni di euro; mentre nella versione “riveduta e corretta” dalla “Junta” Rosell il bilancio presenta una notevole perdita pari a 79,6 milioni di euro ed un patrimonio netto negativo per 59,1 milioni.

L’esposizione delle variazioni operate tra le due versioni di bilancio, ci può aiutare a capire come il bilancio di una società, semplicemente cambiando solo alcuni criteri di valutazione di un numero limitato di poste, possa rappresentare sia situazioni “tranquille”, che situazioni “preoccupanti” se non “allarmanti”.

I rilievi eccepiti da Deloitte alla prima versione, hanno comportato un impatto negativo per 91,6 milioni di euro. Quello più importante riguarda alcuni accantonamenti per rischi non effettuati, secondo i criteri della prudenza necessaria, come l’accantonamento per il contenzioso con Sogecable. L’accantonamento fatto dalla giunta Rosell, per questo contenzioso, è stato di 35,1 milioni di euro oltre a 2,6 milioni per interessi. Questa “necessaria prudenza” ha trovato il suo riscontro il 6 settembre 2010, quando il Tribunale Provinciale di Barcellona ha emesso la sentenza di appello, in relazione al ricorso proposto dal “Fútbol Club Barcelona” contro la precedente sentenza del Tribunale di primo grado, datata 12 gennaio 2009. La sentenza del 6 Settembre 2010, ha condannato il club a pagare, alla società Sogecable SA, un importo pari ai proventi percepiti fino al 4 maggio 2007, sia dall’ UEFA, che da organismi similari per gli altri sport come il basket, la pallamano e hockey, nonché l'IVA e gli interessi maturati dal 1 dicembre 2005. Anche se è stato presentato un ulteriore ricorso, per ammissione degli stessi amministratori, esistono poche possibilità favorevoli per il Barcellona di spuntarla. Quindi, la rilevazione di questa circostanza “sfavorevole” ha portato ad un peggioramento dei conti di 37,7 milioni di euro rispetto alla versione del bilancio di Laporta, che non aveva quantificato numericamente tra le poste di bilancio questo evento negativo.

Un altro contenzioso, quello concernente il giocatore José Raúl Baena Urdiales, per violazione del contratto, ha visto il giocatore soccombere ed essere condannato ad un risarcimento di 3,5 milioni di euro al Club, oltre agli interessi, come da sentenza del Tribunale Provinciale di Barcellona, datata 6 aprile 2010. Tuttavia questo importo, iscritto tra i proventi nella prima stesura del bilancio, secondo i revisori presentava dubbi circa la riscossione, anche in considerazione del fatto che il giocatore ha presentato ricorso contro la sentenza. L’impatto negativo della mancata esposizione di questo “probabile” provento, nella seconda stesura, è stato di 3,9 milioni di euro.

Un’altra rettifica operata dalla “Junta” Rosell riguarda la vendita di un terreno a Sant Joan Despí (periferia di Barcellona), il cui “preliminare” era stato stipulato il 29 dicembre 2009, ma al 30 giugno 2010 non risultava ancora stipulato il contratto definitivo. Secondo i principi contabili la registrazione dell’operazione in contabilità può essere effettuata al momento in cui la stessa risulta perfezionata. Nonostante questo principio, la “Junta” Laporta aveva provveduto ad esporre “crediti verso terzi per alienazione di attività non correnti” per 17,4 milioni di euro con una plusvalenza di 14,9 milioni di euro. Rosell, attenendosi ai rilievi di Deloitte, ha annullato la registrazione contabile eseguita.

Altra sorpresa è stata la cessione gratuita di Thierry Henry, che nella prima stesura del bilancio risultava “neutra”, mentre nella seconda stesura vedeva la registrazione di 6,9 milioni di euro per minusvalenze e 1,3 milioni per oneri contrattuali. Nella seconda versione del bilancio, la corretta imputazione della cessione di Henry ha inciso negativamente per 8,2 milioni di euro complessivi.

Secondo i revisori della Deloitte, nella prima stesura del bilancio il valore dei terreni di Viladecans (Barcellona), allocato nella voce "Investimenti immobiliari", non risultava stimato in modo conforme ai principi contabili. La valutazione conforme ai principi contabili di tali terreni ha comportato una variazione negativa di 11,5 milioni di euro. Nella stagione 2007/08, il Club catalano acquistò un terreno nel comune di Viladecans con una superficie di 278.544 metri quadrati al prezzo di 18,5 milioni di euro. La valutazione del terreno che figura nel bilancio “riformulato” è stata commissionata ad un esperto, che ha stimato il valore di tale terreno in € 5.500.000. Nel bilancio al 30 giugno 2009, il valore di questi terreni figurava con la cifra di 18,7 milioni di euro. Come conseguenza, nel conto economico è stata registrata una svalutazione 13,2 milioni di euro.
Nella seconda stesura del bilancio sono stati ricalcolati i risconti passivi inerenti alcuni “bonus” per i diritti radiotelevisivi. In particolare, il Barcellona in base al contratto stipulato il 5 maggio 2006 con
Mediaproducción SL, valido per le stagioni sportive a partire dal 2008/09 fino al 2012/13 riscontava un “bonus” di 20 milioni di euro. Il 9 giugno 2010 il club catalano ha firmato un nuovo contratto con la medesima società, che ampliava e migliorava il precedente. Infatti oltre a rivedere il contenuto economico per annualità, è stato prolungato fino alla stagione 2013/14, con un ulteriore “bonus” di 13 milioni di euro. Il nuovo contratto è valido a partire dalla stagione 2010/11 fino al 2013/14. Nella prima stesura il bonus di 13 milioni era stato allocato per intero nel fatturato al 30 giugno 2010. Il rifacimento del bilancio ad opera della “Junta” Rosell ha comportato il ricalcolo dei risconti passivi, ripartendo per competenza ed in base alla nuova durata del contratto sia il primo bonus dei 20 milioni, che il secondo bonus di 13 milioni. L’impatto negativo di questa corretta imputazione, rispetto alla precedente è stato di 12 milioni di euro.

La “sfortuna” ha anche voluto che in data 16 Giugno 2010, Mediaproducción SL, ha chiesto al Tribunale Fallimentare di Barcellona di essere sottoposta a procedura concorsuale volontaria e la richiesta è stata accolta il 22 giugno 2010. Il credito per il “bonus” del nuovo contratto è stato allocato nell’attivo corrente sotto la voce “debitori diversi”. La riformulazione del bilancio ha costretto gli amministratori a registrare un accantonamento di 3.250 migliaia di euro, dovuto alla stima della potenziale perdita derivante dalla procedura concorsuale. Ma la cosa più importante è che il 9 giugno 2010, come descritto sopra, era stato stipulato il nuovo contratto per le stagioni dal 2010/11 al 2013/14, che rappresenta il 40% circa dei ricavi annuali del club. A fronte di questo “dettaglio” non trascurabile, il Consiglio di Amministrazione ha scritto che, secondo le informazioni disponibili alla data di riformulazione di bilancio, si possa ritenere che la procedura concorsuale di tale operatore non avrà effetto sulle future entrate derivanti dal contratto. Su quest’ultima affermazione, invece, i revisori di Deloitte, nella relazione al secondo bilancio, hanno scritto che non si può dire in maniera oggettiva se l’accantonamento fatto sia sufficiente o meno, né si può affermare con certezza che la procedura concorsuale non avrà effetto sulle future entrate del club.

Luca Marotta

jstargio@gmail.com

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE http://marcoliguori.blogspot.com/

venerdì 29 ottobre 2010

Le "merengues" riducono l'indebitamento finanziario del 25%

Il Real Madrid ha anche conseguito nel bilancio consolidato 2009/2010 un utile netto di 24 milioni e ricavi per 442,3 milioni

Per il Real Madrid la stagione 2009/10 è stata sfortunata dal punto di vista sportivo, ma dal punto di vista gestionale è stata una stagione che ha visto una riduzione del 25% dell’indebitamento finanziario netto ed il conseguimento di un utile netto di circa 24 milioni di euro. La stagione 2009/10 ha avuto inizio con la proclamazione di Florentino Perez come presidente. Il presidente ha dato avvio ad una campagna acquisti a dir poco “faraoinica”, con gli arrivi di Cristiano Ronaldo, Kakà , Benzema, Xabi Alonso, Arbeloa, Albiol, Garay, e l'allenatore Manuel Pellegrini. Parte di questa campagna acquisti aveva già esercitato i suoi effetti sul bilancio precedente, essendo stati registrati alcuni acquisti prima del 30 giugno 2009. Questa campagna acquisti è anche frutto del progetto Real Madrid, per i prossimi anni. Il Real Madrid, come ribadito dallo stesso Florentino Pérez, nella lettera ai soci, deve diventare “il miglior club del XXI secolo”. L'onestà, la dedizione, il talento, la costante ricerca della perfezione, così come l'orgoglio e il sacrificio, sono i valori chiave del Real Madrid, sia in campo che fuori e sono gli strumenti che permetteranno di consolidare il progetto teso a rendere il club madrileno come il migliore del XXI secolo.

Dal punto di vista sportivo è stata una stagione sfortunata. Il Real Madrid non è riuscito ad aggiudicarsi il trentaduesimo titolo in campionato, nonostante un’annata all’insegna dei record del club nella sua storia. Infatti, il club madrileno, nella Liga spagnola, ha conseguito il maggior numero di partite vinte in assoluto (31/38), il maggior numero di partite vinte in casa (18/19), il maggior numero di vittorie fuori casa (13/19), il maggior numero di goal segnati fuori casa (42) e ha realizzato il record di punti, ossia 96, Nonostante questi record “storici”, la Liga è stata vinta dal Barcellona. Anche la Champions League, non ha visto il Real Madrid giungere in finale nel proprio stadio, a causa dell’eliminazione agli ottavi ad opera del Lione. In Copa del Rey il Real ha subito un’umiliante eliminazione ad opera dell’Alcorcon. Anche nel settore Basket la stagione 2009/2010 è stata piena di cambiamenti. La squadra “blanca” ha assunto come nuovo allenatore Ettore Messina, considerato uno dei migliori allenatori del mondo, ma non si sono ottenuti successi nelle principali manifestazioni. Il Real Madrid è composto da un totale di 91.526 membri soci, di cui 68.005 sono adulti, 17.550 sono bambini e 5.971 sono soci con più di 65 anni o con più di 50 anni di anzianità di iscrizione. Inoltre, 75.636 sono uomini e 15.890 sono donne.

Durante la stagione 2009/10, come nelle ultime quattro stagioni, i contributi sociali sono rimasti inalterati:
- 68.005 soci adulti hanno pagato un contributo di 143 €.
- 4.042 soci bambini da 11 a 14 anni hanno pagato un contributo di 49 €.
- 2.843 soci tra cui quelli con più di 65 anni, i pensionati e i soci con 25 anni di anzianità di iscrizione nel Club, hanno pagato una quota ridotta di € 71,50.
- 3.118 soci con oltre 50 anni di anzianità di iscrizione al Club sono stati esentati.
- 13.508 soci bambini sotto gli 11 anni sono stati esentati.
Durante il periodo 1999-2010 il fatturato del Real Madrid è cresciuto ad un tasso medio del 14%. In questo decennio la struttura delle fonti di fatturato si è mostrata equilibrata, perché il 40% del fatturato è stato generato da ricavi da stadio; il 34% da diritti radiotelevisivi e il 26% da attività commerciali. Questa diversificazione viene giudicata positivamente al fine della stabilità economica del club.

Il fatturato consolidato relativo all’anno 2009/2010 è stato un fatturato record, registrando la cifra di 442,3 milioni di euro. Con un incremento del 9% rispetto all'anno precedente, tale fatturato rappresenta il gettito più alto al mondo nel settore sportivo. Tale fatturato è composto nel seguente modo:

-ricavi da Stadio e quote sociali per 148,6 milioni , con un’incidenza del 33,6% sul totale (+27,11% sul 2008/09);

-ricavi d a Amichevoli e Competizioni internazionali per 22,6 milioni, con un’incidenza del 5,1% (+45,44% sul 2008/09);

-ricavi da diritti radiotelevisivi per 136,1 milioni, , con un’incidenza del 30,8% (-5,74% rispetto al 2008/09).

-ricavi da marketing per 135 milioni, con un’incidenza del 30,5% (+34,17% rispetto al 2008/09).

Le attività che hanno contribuito maggiormente alla crescita dei ricavi nel 2009/10 sono state marketing e stadio. All'interno della voce ricavi da stadio sono inclusi i ricavi derivanti dall’organizzazione della finale della Champions League presso lo stadio Santiago Bernabeu .

I 148,6 milioni di euro relativi ai ricavi da stadio e quote sociali, che incidono per il 33,6% sul totale del fatturato, sono composti nel seguente modo:

- 8,7 milioni di euro derivanti dalle quote sociali, con un’incidenza dell’1,97% sul fatturato;
-34 milioni per abbonamenti, con un’incidenza dell’7,70% sul fatturato;

-17,5 milioni per l’organizzazione della finale di Champions, con un’incidenza del 3,96% sul fatturato

-2,5 milioni per posti a sedere nell’area VIP (1,7 mln nel 2008/09), che rappresentano lo 0,56% del fatturato;

-37,2 milioni di euro per vendita palchi e box, con un’incidenza dell’8,41% sul totale del fatturato;

-48,7 per altri ricavi ordinari da stadio con un’incidenza dell’11% sul totale.

La multinazionale austriaca BWIN ha ampliato e migliorato le condizioni del contratto di sponsorizzazione esistente fino al 2013.

Il costo del personale è risultato pari a 192,3 milioni di euro e registra un aumento del 2,71% rispetto ai 187,2 milioni dell’esercizio precedente, nonostante l’arrivo di campioni con ingaggi pesanti.

L’incidenza del costo del personale sul fatturato è l'indicatore più utilizzato per misurare l'efficienza operativa delle squadre di calcio. Tale indicatore serve anche per capire la possibilità di redditività prospettica. Più basso è il valore di questo rapporto, più efficiente è il club.
Nel caso del Real Madrid, tale rapporto, nel 2009/10, è stato ridotto al 43% (46% nel 2008/09), quindi, si trova al di sotto del 50%, che è considerato come la soglia di eccellenza e molto al di sotto del 70%, che è il livello massimo consigliato dall'associazione europea dei club (ECA).

Ma ciò non è una novità, infatti, per il Real Madrid il rapporto tra costo del personale e fatturato si colloca al di sotto del 50% sin dal 2005/06 e al di sotto del 70% dal 2003/04.

Il risultato operativo prima del calcolo degli ammortamenti e dei componenti straordinari e finanziari risulta positivo per 111,5 milioni. Tale risultato registra una crescita del 20% rispetto all'anno precedente e rappresenta il 25% del fatturato, questo significa che per ogni 100 euro di fatturato si guadagnano 25 euro, come eccedenza sulle spese di gestione (esclusi ammortamenti, oneri straordinari e finanziari). Il trend negli ultimi dieci anni di questo indicatore è in crescita, infatti nel 2000/01 era negativo per 24 milioni di euro.

L’EBITDA consolidato, ossia il risultato al netto degli ammortamenti e degli oneri finanziari è positivo per 145,6 milioni di euro (105 nel 2008/09) grazie alla gestione straordinaria, che ha determinato plusvalenze per circa 34 milioni di euro.

Gli ammortamenti ordinari risultano in aumento del 34%, passando da 75,9 milioni a 101,7 milioni, questo a causa della campagna acquisti.

Il risultato prima delle imposte risulta positivo per 31 milioni di euro ed in crescita del 24,9% rispetto al 2008/09.

L’utile al netto delle imposte segna la cifra di 24 milioni di euro, con un aumento del 11,5% rispetto al 2008/09.

Il totale delle attività, ammontante a 879,6 milioni di euro, è sostanzialmente invariato rispetto al 2008/09, registrando una variazione in aumento minima dello 0,05%.

Anche l’attivo non corrente, ammontante a 687 milioni di euro, registra una trascurabile variazione dello 0,11% rispetto al 2008/09.

All’interno dell’attivo non corrente le immobilizzazioni immateriali sportive nette passano da 368,6 milioni del 2008/09 a 353,1 milioni del 2009/10, con un diminuzione del 4,22%.

Le immobilizzazioni materiali nette, al 30/06/2010, ammontano a 281,8 milioni di euro, segnando un incremento dello 0,67%.

L’attivo corrente segna la cifra di 192,6 milioni con una piccola variazione negativa dello 0,15%.

All’interno dell’attivo corrente, le disponibilità liquide registrano un calo del 16,92%, passando da 111,6 milioni del 2008/09 a 92,7 milioni del 2009/10.

Il patrimonio netto consolidato, ammontante a 219,7 milioni di euro è in aumento del 12,17% rispetto al 2008/09, mentre il passivo non corrente, pari a 285,4 milioni, è in calo del 18,12% e il passivo corrente, che segna 374,5 milioni, registra un aumento dell’11,89%.

Nelle passività non correnti spiccano per importi le seguenti voci: debiti verso enti creditizi per 118,3 milioni di euro (125,3 nel 2008/09); debiti a lungo termine per acquisto giocatori per 81,5 milioni (108,5 nel 2008/09); debiti a lungo termine per lavori dello stadio e della Ciudad Real Madrid per 34,5 milioni (47,9 nel 2008/09); imposte differite per 32,6 milioni di euro (38 nel 2008/09).

Nelle passività correnti gli importi maggiori riguardano: debiti verso enti creditizi per 48,2 milioni di euro (24,4 nel 2008/09); debiti a breve termine per acquisto giocatori per 94,4 milioni (120,1 nel 2008/09); debiti a breve termine per lavori dello stadio e della Ciudad Real Madrid per 18,3 milioni (23,8 nel 2008/09); debiti verso il personale per 55,9 milioni di euro (50,4 nel 2008/09); debiti commerciali per 85,4 milioni (53,8 nel 2008/09) risconti passivi per 69,1 milioni (49,6 nel 2008/09).

Da evidenziare che i debiti complessivi verso le banche ammontanti a 166,5 milioni di euro sono aumentati di 16,8 milioni di euro.

Il rapporto tra debiti verso il personale e costo del personale, risultante pari a 0,29 ci porterebbe a stimare un ritardo di circa tre mesi nel pagamento degli stipendi.

GLI INVESTIMENTI

Nell’esercizio 2009/10, il Club ha investito un importo di 126 milioni di euro. Di questo investimento, circa 13 milioni sono stati utilizzati per migliorare le strutture e 112 milioni per acquistare giocatori. Questa cifra include l’importo di € 46 milioni ,riguardante le acquisizioni di nuovi giocatori per la stagione 2010/11, tra cui spiccano Di Maria e Pedro Leon (non gradito al nuovo tecnico Mourinho, al contrario del primo). Dopo gli ingenti investimenti effettuati nel corso dell'anno precedente, il Club ha rafforzato ulteriormente la propria rosa giocatori, riducendo ad appena 10 milioni di euro il saldo negativo tra acquisti e cessioni, grazie a vendite di giocatori che hanno determinato un realizzo complessivo di 102 milioni di euro.

Per quanto riguarda gli investimenti, negli ultimi dieci anni, si è raggiunto il picco nell’esercizio 2008/09 con 314 milioni di euro, mentre il minimo è stato toccato nell’esercizio 2002/03, con soli 88 milioni di euro investiti.
Comunque nel corso del decennio il club ha destinato una parte molto importante degli investimenti oltre che in giocatori, anche nella costruzione e miglioramento delle sue strutture:
- 184 milioni di euro sono serviti per ammodernare le strutture dello stadio e migliorare la sua qualità e la funzionalità al fine di offrire servizi che consentano una maggiore sfruttamento commerciale dello stesso, il quale genera un notevole ritorno economico annuale.
- 134 milioni di euro sono stati investiti per la costruzione della “Ciudad Real Madrid”, che è considerato come il più grande centro sportivo mai costruito da una squadra di calcio, con una superficie totale di 120 ettari, 10 volte più grande della precedente città dello sport.

L’INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO
L’indebitamento finanziario netto, ossia la differenza tra passività e attività di natura finanziaria, si è ridotto di 82 milioni di euro, registrando una riduzione del 25%. Pertanto, al 30 giugno 2010, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 245 milioni.
Gli amministratori del Real Madrid mettono in risalto un indicatore che serve a valutare la sostenibilità del debito, ossia il rapporto tra indebitamento finanziario netto e EBITDA, che in questo caso è pari a 1,7. La riduzione del debito e la crescita dell'EBITDA, ha portato ad un netto miglioramento di questo indicatore, che è stato ridotto da 3,1 a 1,7. Di solito tale rapporto si giudica positivamente quando è inferiore a 2. Invece, quando supera 3, bisogna interrogarsi sulla sostenibilità del debito, poiché significa che il debito è 3 volte il valore aggiunto, inteso come ricavi al netto di costi e spese operative. Comunque, potremmo obiettare che se consideriamo il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto, tale rapporto è pari a 1,11, che è di poco superiore al valore soglia 1 e come conseguenza bisognerebbe tenere sotto attenta osservazione il livello dell’indebitamento, attraverso una sana gestione.Anche non molto buono risulta l’indice di liquidità corrente, che è pari al 51%, questo significa che ogni 51 euro di crediti a breve e liquidità esistono 100 euro di debiti a breve termine. Secondo gli amministratori del Real Madrid, considerando l’importo delle disponibilità liquide al 30/06/2010 pari a circa € 93 milioni ed il flusso di cassa che sarà generato nel 2010/11, si avrà una situazione che permetterà comodamente di adempiere agli obblighi di pagamento che dovrebbero essere assunti nell’esercizio 2010/11. Il bilancio preventivo approvato per il 2010/11 prevede un fatturato di 450 milioni di euro ed un utile al lordo delle imposte pari a 19 milioni di euro.

Luca Marotta

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sabato 31 luglio 2010

Quella rosa del Manchester City che costa tanto

L’analisi del bilancio al 31 maggio 2009, chiuso con una perdita di 89,7 milioni di sterline, della società dello sceicco Mansour riporta che il costo di stipendi e ammortamenti dei calciatori ha raggiunto i 122 milioni a fronte di un fatturato di 87 milioni

Una delle società che dovrà confrontarsi con il “Fair Play” finanziario dell’UEFA è senza dubbio il Manchester City, che manifesta un forte squilibrio strutturale dal punto di vista economico: a fronte di un fatturato di 87 milioni di sterline, la rosa giocatori costa 122 milioni di sterline tra stipendi e ammortamenti. Manchester City Football Club Limited è una società che ha per oggetto la gestione dell’omonimo club di calcio professionistico inglese. Al 31 maggio 2009, risultava che il controllore in ultima istanza di tale società era Abu Dhabi United Group Investment & Development, società registrata in Abu Dhabi e facente capo allo sceicco Mansour. La società Manchester City Limited figurava come holding intermedia, controllante di Manchester City Football Club Limited. Tra le società controllate da quest’ultima c’erano: Manchester City Investments Limited operante come società finanziaria e Manchester City Property Limited operante nel settore immobiliare.

Dal bilancio della società Manchester City Football Club Limited, relativo alla stagione 2008/2009, come già detto, emerge uno squilibrio strutturale generatore di perdite record, che hanno determinato un patrimonio netto negativo per 42 milioni di sterline, pari a circa 50 milioni di euro (al cambio: 1 EUR = 0,8414 GBP). Il 31 maggio 2009 la perdita registrata è stata di 89,7 milioni di sterline (106,6 milioni di euro), mentre l’esercizio precedente la perdita era di 29,7 milioni di sterline (35,2 milioni di euro).

Secondo gli amministratori, l'esercizio chiuso il 31 maggio 2009 ha segnato l'inizio di un periodo di significativi investimenti previsti in tutte le aree di attività del Club, ossia: la squadra di calcio, l'Academy, le infrastrutture, il sito web e i servizi tecnologici per i tifosi. E tali investimenti hanno avuto un impatto significativo sui risultati finanziari dell’esercizio in questione e continueranno, ad esercitare i loro effetti anche negli esercizi a seguire. L’obiettivo che ci si propone è quello di raggiungere il successo sia in campo che fuori dal campo.

Il fatturato al 31 maggio 2009 è aumentato del 5,76% registrando la cifra di 87,0 milioni di sterline (circa 103,4 milioni di euro), infatti, nel 2008 il fatturato era pari a 82.3 milioni di sterline (97,8 milioni di euro).

I ricavi da diritti TV, che rappresentano il 55,45% del totale dei ricavi, sono aumentati del 11,57% raggiungendo la cifra di 48,3 milioni di sterline (57,3 milioni di euro), anche a causa dei proventi da Coppa UEFA, che hanno compensato il leggero calo dei proventi da diritti TV da Premier League.

I ricavi da attività commerciali, che incidono per il 26,8% sul totale dei ricavi, sono diminuiti dell'8%, registrando la cifra di 23,3 milioni di sterline (27,7 milioni di euro). Tale decremento è dovuto principalmente a causa di una riduzione di ricavi da “eventi”; infatti, nell’esercizio 2007/2008, sono stati organizzati eventi come la finale di Coppa UEFA, concerti di musica e un grande evento di pugilato. A fronte della diminuzione dei ricavi da eventi si sono registrati incrementi nelle altre componenti di tale voce di ricavi. I ricavi da gare si sono incrementati del 13,2% passando da 13,6 milioni di sterline (16,1 milioni di euro) a 15,4 milioni di sterline (18,2 milioni di euro). La presenza media degli spettatori alle gare disputate in casa è stata di 42.890 con un aumento dell’1,92% rispetto alla media di 42.081 della stagione precedente. L’aumento dei ricavi da biglietteria di 1,8 milioni di sterline, è dovuto soprattutto alle gare di Coppa UEFA. Gli altri ricavi pari a 95 mila sterline incidono solo con lo 0,11% sul totale del fatturato.

All’aumento del fatturato si contrappone un significativo incremento del 44,5% dei costi operativi, che hanno raggiunto la cifra di 121,2 milioni di sterline (144,1 milioni di euro), a fronte di 83,9 milioni di sterline (99,7 milioni di euro) registrati nel 2008. La causa principale è da attribuirsi all’aumento delle spese per il personale.

Il costo del personale segna la cifra di 82,6 milioni di sterline (98.2 milioni di euro) con un’incidenza di circa il 95% sul fatturato. Nel 2008 tale costo ammontava a 54,2 milioni di sterline (64,4 milioni di euro) ed aveva un’incidenza del 65,89% sul fatturato. L’incremento è stato del 52,40%. Dal punto di vista numerico, il personale è passato da 258 unità del 2008 a 302 unità del 2009.

I costi relativi agli ammortamenti dei contratti dei giocatori sono aumentati nel corso dell'anno. Tale aumento ha comportato il raggiungimento della cifra di 39,4 milioni di sterline (46,8 milioni di euro) contro i 25,4 milioni di sterline (30,2 milioni di euro) dell’anno precedente e riflette ancora una volta i costi relativi alla costruzione “ex novo” della squadra.

Gli oneri finanziari ammontanti a 14,4 milioni di sterline (17,2 milioni di euro) sono aumentati notevolmente rispetto all’esercizio precedente, registrando un incremento dell’87,79%, a causa del più elevato livello di finanziamenti soci alle attività effettuate durante l'anno. Infatti, gli interessi passivi bancari ammontanti a 1,6 milioni di sterline registrano un incremento del 17,35%, mentre gli interessi sugli altri prestiti ammontanti a 12,6 milioni di sterline risultano incrementati del 102,27%.

Il totale delle attività si è incrementato del 35,25%, passando da 248,5 a 336,1 milioni di sterline, supportato da un forte incremento dell’indebitamento lordo del 63,62%.

Le immobilizzazioni immateriali nette ammontano a 131,8 milioni di sterline (156,6 milioni di euro). Rispetto all’esercizio precedente registrano un incremento del 188,02%. Segno del forte investimento effettuato nella rosa giocatori.

Le immobilizzazioni materiali nette pari a 175,3 milioni di sterline segnano un decremento del 2,86%. Esse sono composte da: terreni e fabbricati di piena proprietà per 3,5 milioni di sterline; terreni e fabbricati in leasing a breve per 516 mila sterline; terreni e fabbricati in leasing a lungo termine per 162,8 milioni di sterline; immobilizzazioni in corso e acconti per 1,2 milioni di sterline e arredi e attrezzature per 7,2 milioni di sterline. Il 5 agosto 2003 il vecchio stadio “Maine Road” fu scambiato per una concessione in affitto per 250 anni dello stadio "City of Manchester". Il contratto fu concepito alla stregua di un leasing finanziario, con un particolare meccanismo di rivalutazione basato anche sulla media degli spettatori. Le attività correnti ammontano complessivamente a 29 milioni di sterline (34,5 milioni di euro). Tra queste attività prevalgono le disponibilità liquide per 18,6 milioni di sterline (22,2 milioni di euro).

Dal lato del passivo si registra un patrimonio netto negativo per 42 milioni di sterline, debiti per 365 milioni di sterline (434,5 milioni di euro) e risconti passivi per 12,5 milioni di sterline. Durante l'anno 380.315 azioni ordinarie da 1 sterlina sono state emesse per un corrispettivo di 119,19 sterline per azione. Il corrispettivo totale è stato di 45.329.000 sterline ed il premio di 44.949.000 è stato incluso nel conto sovrapprezzo azioni.

I debiti come già detto segnano un incremento del 63,62% rispetto all’esercizio precedente, in cui segnavano la cifra di 223,4 milioni di sterline (265,6 milioni di euro). Tra i debiti con durata inferiore all’esercizio, ammontanti a 282,7 milioni di sterline (336 milioni di euro), spiccano i debiti verso i soci per 194,4 milioni di sterline (231 milioni di euro). I soci hanno incrementato il loro finanziamento nel club di 141,5 milioni di sterline (168,2 milioni di euro). I debiti a lungo termine, ammontanti a 82,9 milioni di sterline (98,5 milioni di euro), sono sostanzialmente invariati rispetto all’esercizio precedente (83,6 milioni di sterline). Tra questi debiti spicca la voce debiti per locazione finanziaria dello stadio “City of Manchester” per l’importo di 43 milioni di sterline (51 milioni di euro). L’importo di 414 mila sterline dello stesso debito è evidenziato tra i debiti a breve: l’importo complessivo è di 43,4 milioni di sterline. I risconti passivi per ricavi anticipati ammontano a 12,5 milioni di sterline (14,9 milioni di euro, segnano un decremento del 14%.

Tra gli eventi verificatisi dopo il 31 maggio 2009, sono segnalati l’acquisto di vari calciatori come Roque Santa Cruz (Blackburn Rovers), Gareth Barry (Aston Villa), Emmanuel Adebayor (Arsenal), Carlos Tevez (Manchester United), Kolo Touré (Arsenal), Joleon Lescott (Everton) e le cessioni di Elano Blumer (Galatasaray), Ricahrd Dunne (Aston Villa), Tal Ben-Haim (Portsmouth), Gelson Fernandes (Saint Etienne). L’importo netto investito è stato di 117 milioni di sterline (139 milioni di euro).

Luca Marotta

jstargio@gmail.com

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lunedì 7 giugno 2010

Il Milan aumenta i ricavi nel 2009 e ringrazia Kakà, Rai e Mediaset

Gli introiti sono lievitati di 89 milioni sul 2008: nel bilancio però non c’è traccia della suddivisione degli introiti derivanti da una transazione con la tv di Stato e con la società del gruppo Fininvest. I costi superano le entrate di 35,6 milioni e sono lievitati dai 287,1 del 2007 a 317,6 milioni. In particolare, gli stipendi dei calciatori presentano un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009

Il bilancio chiuso al 31 dicembre scorso dal Milan si è chiuso con una perdita a livello di gruppo pari a 9,8 milioni di euro (66,8 nel 2008), mentre il “rosso” civilistico (riguardante la sola squadra di calcio) è ammontato a 18,9 milioni (76,9 milioni nel 2008). Il miglioramento del risultato negativo è avvenuto a causa del consistente rafforzamento dei ricavi: a livello di gruppo 327,6 milioni contro i precedenti 237,9, a livello civilistico 307,7 milioni rispetto ai 218,7 milioni del 2008. Ciò è dovuto a tre voci: plusvalenze calciatori, ricavi da Champions League e componenti non ricorrenti dovuti agli accordi di transazione con Mediaset e Rai. Lo spiega nelle relazioni sulle gestioni il vicepresidente vicario e amministratore delegato Adriano Galliani: il «valore della produzione include le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni dei giocatori ammontanti a euro 74 milioni per il 2009 e a euro 20,5 milioni per il 2008». La parte del leone nella prima voce spetta a Kakà, la cui plusvalenza per la cessione al Real Madrid ammontata a 62,7 milioni, seguito da Gourcuff venduto al Bordeaux con plusvalenza di 11,2 milioni.

Riguardo agli accordi con Mediaset e Rai, Galliani spiega in maggior dettaglio a pagina 106 del documento contabile che ammontano a «euro 20,3 milioni per i proventi non ricorrenti relativi alle transazioni con il gruppo Rai e con la società Rti spa (Gruppo Mediaset) per la titolarità dell’archivio delle immagini delle partite casalinghe di Ac Milan relative a specifiche stagioni sportive (cd. “Library Milan”) e per lo sfruttamento nel tempo di tale archivio». Sembra davvero strana la formula adottata con una società facente parte dello stesso gruppo finanziario, ossia la Fininvest: non si capisce quale sia la necessità di sottoscrivere un accordo transattivo. L’unica spiegazione può essere questa: una sorta di “par condicio” con la Rai. Nel bilancio del Milan non c’è traccia della suddivisione tra la parte degli introiti derivante dalla tv di Stato e quella proveniente dalla società del gruppo Mediaset. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la società di via Turati non ha obblighi di maggior trasparenza, cosa invece dovuta per le aziende quotate in Borsa. Quanto ai maggiori proventi da partecipazione alle competizioni Uefa, si segnalano i proventi da diritti tv della Champions League pari a 20,4 milioni (7,4 milioni nel 2008). Pressoché invariati i ricavi complessivi per i diritti tv (Sky e Mediaset) pari a 107,2 milioni. Risultano incrementati da 5,3 a 6,5 milioni i ricavi derivanti dall’attività di merchandising e licencing del Gruppo Milan. Tutto ciò fa comprendere che il Milan è una società sempre più dipendente da tv, Champions League e plusvalenze calciatori: nella composizione dei ricavi il merchandising occupa appena il 10% contro il 40% dei proventi televisivi, il 23% delle plusvalenze e il 18% delle coppe internazionali. Ancora più bassi gli introiti da sponsor, pari al 9%. Tuttavia, grazie alla potenza del suo azionista di riferimento, non sarà un problema neppure la prossima ripartizione collettiva dei diritti televisivi prevista dalla legge Melandri-Gentiloni, il cui meccanismo è riportato sinteticamente nella relazione sulla gestione, che dovrebbe portare un decremento di questo introito nelle casse del club rossonero e in quello delle altre grandi del calcio nostrano in favore delle piccole.

Anche se non costituiscono fonte di preoccupzione, a causa del costante apporto di “mamma” Fininvest, i costi dell’Ac Milan spa sono lievitati in modo esponenziale dal 2007 al 2009. Tre anni fa, ammontavano a 287,1 milioni, nel 2008 erano 307,5 mentre l’anno scorso sono lievitati a 317,6. La spiegazione la fornisce sempre Galliani nella relazione sulla gestione: «Tale incremento si riferisce in particolare per 3,8 milioni alla voce salari e stipendi tesserati principalmente a seguito di premi erogati a fronte delle prestazione sportive; per 4,1 milioni alla voce “costi per servizi”». Insomma, è l’effetto di un circolo vizioso: se aumentano i ricavi attraverso risultati sportivi soddisfacenti, si incrementano anche i costi dovuti ai premi dovuti alle stelle rossonere Ronaldinho, Pato e compagnia. Tuttavia, scendendo nel dettaglio delle ultime tre stagioni si nota che anche il costo degli stipendi per i calciatori presenta un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009. Insomma, se si hanno giocatori di grido bisogna pagarli profumatamente, ma i ricavi non riescono a compensare i costi: l’anno scorso lo squilibrio riguardante l’Ac Milan spa ha raggiunto i 9,9 milioni. Chissà se alla società posseduta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ascolteranno le parole pronunciate ieri dal ministro della Semplificazione amministrativa Roberto Calderoli: «Le società di calcio ridimensionino gli ingaggi dei calciatori». Ciò però contrasta con il desiderio dei tifosi rossoneri che vogliono che la società investa molto, acquisendo fuoriclasse per rafforzare la squadra e puntare a nuove vittorie.

Il bilancio civilistico del Milan presentava alla fine dell’anno scorso un forte squilibrio finanziario: debiti per 463,1 milioni (di cui 163,7 milioni con le banche) contro 157 milioni di crediti. Il patrimonio netto, ossia i mezzi propri, è positivo per 26,9 milioni: a livello di gruppo è negativo per 71,9 milioni, ma ciò non comporta interventi di ricapitalizzazione. Tutto questo non rappresenta fonte di preoccupazione per una società coperta dalle robuste spalle del suo azionista al 99,92973%. Innanzitutto il club rossonero è coperto dal rischio di liquidità poiché «gode di un adeguato ammontare di linee di credito committed – spiega Galliani nelle relazioni sulla gestione – a fronte di lettere di “patronage” della controllante Fininvest spa per ammontare di euro 390,0 milioni». L’anno scorso l’importo garantito dalla holding della famiglia Berlusconi presso le banche era leggermente inferiore: 329,9 milioni. In più la Fininvest ha versato in conto capitale 18,5 milioni per sostenere il proprio “figlio”: inoltre, nello scorso gennaio «a richiesta della società (NDR il Milan) ha provveduto a convertire – si legge nella relazione sulla gestione - parte di un finanziamento oneroso per 1,7 milioni in versamento in conto capitale e/o copertura perdite». In virtù dell’adesione alla normativa sul consolidato fiscale, il Milan ha trasferito alla capogruppo una «remunerazione dei vantaggi fiscali» sotto forma «di perdite fiscali», si legge nella nota integrativa, pari a 16,6 milioni. Insomma, competere con una realtà così è praticamente impossibile per gran parte delle squadre del nostro campionato (o meglio della nuova Lega di Serie A) che sono costrette a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Lo strapotere rossonero è evidenziato anche da altre due voci. La prima riguarda debiti verso società di factoring per 103,7 milioni «per anticipazioni di crediti futuri – si legge ancora nella nota integrativa – in riferimento a contratti di natura commerciale». A ciò si aggiungono 22,7 milioni di risconti passivi per «fatturazione anticipata dei diritti televisivi – spiega il documento di bilancio rossonero – per la trasmissione a pagamento delle partite casalinghe di campionato della stagione 2009/10, di alcuni contratti commerciali, alle quote della campagna abbonamenti campionato – edizione 2009/2010 incassate al 31 dicembre 2009 di competenza del periodo 1 gennaio 2010 – 30 giugno 2010». In totale 126,4 milioni già anticipati e riscossi. Dulcis in fundo, Galliani spiega nella relazione sulla gestione di aver sottoscritto «nuovi contratti commerciali che decorreranno dalla stagione sportiva 2010/2011 del complessivo valore di minimi garantiti di euro 32,7 milioni per ogni stagione sportiva e con ultima scadenza nel 2017».

Marco Liguori

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lunedì 24 maggio 2010

Bilancio Lazio: nove mesi in netta flessione

Secondo l'analisti svolta da Lazio Family peggiorano i risultati del club biancoceleste. In particolare, la società dichiara che «non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione»


1. Risultato del trimestre e dell’esercizio
Il terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si chiude con una perdita di Euro 1,6 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 2,84 milioni. La relazione al bilancio spiega che la flessione nei risultati del trimestre deriva “principalmente dall’aumento dei diritti alle prestazioni sportive, nonché dall’aumento dei costi retributivi dei tesserati quale conseguenza delle operazioni di mercato condotte sia nella sessione estiva che in quella invernale”. Il risultato dei 9 mesi fino al 31 marzo 2010 è positivo per Euro 1,82 milioni; lo stesso periodo dell’esercizio precedente si era chiuso con un utile di Euro 9,02 milioni. Dai dati suddetti risulta un peggioramento dei risultati economici dell’esercizio 2009/2010, sia se si guarda a 9 mesi complessivi sia se si guarda all’ultimo trimestre.
2. Fatturato
Il fatturato (tecnicamente, il “valore della produzione”) del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attesta ad Euro 21,19 milioni (in linea con il risultato del terzo trimestre dell’esercizio precedente). Il fatturato progressivo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attesta ad Euro 64,03 milioni, contro Euro 58,8 milioni dell’esercizio precedente (+9%).

3. Costi
I costi operativi del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 17,65 milioni contro Euro 13,47 milioni dell’esercizio precedente con un aumento del 31%. I costi operativi del periodo di 9 mesi fino al 31 marzo 2010 si attestano ad Euro 50,27 milioni contro Euro 41,93 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 20%. La componente più rilevante dei costi operativi è rappresentata dai costi per il personale che ammontano nei 9 mesi del periodo fino al 31 marzo 2010 ad Euro 10,06 milioni contro Euro 6,29 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 60%. La relazione al bilancio spiega che “l’aumento del costo del personale è dovuto principalmente all’incremento e miglioramento della rosa della prima squadra”. Gli ammortamenti del terzo trimestre dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 5,38 milioni contro Euro 3,38 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente, con un aumento del 59%.Gli ammortamenti del periodo di 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 si attestano ad Euro 15,57 milioni contro Euro 11,16 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente con un aumento del 39%. La relazione al bilancio spiega che l’incremento degli ammortamenti “è conseguenza degli acquisti fatti durante la campagna di trasferimenti estiva ed invernale, tesi al rafforzamento ed al ringiovanimento della rosa di prima squadra”. In altre parole, i costi operativi in generale e, in particolare, i costi relativi ai tesserati (per retribuzioni, oneri previdenziali, ammortamento del valore dei cartellini, ecc.) è in netta crescita; l’incremento dei ricavi (vedi punto 2) non è sufficiente a coprire i maggiori costi e da ciò consegue la perdita nel trimestre chiuso al 31 marzo 2010 e il regresso nel risultato del periodo di nove mesi.

4. L’attività sportiva e l’attività commerciale
I risultati dell’attività sportiva nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 mostrano una perdita di Euro 5,8 milioni, a fronte di un utile di Euro 1,1 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. L’attività commerciale presenta un utile nei 9 mesi dell’esercizio 2009/2010 di Euro 7,6 milioni, a fronte di un utile di Euro 7,9 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente.

5. Il patrimonio giocatori
Il valore del patrimonio giocatori al 31 marzo 2010 ammonta ad Euro 47,22 milioni (contro Euro 47,5 milioni al 31 dicembre 2009).

6. I contenziosi
La relazione al bilancio afferma che “il Gruppo Lazio è parte, attiva e passiva, in alcuni procedimenti giudiziari di cognizione ordinaria e d’ingiunzione, aventi ad oggetto alcuni rapporti commerciali e, in particolare: rapporti con tesserati, ex dipendenti, procuratori, fornitori e consulenti”.

7. Problematiche fiscali
La relazione al bilancio ricorda la transazione effettuata con l’Agenzie delle Entrate il 20 maggio 2005 per la rateizzazione di Irpef ed IVA dovute al 31 dicembre 2004. In proposito attesta che “sulla base di quanto previsto dai piani societari la Società sarà in grado di far fronte agli impegni finanziari derivanti dalla dilazione concessa dal fisco” e ricorda che gli importi delle rate a scadere “sono garantiti dalla cessione pro solvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria”. Nessun cenno si ritrova nella relazione al bilancio al 31 marzo 2010 di quanto segnalato nel bilancio al 31 dicembre 2009 e relativo ad Euro 3,4 milioni di disponibilità bancarie della Lazio vincolate a favore dell’Agenzia delle Entrate a garanzia del pagamento delle rate della transazione. La relazione al bilancio menziona anche due altre vertenze di natura fiscale inerenti i rapporti con i calciatori:- la prima riguarda il presunto obbligo di assoggettamento ad Irap delle plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, che la Lazio non ha effettuato; ne sono derivati avvisi di accertamento contro i quali la Società ha presentato ricorso; il primo di questi ricorsi è stato respinto dalla Commissione Tributaria Provinciale di Roma;- la seconda riguarda la problematica dei compensi pagati ai procuratori che, secondo l’Agenzia delle Entrate, rappresentano costi di competenza dei giocatori che andavano assoggettati a ritenuta d’acconto. Ne derivano rilievi dell’Agenzia delle Entrate quantificati in circa Euro 4,5 milioni per ritenute d’acconto ed IVA relativi al 2003; la Società ha ricevuto una prima cartella esattoriale, a titolo provvisorio, di Euro 2,5 milioni.

8. Debiti scaduti
La relazione al bilancio indica in Euro 18,6 milioni il totale dei debiti scaduti al 31 marzo 2010 (erano Euro 12,86 al 30 giugno 2009). Lo scaduto nei confronti del personale ammonta ad Euro 3,89 milioni (era di Euro 1,84 milioni al 30 giugno 2009).

9. Piano industriale
La relazione esplicitamente dichiara che “non vi sono Piani industriali approvati dagli organi sociali, né in fase di implementazione”. Si tratta di un’affermazione (peraltro già esistenti nelle relazioni precedenti) molto grave e preocccupante per chiunque si occupi di gestione aziendale: come si fa a programmare e a gestire senza fare dei piani? Si gestisce con l’improvvisazione? Vista la situazione della Lazio sembra che si possa tranquillamente dire di sì,

10. Licenza UEFA
L’8 maggio 2010 la SS Lazio SpA ha ottenuto la licenza UEFA per la stagione sportiva 2010/2011. Peccato che, sul piano sportivo, questo riconoscimento non serva a nulla, visto che la Lazio l’anno prossimo non parteciperà ad alcuna manifestazione UEFA.

11. Risultati sportivi
La relazione afferma che il 9 maggio 2010, cioè dopo la vittoria a Livorno nella penultima giornata di campionato, la Lazio “ha confermato il diritto alla disputa del prossimo campionato di serie A, che genera i relativi potenziali ricavi conseguenti.” In questa affermazione colgo una soddisfazione che, visto l’andamento della stagione, non mi sembra affatto pertinente; o forse c’è la soddisfazione per lo scampato pericolo della retrocessione?
Paolo Lenzi - presidente di Lazio Family
Per gentile concessione dell'autore

sabato 22 maggio 2010

Il mistero delle Isole Cayman nel controllo del Liverpool

Nella prima puntata sui conti del Liverpool si evidenzia la presenza della Kop Football (Cayman) Ltd con sede nel famoso paradiso fiscale. I revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo che Kop Football (Holdings) Limited, con sede in Inghilterra, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale


"You’ll never walk alone" è il motto che campeggia nel logo del Liverpool F.C., ed in questo momento il club di calcio ha bisogno della compagnia di nuovi proprietari nel suo cammino. Oggetto di questa esposizione sarà la descrizione del bilancio consolidato al 31 luglio 2009 di Kop Football (Holdings) Limited, l’ultima controllante, con sede nel Regno Unito, del gruppo, nel cui perimetro di consolidamento rientra il club di calcio professionistico conosciuto come: "Liverpool F.C.". Dalla lettura di quanto segue, si potrà ben comprendere come gli attuali proprietari del club abbiano deciso di porlo in vendita. L’investimento fatto con soldi presi a prestito, nonostante gli aumenti di fatturato, non ha generato quella redditività in grado di ripagare il prestito, inoltre a causa della chiusura dei rubinetti da parte delle banche, la proprietà è stata costretta, a sua volta, a prestare ingenti somme di danaro al club, che fruttano ulteriori interessi da pagare ad una società con sede nelle Isole Cayman, che fa capo sempre ai proprietari americani Hicks e Gillet. Bisogna anche aggiungere che la proprietà ha anche prestato garanzie per 110 milioni di sterline, necessario per il rifinanziamento del prestito bancario scaduto nel 2009. Il 16 aprile 2010, la proprietà del gruppo ha reso noto a mezzo di un comunicato, apparso sul sito internet ufficiale Liverpoolfc.tv, la volontà di cedere il club, nominando Martin Broughton, già presidente di British Airways PLC, come presidente della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, con un preciso mandato a vendere.
Il punctum dolens della situazione al 31 luglio 2009, è rappresentato dall’enorme costo del debito finanziario, che determina una situazione economica in perdita, la quale, a sua volta, aggrava ulteriormente la situazione patrimoniale già deficitaria. Infatti, le passività superano le attività determinando un patrimonio netto abbondantemente negativo e il 2008/2009 è il terzo esercizio consecutivo con un patrimonio netto negativo. Il quadro è completato dall’aumento dell’indebitamento finanziario netto che è passato da 299,8 milioni di sterline a 351,4 milioni di sterline. E i revisori di Kpmg Llp hanno in rilievo nella relazione, che la mancata risoluzione del problema dell’indebitamento finanziario possa minare il principio di continuità aziendale.
Per quanto riguarda il caso Liverpool vi sono delle analogie con il caso Manchester United. La prima è la modalità di acquisto dei due club, la seconda è la nazionalità statunitense dei proprietari. Infatti, in entrambi i casi è avvenuto l’acquisto del club di calcio ad opera di imprenditori statunitensi, con un’operazione di Leverage Buy-Out, ossia si è utilizzata una società indebitata con le banche per acquistare il club di calcio. Nel caso del Liverpool, la società veicolo utilizzata è stata: Kop Football Limited. Il 23 marzo 2007, Kop Football Limited acquisì il 100% della società Liverpool Football Club e Athletic Grounds Ltd, per un corrispettivo in contanti di 175 milioni di sterline, a cui sono stati aggiunti costi di acquisizione per 8,5 milioni di sterline, valorizzando l'investimento a 183,5 milioni di sterline. Questa operazione era supportata dalla convinzione che la redditività del club sarebbe stata in grado di ripagare il costo del debito oltre che rimborsare il debito stesso.
Secondo gli amministratori di Kop Football (Holdings) Limited, gli elementi chiave della strategia del Gruppo per la crescita sono: il rafforzamento della squadra di calcio, lo sfruttamento del marchio, e il finanziamento per la costruzione del nuovo stadio.
Dal punto di vista sportivo la stagione 2008/2009 ha visto il conseguimento del secondo posto in Premier League ed il raggiungimento dei quarti di finale in Champions League, con l’eliminazione subita ad opera del Chelsea. Il secondo posto in campionato ha permesso di aumentare il fatturato derivante dai diritti TV.
La struttura del Gruppo
La struttura del gruppo che controlla il Liverpool Football Club è piuttosto complessa. La holding finale risiede negli Stati Uniti, ma la proprietà passa poi, tramite una società con sede nelle Isole Cayman, denominata: "Kop Fottball (Cayman) Limited". Questa società, residente nel "paradiso fiscale" delle Isole Cayman, controlla, a sua volta, la holding del gruppo con sede nel Regno Unito, denominata: "Kop Football (Holdings) Limited".
La catena di controllo dall’alto verso il basso è la seguente: Kop Investment LLC (USA); Kop Football (Cayman) Ltd (Isole Cayman); Kop Football (Holdings) Ltd (UK); Kop Football Ltd (UK); Liverpool Football Club & Athletic Grounds Ltd. (UK).
La società: "Kop Investment LLC", con sede a Dallas, risulta registrata nello stato del Delaware (USA), forse per ragioni fiscali, tale società è la holding di controllo, che è di proprietà congiunta di George N. Gillett e Thomas O. Hicks. Questa società controlla Kop Football (Cayman) Ltd.
Kop Football (Cayman) Ltd, è una società, di cui si sa poco, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Cayman. Essa controlla Kop Football (Holdings) Ltd.
Kop Football (Holdings) Ltd è la società capogruppo del Regno Unito e ha presentato i conti consolidati derivanti dalle sue due controllate: Kop Football Ltd e Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited.
Kop Football Ltd è la società indebitata, che è stata utilizzata per l'acquisto del club di calcio. Tale società di fatto è solo una subholding, in quanto come attività possiede solo la società Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited. Liverpool Football Club & Athletic Grounds Limited è la società meglio conosciuta come "Liverpool FC". Questa è la società che è stata venduta da David Moores a Gillett e Hicks e che ora è di loro proprietà attraverso una serie di holding come sopra descritto. (1 - continua)

Luca Marotta
jstargio@gmail.com

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

martedì 27 aprile 2010

Sorpresa: il gruppo Chelsea è ancora indebitato con Abramovich

Nonostante una comunicazione del club londinese il bilancio al 30 giugno 2009 della Fordstam Limited, che controlla la squadra di calcio, presenta un debito infruttifero verso il suo proprietario per l’ammontare complessivo di 726,4 milioni di sterline



Dall’11 agosto 2009 , "Fordstam Limited", anagramma del nome dello stadio "Stamford", è la nuova denominazione della società controllante il gruppo in cui rientra il club di calcio professionistico denominato: "Chelsea Football Club". La precedente denominazione era: "Chelsea Limited". In ultima istanza il controllore del gruppo risulta essere Roman Abramovich.
Le società commerciali operative del gruppo sono le seguenti: Chelsea Football Club Limited, club di calcio professionistico; Chelsea Car Parks Limited, che si occupa della gestione dei parcheggi; Chelsea Digital Media Limited, con oggetto sociale riguardante la gestione della TV e del sito Internet; Chelsea Leisure Services Limited, che si occupa del fitness club e delle attrazioni destinate ai visitatori; The Hotel at Chelsea Limited, che si occupa della gestione di alberghi e servizio catering; Chelsea FC Merchandising Limited, che si occupa del merchandising, della vendita per corrispondenza e delle pubblicazioni; Chelsea FC plc, che è una subholding; Stamford Bridge Securities Limited, che è una holding immobiliare; Stamford Bridge Projects Limited, che opera nel settore della ristorazione. Inoltre esistono società non commerciali come Chelsea Training Ground Limited e altre tre società inattive.
Nella stagione 2008/2009 il Chelsea ha conseguito il terzo posto nella Premier, ha vinto la FA Cup ed è stato semifinalista in Champions League. La media spettatori nello stadio Stamford Bridge, che ha una capacità di 41.841 spettatori, è stata di 41.496, (41.074 nel 2007/2008), pertanto il tasso medio di occupazione dello stadio è stato del 99,17%.
Il bilancio consolidato al 30 giugno 2009, mostra, "sorprendentemente", ancora una situazione fortemente indebitata, con un indebitamento finanziario netto ammontante a 735,7 milioni di sterline (834,4 milioni di euro), comprensivo del debito infruttifero verso Roman Abramovich per l’ammontare complessivo di 726,4 milioni di sterline (circa 823,8 milioni di euro).
La sorpresa è dovuta al fatto che il sito del Chelsea, in data 13 febbraio 2009, aveva divulgato un comunicato, che, in sede di commento dei risultati al 30 giugno 2008, annunciava il dimezzamento dell’indebitamento, a seguito della conversione in capitale azionario di metà del prestito infruttifero dei soci: "Shareholder loans have been reduced to £339.8m while shareholder capital/equity has increased to £369.9m".
C’è un dettaglio, molto importante, che questo comunicato non dice, ossia che tale operazione si è concretizzata solo a livello di sub-holding: Chelsea FC plc, società controllata da Fordstam Limited e, a sua volta, controllante di Chelsea Football Club Limited.
In parole povere è avvenuto questo: Abramovich ha prestato i soldi a Fordstam Limited; Fordstam Limited li ha prestati a Chelsea FC plc e quest’ultima ha fatto prestiti alle sue controllate tra cui Chelsea Football Club Limited. Al 30 giugno 2008, il bilancio di esercizio di Chelsea FC plc, mostrava debiti verso controllanti a lungo termine per 339,8 milioni di sterline (385,4 milioni di euro) ed un patrimonio netto positivo di 369,8 milioni di sterline (419,4 milioni di euro). Nella sostanza, Fordstam Limited aveva convertito in capitale azionario una parte del suo credito, ma la stessa società rimaneva comunque indebitata con Abramovich, perché quest’ultimo ha preferito rimanere in veste di creditore.
In tale comunicato, nell’esporre i dati economico-finanziari, si fornivano elementi che non potevano essere analizzati compiutamente, poiché i dati si riferivano alla sub-holding Chelsea FC plc e non alla holding controllante di ultima istanza. Infatti, veniva dato rilievo ed importanza ad un fatturato lordo consolidato di 213,1 milioni di sterline e ad una perdita di 65,7 milioni di sterline. Nel bilancio consolidato di Fordstam, invece, la perdita esposta era maggiore, pari a 83,8 milioni di sterline, perché tale perdita considerava, tra l’altro, anche la perdita dell’avviamento a causa dell’impairment test (test che certifica la perdita durevole del valore di una posta di bilancio).
I dati del bilancio consolidato al 30 giugno 2009, sono stati esposti con un comunicato del 30 dicembre 2009, apparso sul sito del Chelsea. In tale comunicato è stato dato l’annuncio della conversione in capitale della restante parte del debito verso l’azionista, ammontante a 340 milioni di sterline: "Remainder of shareholder debt of £340m was capitalised".
Anche in questo caso dobbiamo rilevare che il comunicato in questione si riferisce a Chelsea FC plc e non alla sua controllante Fordstam Limited, che rimaneva indebitata con Abramovich. In effetti Fordstam limited ha convertito in capitale azionario di Chelsea FC plc la somma di 340 milioni di sterline (385,6 milioni di euro) ed il patrimonio netto di Chelsea FC plc, al 30 giugno 2009, risulta positivo per 709,8 milioni di sterline (805 milioni di euro).
In definitiva, mediaticamente era passato un messaggio che lasciava intuire che Abramovich avesse rinunciato al suo credito, per trasformarlo in capitale azionario, ma ciò non è ancora avvenuto a livello di Fordstam Limited ex Chelsea Limited.
Dopo questa digressione necessaria, ritornando al consolidato di Fordstam Limited, dobbiamo evidenziare che la perdita consolidata di 47,4 milioni di sterline è inferiore rispetto all’esercizio precedente del 43,37%, perché la riduzione dei costi è stata nettamente superiore al lieve calo di fatturato registrato. Le riduzioni maggiori sono dovute al fatto che nell’esercizio precedente si era registrata una perdita di 15,6 milioni di sterline a causa dell’azzeramento del valore di avviamento per "impairment test" e l’importo degli ammortamenti è stato superiore di 9,3 milioni di sterline. Inoltre si è verificato anche un incremento del 28,9% registrato dalle plusvalenze realizzate con le cessioni dei giocatori, aumentate di circa 6,4 milioni di sterline.
In questa sede esporremo i dati, al 30 giugno 2009, relativi al bilancio consolidato del gruppo "Fordstam Limited", utilizzando il seguente cambio: 1 EUR = 0,8711 GBP.
STATO PATRIMONIALE
Al 30 giugno 2009, il valore delle attività non correnti ammonta complessivamente a 290,3 milioni di sterline (circa 329,3 milioni di euro), mentre al 30 giugno 2008 risultavano pari a 353 milioni di sterline (circa 400,5 milioni di euro), con un decremento del 17,77%.
Le immobilizzazioni immateriali, risultano diminuite a 77,8 milioni di sterline (88,3 milioni di euro) da 143,6 milioni di sterline (162,8 milioni di euro) dell’esercizio precedente.
Le immobilizzazioni materiali ammontano a 212,5 milioni di sterline (241 milioni di euro), nel 2008 ammontavano a 209,5 milioni di sterline (237,6 milioni di euro). Per tale voce di bilancio, risultano effettuati investimenti per 12,4 milioni di sterline (14,2 milioni di euro) destinati in parte al centro sportivo di Cobham ed in parte allo stadio "Stamford Bridge".
Le attività correnti ammontano complessivamente a 89 milioni di sterline (101 milioni di euro) con un incremento del 7,43% rispetto all’esercizio precedente. I crediti con scadenza entro l’esercizio successivo registrano un incremento dell’11,5%, infatti sono passati da 56,2 milioni di sterline del 2008 a 62,7 milioni di sterline (71,1 milioni di euro). I crediti con scadenza oltre l’esercizio successivo ammontano a 19,8 milioni di sterline (22,4 milioni di euro) in diminuzione del 4,38%, rispetto al 30 giugno 2008. Essi comprendono nella voce "Other debtors" un prestito concesso, nel 1997 a Chelsea Pitch Owners plc (proprietari del campo del Chelsea), che al 30 giugno 2009 residuava per 8.645.944 sterline (9,8 milioni di euro). Tale prestito infruttifero, originariamente ammontante a 11,1 milioni di sterline, con data di rimborso indeterminata, fu concesso affinché Chelsea Pitch Owners plc acquisisse azioni di Chelsea Stadium Limited, all’epoca proprietaria del campo di gioco e soprattutto al fine di salvaguardare Stamford Bridge da operazioni di speculazione immobiliare. Contemporaneamente fu stipulato un contratto di concessione per 199 anni. In parole povere un operazione di vendi e affitta, fatta con i soldi dei tifosi.
Le disponibilità liquide risultano essere pari a 5,7 milioni di sterline (6,4 milioni di euro), con un incremento del 6,82% rispetto all’esercizio precedente.
I debiti con durata inferiore all’esercizio ammontano a 94,7 milioni di sterline (107,4 milioni di euro) con un decremento del 22,24% rispetto all’esercizio precedente (121,8 milioni di sterline). Questi debiti comprendono i ricavi anticipati per abbonamenti relativi alla stagione 2009/2010 per l’importo di 35,9 milioni di sterline.
I debiti con durata superiore all’esercizio espongono la cifra di 743,4 milioni di sterline (843,2 milioni di euro) con un incremento del 2,54% rispetto all’esercizio precedente (725 milioni di sterline). Essi comprendono i debiti verso i soci, che si trovano nella voce "Other loan" con un importo di 726,4 milioni di sterline (700,9 nel 2007/2008).
La voce fondi rischi per joint venture è esposta per complessive 3,5 milioni di sterline (circa 4 milioni di euro), al 30 giugno 2008 era esposta per 3,9 milioni di sterline (4,5 milioni di euro).
Il patrimonio netto è "spaventosamente" negativo per la cifra di 462,3 milioni di sterline (circa 524,3 milioni di euro) soprattutto a causa del riporto a nuovo di perdite di esercizi precedenti (474,9 milioni di sterline) e della perdita di esercizio in corso (47,4 milioni di sterline).
CONTO ECONOMICO
Il fatturato netto del gruppo, con esclusione della joint venture, per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2009, ammonta a 205,6 milioni di sterline (233,2 milioni di euro). Esso registra una flessione del 2,4%, rispetto all’esercizio precedente. Nel 2007/2008 risultava pari a 210,7 milioni di sterline (239 milioni di euro).
Il fatturato legato all’attività calcistica risulta pari a 185,2 milioni di sterline (210 milioni di euro), con una riduzione del 2,39% rispetto alla stagione precedente (189,7 milioni di sterline). Il fatturato legato all’attività calcistica comprende i ricavi derivanti dal settore dei media e dalle sponsorizzazioni oltre che dalla vendita dei biglietti. Il leggero calo è dovuto ad una riduzione dei ricavi da sponsorizzazioni.
Per quanto riguarda l’attività alberghiera e servizio catering, essa registra ricavi per 8,9 milioni di sterline (10 milioni di euro) sostanzialmente invariati rispetto al 2007/2008 (+0,15%).
L’attività di merchandising ottiene ricavi per 9,7 milioni di sterline (11 milioni di euro), con un incremento del 1,73% rispetto al 2007/2008.
I ricavi da servizi per il tempo libero ammontano a 1,2 milioni di sterline, segnano un decremento del 13,55% rispetto all’esercizio precedente.
I ricavi da attività immobiliare ammontano a 129 mila sterline, anche se trascurabili in valore assoluto, registrano un decremento dell’87,86%, mentre le altre attività (parcheggio, eventi e altro) producono ricavi per 518 mila sterline (86 mila sterline nel 2007/2008).
Le spese operative ammontano complessivamente a 281,7 milioni di sterline (319,5 milioni di euro), con un decremento del 10,71% rispetto a 315,5 milioni di sterline del 2007/2008 (357,8 milioni di euro). Esse vengono distinte in ordinarie e straordinarie.
Le spese operative ordinarie, che ammontanti a 269,1 milioni di sterline (305,2 milioni di euro), registrano un decremento del’7,98% rispetto all’esercizio precedente.
Le spese operative straordinarie ammontanti a 12,6 milioni di sterline (14,3 milioni di euro), riguardano l’indennità di licenziamento concessa a Scolari. L’anno precedente hanno toccato la ragguardevole cifra di 23 milioni di sterline (26,1 milioni di euro), per l’indennità di licenziamento concessa a due allenatori di prima squadra (Mourinho e Avram Grant) e ai loro staff.
Il costo del personale, se si considerano anche le spese operative straordinarie, ammonta complessivamente a 167,2 milioni di sterline (189,6 milioni di euro), registra un decremento del 2,86%, mentre se si escludono le spese per il licenziamento dei tecnici, tale costo registra un aumento del 3,72%. Il costo del personale riguarda 624 unità (610 nel 2008) di cui 79 appartenenti alla gestione sportiva (giocatori e staff compreso). L’incidenza percentuale del costo del personale sul fatturato è dell’81,28% (nel 2008 era 81,67%), ma se escludiamo la parte straordinaria riguardante il licenziamento di Scolari, tale incidenza scende al 75,15%. Tra gli altri costi operativi segnaliamo l’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali ammontante a 48,9 milioni di sterline (55,5 milioni di euro), con un decremento del 16,04% rispetto all’esercizio precedente. Da evidenziare che nell’esercizio precedente tra i costi è stata rilevata una "perdita di valore" dell’avviamento a causa dell’applicazione della procedura dell’ "impairment test" per 15,6 milioni di sterline (17,7 milioni di euro), questo importo, unitamente all’ammortamento e al fondo ammortamento, determinò l’azzeramento del valore dell’avviamento stesso. In parole povere il "valore recuperabile" dall’avviamento è stato considerato nullo.
L’ammortamento delle immobilizzazioni materiali è stato di 9,4 milioni di sterline (10,7 milioni di euro), con un incremento del 19,13% rispetto al 2007/2008.
E’ stata registrata un’eccedenza di plusvalenze derivanti dalle cessioni dei diritti alle prestazioni sportive pluriennali dei giocatori per 28,5 milioni di sterline (32,3 milioni di euro) in aumento rispetto all’anno precedente in cui avevano segnato la cifra di 22,1 milioni di sterline (25,1 milioni di euro). Le cessioni di giocatori più importanti hanno riguardato Bridge e Ben Haim al Manchester City, Sidwell all’Aston Villa e Alcides al PSV Einddhoven.
L’EBIT (il risultato prima degli interessi e delle tasse) è negativo per 46,8 milioni di sterline (53 milioni di euro), ma in misura nettamente inferiore rispetto all’anno prima.
La perdita di gruppo, al 30 giugno 2009, è di 47,4 milioni di sterline (53,9 milioni di euro) in decremento del 43,37% rispetto all’esercizio precedente (83,7 milioni di sterline pari a circa 95 milioni di euro).
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
Nella foto, tratta da englishfootballpost.com, lo stadio Stamford Bridge del Chelsea

martedì 20 aprile 2010

ESCLUSIVO/La semifinale dei bilanci: Barcellona batte Inter 11-0

"il pallone in confusione" pubblica lo studio del professor Josè Maria Gay sulla gara economico-finanziaria tra le due sfidanti di Champions League: ne risulta una schiacciante vittoria del club azulgrana

In occasione della semifinale di Champions League, che vede contrapposte il Barcellona e l’Inter, il professor José Maria Gay de Liébana y Saludas dell’Univeristà di Barcellona ha provato a giocare, in esclusiva per "il pallone in confusione", una partita virtuale basata sui dati economici, patrimoniali e finanziari dei due club. Ne è uscito decisamente vincente il club azulgrana. Nello studio intitolato "FC INTERNAZIONALE MILANO S.P.A vs FC BARCELONA - UEFA Champions League - El perfil económico de la semifinal de la Liga de Campeones 2009-2010" è stata analizzata la situazione economico-finanziaria delle due società calcistiche in base ai dati al 30 giugno 2009.
Sono stati considerati: l’evoluzione storica del fatturato; il confronto delle strutture degli stati patrimoniali, con le varie poste e i relativi indici; il confronto delle strutture del conto economico, con i relativi indici. Per l’evoluzione storica del fatturato ha considerato i dati dello studio che la Deloitte pubblica annualmente: "Football Money League", che riclassifica i fatturati dei club di calcio escludendo alcune voci di ricavo, come il "football trading" (plusvalenze da cessioni giocatori), mentre per gli altri confronti ha riclassificato i bilanci delle squadre per renderli comparabili.
PRIMA SFIDA: L’EVOLUZIONE DEL FATTURATO
Il confronto dei fatturati, dalla stagione 2002/2003 alla stagione 2008/2009, vede vincente il Barcellona per 6 a 1. Infatti, in base ai dati "Football Money League" di Deloitte, solo nella stagione 2002-2003 l’Inter batte il Barcellona con un fatturato di 162 milioni di euro contro 123 milioni del Barcellona. Dalla stagione successiva è un crescendo continuo del fatturato del club catalano, che raggiunge i 366 milioni di euro il 30 giugno 2009, sovrastando nettamente i 197 milioni dell’Inter. Un salto significativo nel fatturato di FC Barcelona è avvenuto nella stagione 2005/2006, anche a causa del successo in Champions League.
Il professore riporta anche la classifica per fatturati dei club europei, stipulata annualmente da Deloitte: "Football Money League", in tale classifica il Barcellona precede l’Inter, infatti il club catalano è al secondo posto dietro il Real Madrid, mentre l’Inter è nona, preceduta dalla Juventus. Inoltre ritiene che l’ingaggio di Mourinho segni un cambio nella strategia dello sviluppo del fatturato dell’Inter, confermato dal raggiungimento delle semifinali di Champions.
Dalla stagione 2002/2003 alla stagione 2008/2009 il fatturato del Barcellona è aumentato di 243 milioni di euro con un tasso di crescita del 197% in 6 anni. Nel medesimo periodo, per l’Inter l’evoluzione del fatturato non è stata caratterizzata da un continuo crescendo, ma da un alternarsi di incrementi e decrementi. Solo nella stagione 2005/2006, l’Inter ha superato la barriera dei 200 milioni di fatturato, raggiungendo la cifra di 206,6 milioni.
La tendenza regressiva del fatturato dell’Inter si constata con cali del 5,6% nella stagione 2006/2007 e dell’11,3% nella stagione 2007/2008. L’inversione è avvenuta nel 2008/09, ossia la stagione dello scudetto di Mourinho, con un incremento del 13,6%. Il professore considera che l’ingaggio di Eto’o potrà costituire una leva fondamentale per le aspirazioni del club, completando il modello firmato Mourinho. Gay individua subito un "vulnus" nella composizione percentuale del fatturato nerazzurro: la dipendenza da diritti TV. In effetti il fatturato derivante dai diritti Tv costituisce, con un incidenza storica del 60% circa sul totale, la voce più importante del fatturato dell’Inter, mentre quello derivante da attività commerciali e biglietteria costituiscono il punto debole.
Nel confronto tra le composizioni percentuali dell’ultimo fatturato dei due club, il Barcellona ne esce con una migliore distribuzione percentuale. Infatti il club catalano può vantare la seguente composizione percentuale del fatturato: 31% ricavi commerciali; 26% ricavi da biglietteria; 43% ricavi da diritti TV. L’Inter, invece, mostra la seguente composizione: 59% diritti TV; 14% ricavi da biglietteria e 27% ricavi commerciali.
SECONDA SFIDA: LA STRUTTURA DELLO STATO PATRIMONIALE
Il primo elemento che balza in evidenza è il patrimonio netto: quello dell’Inter risulta negativo per circa 50 milioni al 30 giugno 2009. Su questo patrimonio netto negativo incide la perdita di 154 milioni di euro, che è in linea con quella dell’esercizio precedente di 148 milioni.
Secondo il professor Gay in condizioni normali, "è difficile per una squadra di calcio di primo livello mantenere una struttura patrimoniale così fortemente deficitaria", tuttavia ciò è stato reso possibile per il continuo impegno a supportare finanziariamente l’Inter, da parte del suo socio di riferimento.
Per quanto riguarda il Barça, il patrimonio netto è positivo per 21 milioni, pari al 4,1% delle fonti di finanziamento. Anche se trattasi di cifre di debole consistenza, in ogni caso sono molto più solide di quelle del club di Milano.
La struttura dell’attivo dell’Inter è tipica di una squadra di calcio, in quanto le attività non correnti rappresentano il 78,9% del capitale investito, mentre le attività correnti incidono per il 21,1% del totale dell’attivo. In ogni caso il totale delle attività dell’Inter pari 412,8 milioni è inferiore a quelle del Barcellona pari a 510,1 milioni. Anche l’attivo non corrente del Barcellona supera quello dell’Inter: 350,1 milioni contro 326 milioni. In termini percentuali l’attivo non corrente del Barcellona incide meno sul capitale investito 68,6% contro il 78,9% dell’Inter. Anche per le attività correnti FC Barcelona supera l’Inter: 160,1 milioni contro 87 milioni. Per il club catalano le attività correnti rappresentano il 31,4% delle attività totali.
Le immobilizzazioni immateriali nette sportive dell’Inter sono superiori a quelle del Barcellona: 158,4 milioni contro 122,9 milioni. In termini lordi, per l’Inter, l'investimento totale in giocatori al 30 giugno 2009 è stato 276,5 milioni, con un ammortamento cumulativo di 118 milioni. Le immobilizzazioni immateriali lorde sportive del Barça risultano pari a 226,6 milioni, con ammortamento di quasi 104 milioni. In base a tale dato, il professor Gay deduce che il club milanese, è più aggressivo e potente rispetto al club catalano sul mercato dei giocatori. A questa "defaillance" il Barcellona sopperisce con l’ottimo lavoro del settore giovanile. Il Barça dispone però di immobilizzazioni materiali più consistenti rispetto all’Inter, a causa dello stadio di proprietà.
L’ammontare complessivo delle passività dell’Inter, correnti e non correnti, pari a 462,5 milioni, supera il totale delle attività (413 milioni). Il giudizio su questa struttura di passivo patrimoniale, da parte del professore, è allarmante e preoccupante in modo grave. La struttura del passivo del Barça vede un’incidenza del 25,4% per le passività non correnti pari a 129 milioni, mentre le passività correnti ammontanti a 360 milioni di euro rappresentano il 70,5% del capitale investito. Nell’eccessiva mole delle passività correnti, Gay individua il problema del Barcellona.
Ritornando all’Inter, le passività non correnti pari a 126,8 milioni, rappresentano il 30,7% delle attività totali, mentre le passività correnti ammontanti a 335,7 milioni di euro rappresentano l’80,3% delle attività totali, come si nota si supera il 100% a causa del deficit che determina un patrimonio netto negativo.
L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra passivo non esigibile (patrimonio netto) e debiti totali determina l’indice di indebitamento. Il valore ideale secondo il professore deve muoversi all’intorno di 1. Per il Barcellona tale indice è pari a 23,5, mentre per l’Inter è addirittura negativo per 9,3. Sebbene non ottimale è migliore la situazione del Barcellona.
Secondo il professor il club catalano deve affrontare la sfida dell’aumento della capitalizzazione con mezzi propri con una certa urgenza per raggiungere un miglior equilibrio finanziario.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile.
Anche per tale indice vince il Barcellona segnando un indice pari a 1,04 contro un valore inferiore all’unità dell’Inter pari a 0,89.
L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo circolante è in grado di pagare i debiti a breve. Per entrambi i club è l’attivo circolante non basta per pagare i debiti a breve. Tuttavia anche per tale indice vince il Barcellona segnando un indice pari a 0,44 contro 0,26 segnato dall’Inter. Per il professore, entrambe le squadre, ma maggiormente la società italiana, devono cercare di migliorare gli indici di solvibilità nel futuro, onde evitare seri rischi.
TERZA SFIDA: LA STRUTTURA DEL CONTO ECONOMICO
Il conto economico dell’Inter è stato riclassificato per renderlo comparibile a quello del Barcellona. Per quanto riguarda i ricavi operativi il Barcellona vince con 366 milioni, superando l’Inter che può vantare solo 222 milioni. L’Inter supera il Barcellona per quanto riguarda i costi operativi, esponendo costi per un valore di 376 milioni contro 361 milioni di euro del club catalano. Come conseguenza l’Inter registra una perdita operativa di 154 milioni, mentre il Barcellona espone un risultato operativo positivo per 5 milioni di euro.
Tuttavia, il professor Gay giudica anche molto elevata la tendenza alla spesa del Barcellona, rispetto al volume dei ricavi operativi. Entrambi i club, sono quindi puniti pesantemente con risultati della gestione finanziaria negativi, per 14 milioni di euro per il Barcellona e 4 milioni per l'Inter. Il risultato ordinario risulta comunque positivo per il Barcellona per 9 milioni di euro e negativo per 158 milioni di euro per l’Inter.
Per quanto riguarda la gestione straordinaria (vedasi plusvalenze) il risultato è positivo per entrambi i club, precisamente: 18 milioni per il Barça e 5 milioni di euro per l’Inter. Dopo le imposte il Barcellona espone un risultato positivo per 7 milioni di euro, mentre l’Inter espone una perdita netta di 154 milioni di euro.
IL COSTO DEL LAVORO EFFETTIVO
Il professor Gay determina la misura del costo del lavoro effettivo considerando la somma dei costi del personale più gli ammortamenti dei giocatori.
Il costo del lavoro effettivo dell’Inter ammonta a 251,1 milioni di euro, mentre per il Barcellona risulta pari a 270,8 milioni di euro (considerando anche i diritti di immagine pari a 15,6 milioni di euro).
L’incidenza di tale costo sui ricavi operativi vede vincente il Barcellona. Per il Barcellona l’incidenza del costo del lavoro effettivo sui ricavi operativi è del 74% per l’Inter è del 113%.
LA SFIDA DEL CASH FLOW
La sfida del cash è vinta dal Barcellona. Infatti, per quanto riguarda il cash flow (utile netto più ammortamenti), il Barça genera un importo positivo di 69 milioni di euro; mentre per l’Inter, a causa dell’elevatissima perdita d’esercizio, il cash flow resta negativo per 103 milioni di euro, determinando una cattiva situazione finanziaria.
Il professor José Mª Gay rapporta i cash flow ai debiti totali. Da questo rapporto emerge che il Barcellona è in grado, a parità di cash flow, di pagare i suoi debiti in 7 anni, infatti il tasso di copertura rilevato è del 14,1%, mentre per l’Inter è indefinito il tempo di copertura.
RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E DEBITI TOTALI
Per il Barcellona il rapporto tra ricavi operativi e debiti totali è del 75%, mentre per l’Inter è del 48%. Questo indicatore serve per verificare la correlazione tra debiti e ricavi e il professore giudica che per il Barcellona vi sia un adeguato rapporto tra reddito e debito totale.
RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E ATTIVITA’ TOTALI
Anche per il rapporto tra ricavi operativi e attività totali vince il Barcellona. Questo indice risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura? Nel club azulgrana, ogni 100 euro investiti si incassano 72 euro, segnando una rotazione molto buona degli investimenti effettuati. Per l’Inter, i ricavi operativi rappresentano solo il 54% del totale delle attività.
RAPPORTO TRA REDDITO OPERATIVO E ATTIVITA’ TOTALI
Secondo il professore questo indicatore è la chiave per calibrare il buon funzionamento di un club calcio. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente, i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati. Per il Barcellona risulta che per ogni 100 euro investiti si guadagnano 0,92 euro. Per l’Inter ogni 100 euro investiti si perdono 37,4 euro.
ROE - RETURN ON EQUITY (TASSO DI RENDIMENTO DEI MEZZI PROPRI)
Il rapporto tra risultato netto d’esercizio e mezzi propri risulta ovviamente a favore del Barcellona che ha un utile di esercizio ed un patrimonio netto positivo, al contrario dell’Inter. Anche se il professor Gay auspica un incremento dei mezzi propri del Barcellona.
Il professore conclude affermando che siamo di fronte ad una sfida tra due modelli organizzativi diversi della stessa attività, che non hanno risparmiato sforzi e risorse nel perseguimento dell’obiettivo della vittoria in Champions League.
Luca Marotta
jstargio@gmail.com
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il pallone in confusione

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