Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta euro 2008. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta euro 2008. Mostra tutti i post

giovedì 4 dicembre 2008

Pioggia di soldi dall'Uefa ai club: 43,5 milioni per Euro 2008

Ecco le italiane premiate che hanno fornito giocatori alla Nazionale per la fase finale dello scorso giugno: Juventus, Milan, Inter, Napoli, Lazio, Roma, Fiorentina, Palermo, Sampdoria, Genoa, Udinese, Siena e le retrocesse Livorno e Parma.

La Uefa distribuirà 43,5 milioni di euro tra 180 club che hanno fornito giocatori alle Nazionali per la fase finale di Euro 2008. Secondo i parametri stabiliti dall'accordo tra la Uefa e la European Club Association (ECA). Le società italiane riceveranno complessivamente 4.250.290 euro. Nel dettaglio, la Juventus incasserà 644.195 euro. Seguono Milan (624.590), Roma (537.763), Fiorentina (481.746), Inter (431.331), Udinese (344.505), Livorno (239.473), Siena (201.661), Lazio (201.661), Palermo (121.837), Sampdoria (121.837), Parma (117.636), Napoli (100.831) e Genoa (81.225). In testa alla speciale graduatoria per nazioni c'è la Germania con 6.805.065 euro, seguita da Spagna (5.106.650) e Inghilterra (4.843.370).
I 180 club che riceveranno denaro fanno parte di 24 delle 53 federazioni affiliate alla Uefa. I benefici, oltre a riguardare società di paesi esclusi dalla fase finale del torneo, gioveranno anche alle casse di numerose squadre che militano in divisioni inferiori dei vari campionati nazionali. In Italia è il caso di Livorno e Parma, retrocesse alla fine della scorsa stagione. I club che otterranno più soldi di tutti sono il Werder Brema (1.093.732 euro), l'Olympique Lione (1.039.115) e il Bayern Monaco (1.018109). La quota da attribuire ad ogni società è stata calcolata moltiplicando la "diaria" individuale di ogni calciatore per il numero di giorni in cui ciascun tesserato è stato impegnato a Euro 2008. L'accordo tra la Uefa e la ECA, l'organismo nato sulle ceneri del defunto G-14, ha preso in considerazione un periodo cominciato 14 giorni prima del match d'esordio di una selezione e terminato con la gara che ha sancito l'eliminazione. «E' la dimostrazione di una nuova armonia nel calcio europeo e della volonta di cooperazione tra federazioni e club per il bene dello sport», ha commentato il presidente della Uefa, Michel Platini. I contrasti tra la federazione continentale e le più importanti società sembrano ormai un lontano ricordo. La nuova partnership, ha detto ancora Platini, ha consentito di riconoscere ai club «benefici tangibili in virtù del loro contributo a Euro 2008». L'annuncio di oggi costituisce un «momento storico» secondo Karl-Heinz Rummenigge, presidente del Bayern Monaco e della ECA. Con il denaro assegnato alle squadre, «viene riconosciuto e ricompensato l'importante contributo del calcio di club al successo di una competizione per Nazionali».
Fonte: Adnkronos

sabato 28 giugno 2008

Qualche conto nelle tasche di Mister Lippi

All'allenatore toscano non basta la cifra di circa 1,5 milioni netti annui che guadagnerà fino al 2010, puntava al salto di qualità

Marco Liguori
Marcello Romeo Lippi, ritornato da giovedì scorso sulla panchina della Nazionale, non è solo un allenatore di calcio. Al contrario di Donadoni, che non è presente negli elenchi della Camera di Commercio, ha interessenze in quattro società. Al ct toscano non basta la cifra di circa 1,5 milioni netti annui che guadagnerà fino al 2010, che rappresentano un netto miglioramento rispetto alla somma di 1,2 milioni incassata fino ai Mondiali 2006: gli occorreva un salto di qualità, diventando uomo d’affari. Dalle ultime visure societarie si evince che ha una vera passione per il mattone e i lavori edili. Nel 2005 ha costituito nella natia Viareggio la Dast di Lippi Marcello & C. Sas con 50mila euro in conferimenti: ne è socio accomandatario con quota da 13mila euro. Soci accomandanti sono la moglie Simonetta Barabino (13mila euro) e i figli Davide (12mila) e Stefania (12mila). La società può effettuare «l’acquisto, anche a mezzo di locazione finanziaria, la vendita, il riscatto e la permuta di beni immobili»: può anche affittare e subaffittare, costruire e ristrutturare stabili. La Dast è una società in accomandita e non ha quindi l’obbligo di depositare il bilancio: non si possono esaminare i suoi conti.
Più recente è la costituzione della Promoinvest srl, risalente all’aprile 2007, con 25mila euro di capitale sociale su 100mila deliberato. La Dast ne possiede il 40% come anche la Country House Sas di Lucio Elia, mentre il medico della Nazionale nel Mondiale 2006, Enrico Castellacci, possiede il 20%. La Promoinvest, amministrata da Castellacci e Lippi, è attiva nelle opere sia private che pubbliche, in particolare alla «esecuzione di opere stradali, ferroviarie, idriche, fognarie, elettriche e simili» e può operare nell’alberghiero. Niente male: Lippi ha scelto di operare nei settori appalti e turismo, entrambi molto redditizi. Vista la limitata operatività della società, il primo esercizio si è chiuso con una perdita di 1924 euro. In rosso di 1544 euro anche la Health and Sport International Center srl, costituita nel settembre 2007, operativa nella realizzazione di beauty center e centri fisioterapici. E’ posseduta al 50% da Lippi e Elia. Invece, nella Capraia Diving Service sas, che commercializza articoli sportivi, Lippi è socio accomandante con una quota di 607,60 euro.
Epolis 28 giugno 2008 - pagina 7
(Riproduzione riservata)

giovedì 26 giugno 2008

Lippi è già il nuovo ct della Nazionale

La Federcalcio non ha perso tempo. Marcello Lippi è già tornato alla guida della Nazionale. La notizia è stata annunciata poco fa con un comunicato sul suo sito internet www.figc.it, a poche ore dalla nota ufficiale che ha sancito la conclusione del rapporto con l'ex-tecnico Roberto Donadoni. Lippi sarà presentato a Roma martedì prossimo primo luglio in una conferenza stampa a Roma. Il "nuovo" ct aveva lasciato la panchina azzurra dopo la vittoria del Mondiale del 2006 in Germania.
Marco Liguori

UFFICIALE - FIGC: ESAURITO CONTRATTO DONADONI

Finita la telenovela, si attende l'arrivo di Marcello Lippi tra domani e lunedì

In uno scarno comunicato la Figc ha spiegato che ''il presidente Abete ha ricevuto oggi nella sede della Figc, il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni. Nel corso dell'incontro, come annunciato, è stato fatto un bilancio dell'attività svolta negli ultimi due anni e nell'andamento dei campionati europei». 
La nota ufficiale della Federcalcio prosegue così: «Nel confermare a Donadoni sincera stima personale e apprezzamento per la serietà ed il qualificato impegno professionale che hanno contraddistinto il suo lavoro alla guida della nazionale, il presidente Abete ha altresì comunicato al tecnico la decisione della Figc di ritenere esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza».
La telenovela sul contratto del tecnico bergamasco è finita, adesso si attende la proclamazione di Marcello Lippi alla guida della Nazionale. Presumibilmente tra domani e lunedì.
Marco Liguori

++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++

ANSA (SPR) - 26/06/2008 - 15.38.00
++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++
ZCZC0345/SXB WRS40150 B SPR S0B S91 QBXB ++ CALCIO: FIGC UFFICIALIZZA, ESAURITO CONTRATTO DONADONI ++ (ANSA) - ROMA, 26 GIU - Roberto Donadoni non e' piu' il ct della nazionale. Lo ha comunciato la federcalcio, al termine di un lungo incontro tra Abete e il tecnico che ha guidato la nazionale del 2008. ''La federcalcio - precisa il comunicato - ritiene esaurito il rapporto contrattuale alla naturale scadenza''. (ANSA). GRN 26-GIU-08 15:37 NNN

Donadoni in Figc: fine della telenovela?

La telenovela del rapporto tra Roberto Donadoni e la Figc e è probabilmente giunta alla fine. Il ct della Nazionale è arrivato pochi minuti fa nella sede della Federcalcio a Roma per incontrare il presidente Giancarlo Abete. Ovviamente il punto centrale del vertice sarà la rescissione del contratto che prevedeva altri due anni, ma con la clausola particolare che permetteva di far decadere l'accordo stesso, da far valere da una delle due parti sottoscrittrici, entro 10 giorni dall'uscita dell'Italia dall'Europeo.
Donadoni, giunto a piedi assieme al segretario delle nazionali Mauro Vladovich, si è limitato a proferire un semplice e laconico «parlo dopo». L'allenatore è già a Roma dalla tarda mattinata. Si attendono gli sviluppi dell'incontro. Probabilmente nei prossimi giorni ci sarà l'annuncio di Marcello Lippi.
Marco Liguori
(riproduzione riservata)

mercoledì 25 giugno 2008

Tropenscovino: «Donadoni ha diritto a una buonuscita»

Secondo l'avvocato del ct «il ritorno di Lippi è quasi inevitabile». E aggiunge sul tecnico bergamasco: «E' un grande allenatore e avrà sicuramente un futuro in una squadra di club. Lì dimostrerà tutto il suo valore».

I titoli di coda della film riguardante la storia tra Donadoni e la Figc sono ormai stati resi noti. Dopo l'addio sentenziato stamattina dal presidente federale Abete, oggi pomeriggio è toccato all'avvocato del ct, Roberto Tropescovino, rilasciare alcune dichiarazioni all'emittente televisiva La 7 riguardo alla chiusura del rapporto contrattuale. «Credo che Donadoni abbia diritto - ha spiegato il legale -  anche a una buonuscita. Del resto ha lavorato e come tutti quelli che hanno lavorato ha diritto a essere compensato». 
Tropescovino ha dato ormai per scontato che l'accordo sarà estinto allo scadere dei dieci giorni dopo l'eliminazione dell'Italia da Euro 2008. «Credo che Abete abbia già le idee chiare - ha sottolineato ai microfoni de La 7 - e quindi che un ritorno di Lippi sia quasi inevitabile. La scadenza è il 3 luglio, ci sono ancora giorni per riflettere, anche se penso che questa decisione sara' presa forse in settimana». Riguardo al futuro di Donadoni, l'avvocato non crede che esistano problemi : «Lui è un grande allenatore e avrà sicuramente un futuro in una squadra di club. Lì dimostrerà tutto il suo valore».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

La telenovela di Baden

Abete ha chiarito stamane che con Donadoni nel ritiro austriaco «si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Ma allora perché il ct ha accettato, visto che il 20 maggio aveva rifiutato questa condizione?

Colpo di scena nella telenovela per il contratto di Donadoni con la Figc. Poco fa il presidente federale Giancarlo Abete ha dichiarato che «nel contratto firmato a Baden con Donadoni si è tornati alla formula iniziale che non prevedeva nessuna clausola di rescissione esercitabile dalle parti – che prevedeva una penale di 900mila euro lordi – e invece si è tornati alla formulazione iniziale del contratto che prevedeva un rinnovo automatico del rapporto in caso di raggiungimento di semifinale o finale». Abete ha confermato la «stima sotto l'aspetto umano e professionale» per l’allenatore bergamasco.
C’è qualcosa che però non torna in questa vicenda. Il 20 maggio scorso il commissario tecnico aveva dichiarato che «accettare le proposte che mi hanno fatto era contrario alla mia dignità», riferendosi proprio alla clausola del raggiungimento dell’obiettivo minimo della semifinale. Come mai questo dietrofront improvviso di Donadoni? E perchè ha accettato? Forse per una soluzione bonaria della questione, che rischiava di trascinarsi per le lunghe in vista degli ormai imminenti Europei. Ma è soltanto un’ipotesi, visto che non ci sono altri elementi per ora al riguardo.
L’unico aspetto chiaro riguarda lo scioglimento del contratto. Stamattina il presidente federale ha spiegato che «non dovrò procedere ad alcun esonero qualora ritenessi di non confermare il tecnico, col quale peraltro dovrò parlare in questi giorni. La formula prevede infatti una semplice estinzione del rapporto». Dunque nessun esonero, ma solo estinzione naturale dell’intesa.
Adesso si attende l’eventuale replica di Donadoni. La telenovela (forse) continua.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

martedì 24 giugno 2008

Nessuna penale per Donadoni

La Figc risparmierà 550mila euro. Tuttavia dovrà pagare lo stipendio maturato al ct attuale e al suo staff: oltre a 1,5-2 milioni per il nuovo allenatore, Marcello Lippi

La Figc tira un sospiro di sollievo. L'eventuale mancata conferma del prolungamento dei contratto con Roberto Donadoni, dopo l'eliminazione da Euro 2008, non comporterà il risarcimento di sei mensilità. L'indiscrezione è circolata in queste ore: sin da lunedì scorso si era parlato di una penale che la Federcalcio avrebbe dovuto pagare, pari a 550mila euro. Dunque il presidente Giancarlo Abete dovrà pagare soltanto 1,5-2 milioni per l'ingaggio di Marcello Lippi, oltre allo stipendio dovuto a Donadoni e al suo staff, che sarà sostutuito da quello del nuovo commissario tecnico.
Nella proposta di rinnovo preparata dalla Federazione, era stata prevista anche la penale, in caso di esonero, oltre ai dieci giorni di tempo per rescindere il contratto successivi al termine degli Europei. Lo scorso 20 maggio Donadoni aveva detto: «Ringrazio il presidente Abete ma non ce n'è bisogno». Infatti, nel testo definitivo dell'intesa questa clausola è stata cancellata.
Analogamente non è stata prevista alcuna penale per il ct, il cui incontro con Abete non è stato ancora fissato. Tuttavia, secondo voci di corridoio dovrebbe avvenire entro la fine di questa settimana.
Marco Liguori
(Riproduzione riservata)

BBC: "Donadoni non è più il ct dell'Italia"

Ma la Figc smentisce categoricamente

(Apcom) - Secondo la Bbc Roberto Donadoni non è più il commissario tecnico della nazionale italiana. Il network pubblico britannico ha riferito l'indiscrezione raccolta, parlando di "separazione", attraverso il proprio sito internet. Dalla Figc fanno sapere che «non è assolutamente stata ufficializzata una simile notizia».
La Bbc riferisce di avere appreso la notizia «dalla federcalcio italiana». Donadoni, che ieri aveva respinto categoricamente l'ipotesi di sue dimissioni dall'incarico di Ct, in caso di conferma lascerebbe la panchina azzurra dopo due anni. L'ex allenatore del Livorno ha firmato un rinnovo biennale prima dell'avventura ad Euro 2008, terminata domenica con la sconfitta nel quarto di finale con la Spagna (4-2 a Vienna dopo i calci di rigore, 0-0 dopo i tempi supplementari). Donadoni ha ereditato la panchina azzurra da Marcello Lippi, vincitore nel 2006 del quarto titolo iridato nella storia del calcio azzurro (vittoria in finale sulla Francia ai calci di rigore). La Figc, secondo le indiscrezioni circolate dal termine della partita con la Spagna, in caso sarebbe intenzionata a riportare Lippi sulla panchina della nazionale.

lunedì 23 giugno 2008

Un addio da oltre 2 milioni di euro

A tanto ammonterebbe la cifra per la Figc, nel caso in cui fosse dato il benservito a Donadoni e arrivasse Lippi

«Della clausola non ci sarà bisogno, se il rendimento della squadra non dovesse essere all'altezza, sarei io il primo a togliere il disturbo». A parlare così è Roberto Donadoni: era il 20 maggio scorso ed era passata una sola settimana dalla sottoscrizione del suo nuovo contratto con la Figc. Parole completamente diverse da quelle pronunciate in conferenza stampa questa mattina: «Dare le dimissioni? Non mi passa per l'anticamera del cervello. Non è un rigore sbagliato a far cambiare il mio parere su un Europeo, sarei uno stupido». Il problema è però che non sono i due tiri dal dischetto di De Rossi e Di Natale che pongono sub judice Donadoni. C’è stata una serie di errori, a cominciare dalla rinuncia al gioco offensivo, con la posizione sola e sconsolata di Toni, alla posizione da mediano arretrato di Aquilani con la Spagna, allo spregiudicato e inconcludente 4-3-3 contro l’Olanda, con Materazzi e Barzagli come pesci fuor d’acqua. E in più, il fatto che la squadra ha saputo soltanto segnare su calci piazzati. Ma di tutto questo sarà solo la Figc a dare il suo insindacabile giudizio.
Già, ma adesso cosa farà la Federazione? Per cercare di capire meglio la complessa situazione, bisogna esaminare le linee guida dell’accordo di metà maggio. In esso vi è contenuto il prolungamento di due anni fino ai mondiali del Sudafrica con una clausola reciproca di rescissione (con annessa penale), che può essere esercitata da entrambe le parti entro i dieci giorni successivi alla termine di Euro 2008. Domenica prossima ci sarà la finale del torneo. Quindi, il destino del ct azzurro si compirà presumibilmente entro la prima decade di luglio. Donadoni aveva rifiutato la clausola del raggiungimento necessario e sufficiente della semifinale all’Europeo, che legava il suo prolungamento per altri due anni. Abete, da quanto si legge oggi sul sito della Figc, sta ponderare molto bene la sua decisione di un eventuale esonero. «Con Donadoni avrò un incontro già nei prossimi giorni – ha detto il numero uno della Figc dopo la sconfitta con la Spagna – per una riflessione complessiva su questi Europei e ragioneremo con grande attenzione cercando di programmare il futuro». Secondo Abete «il comportamento della squadra in questo Europeo è stato positivo». Il suo atteggiamento molto prudente è dettato da un semplice e giusto calcolo. Il nuovo accordo prevede che l'ingaggio di Donadoni era innalzato ai livelli del suo predecessore Marcello Lippi, campione del mondo nel 2006, circa 1,2 milioni di euro netti a stagione: la penale per l’eventuale esonero da parte federale, si aggirerebbe probabilmente attorno al 30% dello stipendio. Pari a circa 360mila euro: stamattina si parlava di una cifra probabilmente ancora più alta, pari a 500mila euro. E’ vero che Abete il 20 maggio scorso aveva precisato che «il rinnovo biennale avrà una clausola reciproca di rescissione libera che si basa su un'assunzione di responsabilità. C’è una stretta di mano che rappresenta la forte volontà di continuare a lavorare insieme». Però il presidente dovrà fare due conti e pensare che se conviene pagare la penale a Donadoni e prendere nuovamente “Cincinnato” Lippi. Il quale accetterà probabilmente soltanto per una cifra compresa tra 1,5-2 milioni. Insomma, nella migliore delle ipotesi l’addio a Donadoni costerà nella migliore delle ipotesi (facendo un calcolo spannometrico) 2 milioni: a ciò però la Figc dovrà elargire le cifre da elargire allo staff tecnico che accompagna l’attuale ct. I ritorni di fiamma nel mondo del pallone costano, anche per la Nazionale.
Marco Liguori

Donadoni e il calcio della paura

Con Toni "centroboa" solitario marcato stretto dai difensori della Spagna e Cassano relegato a compiti di centrocampista non si poteva certo andare in finale. E adesso ritornerà Lippi, come Cincinnato a salvare la patria in vista delle qualificazioni per i Mondiali 2010

«Signore e signori, buonanotte». Come faceva la Rai quando terminava i programmi nei lontani anni ‘50-60-70 (con tanto di antenna che risaliva su nel cielo) la Nazionale ha salutato questa notte Euro 2008. L’uscita di scena è avvenuta ai rigori nel quarto di finale contro la Spagna. Il problema non è costituito dalla sconfitta alla lotteria delle massime punizioni, ma nella condotta di gara. Come avevamo già scritto dall’inizio del torneo continentale, il problema dell’Italia di monsieur le Donadon è quello di aver impostato il gioco finalizzato verso una sola punta di ruolo, per giunta non in forma brillante, ossia Toni. Anche nella gara contro le "furie rosse" il povero attaccante del Bayern si è ritrovato per la quarta volta di fila a giocare nel ruolo di "centroboa" solitario contro difensori arcigni e molto attenti a non lasciagli mai un solo metro di spazio per poter operare. Stasera si è compiuto il "capolavoro" del ct bergamasco: Cassano, che avrebbe dovuto giocare in avanti a liberare spazi per Toni e a passargli palloni preziosi, è stato limitato a effettuare compiti di copertura anche a centrocampo. In più, Aquilani, De Rossi e Ambrosini sono stati sacrificati in ruoli di copertura per bloccare le discese dei centrocampisti iberici: ma mai si sono visti in fase di costruzione della manovra. Anche Perrotta, posto dietro il talento (stasera sprecato) di Bari vecchia e Toni, invece di fare il "suggeritore" per gli attaccanti si limitava a compiti di tamponamento degli avversari. Intendiamoci, qualsiasi attaccante che si fosse trovato in questo tipo di gioco avrebbe fatto la fine di Toni.
Con queste premesse, non si poteva non arrivare al pareggio, contornati dai tempi supplementari e dai calci di rigori. Poche le occasioni da gol (come quella del colpo di testa di Di Natale, subentrato a Cassano, e quella del tiro di Camoranesi respinta con il piede dal portiere spagnolo Casillas): anche la Spagna si è adeguata e ha giocato tutta contratta a centrocampo. Si è dunque giocato il calcio della paura, come fu nel quarto di finale dei Mondiali ’98 tra Italia e Francia: come allora, logicamente si è terminato con la serie dal dischetto. La vittoria di martedì scorso contro i transalpini è stato un fuoco fatuo, anche se si è sperato che avesse dato la scossa agli azzurri: i francesi erano completamente bolliti, giunti alla fine del loro ciclo di vittorie. Non a caso la Nazionale ha segnato i suoi unici tre gol su calci piazzati. Quello di Panucci con la Romania su azione di calcio d’angolo; quelli contro la Francia su rigore calciato da Pirlo (procurato da Toni) e su calcio di punizione di De Rossi deviato da Henry. Davvero poco per poter sperare di proseguire verso la finale.
E adesso si parla dell’addio di Donadoni: voci di corridoio riportano del ritorno di Lippi, quasi come Cincinnato a salvare la patria, in vista delle qualificazioni per il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Il ct bergamasco paga anche la colpa (niente affatto sua) del suo incarico a termine deciso dalla Figc: forse non visto favorevolmente dal presidente Giancarlo Abete per essere stato nominato dal commissario Guido Rossi. Ad ogni modo, anche questo clima ha inciso negativamente sulla spedizione in Svizzera e Austria: quando si potrà trovare un po’ di pace nel club azzurro?
Marco Liguori

mercoledì 18 giugno 2008

La Nazionale che fila dritto

L’undici di Donadoni ha surclassato una Francia spenta e incontrerà domenica la Spagna tritatutto. Nella serata positiva emergono la mancanza di calma di Pirlo e il gioco d’attacco ancora troppo incentrato sul centroboa Toni


«L’Italia filava…e filava, filava…filava dritto». La canzone di Rino Gaetano rende perfettamente l’idea del gioco della Nazionale di ieri sera contro la Francia: finalmente tonica e aggressiva, con Grosso e Zambrotta che corrono sulle fasce e crossano mettendo in difficoltà la difesa avversaria. Il centrocampo ha fatto finalmente filtro, sovrastando quello dei "galletti" quasi mai in partita, con De Rossi ispirato e concreto. L’uscita di Ribery per infortunio (l’unico che poteva impensierire con i cross gli azzurri) e il fallo da rigore di Abidal su Toni (con conseguente espulsione) hanno demolito definitivamente i francesi. Anzi, la difesa transalpina era decisamente in affanno: peggio ancora proprio Abidal, che aveva consentito in apertura al centravanti azzurro di sgusciare solo davanti al portiere Coupet (ieri sera finito due volte "fuori strada"), purtroppo sbagliando una clamorosa occasione. Il nuovo entrato Boumsong ha confermato la pochezza del reparto: nella Juve in serie B dell’anno scorso ha lasciato brutti ricordi. A completare la serata, la prestazione perfetta dell’Olanda che non ha regalato "biscotti" a nessuno: anzi, ha offerto una indigesta Sachertorte (facciamoci del male alla Nanni Moretti) a una Romania mediocre, che solo una prestazione non troppo brillante dell’Italia aveva esaltato e illuso.
L’Italia ha dunque scacciato i fantasmi del Mondiale del 1954, con Donadoni portato sugli scudi. Con tutta probabilità le "punzecchiature" della stampa sportiva sono servite a qualcosa: la scelta di gettare subito Cassano nella mischia si è rivelata decisiva, così come quella di registrare la difesa con Chiellini e Grosso. Decisioni invocate più volte a furor di popolo. Il fuoriclasse di Bari Vecchia non ha offerto giocate entusiasmanti, ma è stato utile anche in fase di possesso palla. E adesso il ct (ieri sera per fortuna ha tolto il suo velo di tristezza dal viso) dovrà affrontare la Spagna. Avversario temibile visto che non è solo composto dai suoi attaccanti Torres e Villa, ma da un collettivo micidiale. Anzi, il centrocampo è la sua forza, che ha letteralmente tritato Russia e Svezia (sempre più dipendente dalle giocate di Ibrahimovic, un grande limite) e oggi farà polpette anche della Grecia campione uscente (nel senso di essere già stata eliminata) per incassare il terzo milione di euro per l'ennesima vittoria. E proprio nella linea mediana del campo Donadoni avrà il suo grave problema, che speriamo che non lo porti nuovamente a tentennare come un novello Carlo Alberto di Savoia durante la Prima guerra d’indipendenza: bisognerà trovare l’alternativa agli squalificati Pirlo e Gattuso. Forse meglio affrontare con un deciso 4-4-2 le "Furie rosse" per bloccarle sulle ali. Aquilani, Camoranesi o Ambrosini? Di Natale in avanti a sostegno di Toni? Vediamo cosa tirerà fuori dal cappello a cilindro il commissario tecnico bergamasco domenica sera a Vienna.
Nell’ebbrezza della vittoria non bisogna dimenticare i punti deboli della Nazionale. Su tutto, la mancanza di calma e carattere: il fallo di ritorsione di Pirlo su un centrocampista avversario, commesso a pochi secondi dal termine del primo tempo, dopo il secondo rigore non concesso dall’arbitro per fallo su Toni dopo la splendida punizione calciata da Grosso e miracolosamente parata da Coupet. E’ stata una cattiveria inutile, che mette in grave difficoltà Donadoni, che sarà privo del faro del gioco azzurro.
Il secondo problema è costituito dal fatto che la squadra non ha ancora segnato su azione. Dopo il gol su azione di calcio d’angolo di Panucci con la Romania, anche ieri sera due realizzazioni con il pallone fermo: il rigore di Pirlo e la punizione di De Rossi con l’autorete beffarda di Henry. Con la Francia c’è stata però una buona dose di sfortuna: Toni le ha provate tutte e si è anche procurato il rigore. Però c’è da dire che ancora una volta il gioco offensivo converge solo e unicamente su di lui, che ricopre il ruolo di centravanti-centroboa a cui non è abituato. Occorre che ci siano i compagni (Cassano in primis) a liberare spazi per lui, attirando e trascinando gli avversari fuori dalle proprie zone di competenza. Oppure occorre una valida spalla per il centravanti del Bayern, che è ancora troppo solo in avanti.
Infine, finalmente si è vista una difesa impeccabile. Unico problema: si concedono troppi spazi per i tiratori avversari dalla distanza, come è accaduto ieri sera con Benzema alcune volte. Si parte per la corrida di Vienna: chi sarà "el matador"?
Marco Liguori

lunedì 16 giugno 2008

Somiglianze pericolose

Italia-Francia di domani sembra avere numerose analogie poco benauguranti con il Mondiale del 1954 in Svizzera, quando l'Italia fu eliminata nel girone iniziale dalla squadra di casa

E così siamo arrivati all’ultima spiaggia: Italia-Francia nella “fatal” Zurigo. Un bel rebus, visto che non sarà sufficiente per entrambe vincere. Domani sera a Berna bisognerà vedere se l’Olanda cederà alla tentazione di dare il “biscotto” alla Romania per consentirle di qualificarsi. In alternativa, la formazione di Van Basten potrà battere la squadra di Piturca per accaparrarsi la “torta” di un milione di euro (onestamente sarebbe più succulenta) per la sua terza vittoria consecutiva: in totale sarebbero tre milioncini puliti per aver demolito in fila Italia, Francia e (eventualmente) appunto la Romania.
Intanto, come in qualsiasi sfida decisiva che si rispetti, è iniziata la ridda di voci su tattiche e schieramenti. Stamattina l’Equipe, il quotidiano d’Oltralpe, ha scritto che il ct Domenech starebbe pensando almeno a tre cambi rispetto alla formazione che ha subito il cocente 4-1 dall'Olanda. A rischiare il posto sarebbero Thuram, Sagnol e Malouda, se non addirittura anche Makelele. Avrebbe provato successivamente anche uno schema 4-4-2, in alternativa al 4-2-3-1. Donadoni metterà finalmente in campo Cassano sin dal primo minuto: e poi «sarà quel che sarà», come diceva la famosa canzone di Josè Feliciano al Festival di San Remo del 1971.
Sugli azzurri, oltre al pensiero del match di domani, c’è l’ombra di un precedente poco benaugurante: l’eliminazione nella fase iniziale dei Mondiali del 1954 che si disputavano proprio in Svizzera. Molti tifosi staranno sicuramente praticando gli scongiuri di rito, ma a 54 anni di distanza ci sono diverse similitudini con quella sfortunata spedizione. Gli amanti della cabala e della numerologia (o di Nostradamus) potranno intravedere la prima nella ripezione del numero 54 oltre alla coincidenza del luogo dove si disputarono i Mondiali e gli attuali Europei. Tralasciando questo aspetto ai confini della superstizione, scendiamo nei particolari tecnici che causalmente presentano analogie preoccupanti. Il primo riguarda i tentennamenti del commissario tecnico di allora, Lajos Czeizler, che sono molto simili a quelli di Donadoni. L’allenatore di origine ungherese, che aveva vinto nel 1950-51 lo scudetto con il Milan del trio Gre-No-Li, schierò nelle tre partite con Svizzera, Belgio e nello spareggio con la squadra di casa altrettante formazioni diverse. Identico atteggiamento sta tenendo l’attuale ct. Lo spiega molto bene nella sua storia dei Mondiali di calcio su www.napolisport.it il grande cronista sportivo napoletano, Mimmo Carratelli. «Czeizler chiamò in nazionale i giocatori – racconta Carratelli – della frizzante Fiorentina (l’intera difesa con Costagliola, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato), un trio juventino (gli attaccanti Muccinelli, Ricagni, un oriundo argentino, Boniperti) più Pandolfini che giocava mezz’ala nella Roma e l’ala milanista Frignani. Ignorò i calciatori dell’Inter che, allenati da Foni, praticavano il “catenaccio” e, prima del Mondiale elvetico, avevano vinto due scudetti di fila». Ma alla vigilia della trasferta in Svizzera «Czeizler perse la sua convinzione offensivista – prosegue il giornalista partenopeo – e, pressato dalla stampa milanese, rinunciò al blocco fiorentino e richiamò in nazionale quelli dell’Inter. Nella squadra nerazzurra c’erano giocatori stranieri decisivi, che ne comandavano il gioco e di cui non esistevano omologhi italiani da convocare in azzurro». Altra somiglianza, la demenzialità della formula. Nel 1954 erano stati previsti quattro gironi, in cui le due teste di serie e le due squadre di seconda fascia non si incontravano. Agli Europei 2008 non solo è stato consentito che nel gruppo dell’Italia si incontrassero tra loro due squadre provenienti dallo stesso girone di quelificazione (Italia e Francia, Romania e Olanda) ma anche che, per il meccanismo della parte alta e bassa del tabellone, le due coppie di semifinaliste potrebbero essersi già scontrate nella fase a gironi. Davvero una bella “fonduta” in stile Uefa, che risulta anche noiosa: sembra di vedere una sfida infinita tra le solite quattro squadre.
La prima partita fu persa per 2 a 1 contro la Svizzera il 17 giugno, che attuava il “verrou” ossia il catenaccio che si dimostrò molto efficace. Si vide subito l’enorme confusione tattica della nostra Nazionale, che schierava in campo giocatori che adottavano un tipo di gioco completamente differente da quello chiaramente offensivo di Czeizler. Questa la prima formazione: Ghezzi, Vincenzi, Giacomazzi, Neri, Tognon, Nesti, Muccinelli, Boniperti (capitano), Galli, Pandolfini, Lorenzi. L’arbitraggio del brasiliano Viana a favore degli elvetici scatenò le ire dei giocatori e della stampa italiana. Il suo capolavoro fu quello di annullare un gol a “veleno” Lorenzi, il mitico centravanti dell’Inter, che, nel corso di una concitata discussione verso la fine della gara, gli rifilò un calcione negli stinchi. Anche in questo Europeo la Nazionale è stata vittima di errori arbitrali: quelli più clamorosi da parte del fischietto norvegese Ovrebo nella seconda gara con la Romania.
Il 20 giugno si disputò la seconda partita allo stadio Comunale di Cornaredo a Lugano con il Belgio e il ct ungherese sfodera la sua seconda formazione: via Vincenzi, Muccinelli, Boniperti, dentro Magnini, Cappello e Frignani. L’Italia vince 4 a 1 e, per l’assurdità del regolamento, deve incontrare nello spareggio per accedere ai quarti di finale la Svizzera, che aveva perso 2-0 con l’Inghilterra, poiché l’aveva raggiunta a quota 2 punti nel girone.
Tre giorni dopo la partita decisiva con gli elvetici a Basilea fu un disastro annunciato. Il racconto di Carratelli è illuminante. «La vigilia della partita, trascorsa in un principesco ritiro nei pressi di Basilea, fu contrassegnata da liti e insubordinazione dei giocatori che rivelarono la completa mancanza di polso di Czeizler. Questi, per giunta, in piena confusione, cambiò la formazione che aveva battuto i belgi. Schierò un nuovo portiere (lo juventino Viola al posto di Ghezzi), cambiò un mediano (il sampdoriano Mari per Neri), rinunciò in attacco all’acrobatico Galli e al poderoso Cappello, preferendogli due “pesi leggeri”, Muccinelli e Lorenzi, e inserì a mezz’ala il fiorentino Segato che era piuttosto un mediano». Finì 4-1 per la nazionale rossocrociata, che colpiva agevolmente in contropiede l’Italia tutta sbilanciata in avanti, con un centrocampo completamente squilibrato che non svolgeva il filtro necessario alle veloci e concrete manovre avversarie.
Adesso si aspetta Italia-Francia domani: Donadoni come sceglierà di giocare? Farà altri cambi, oltre a Cassano invocato a furor di popolo, rispetto alla gara con la Romania? Che la dea Eupalla lo assista!

http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati