Ricerca personalizzata
Visualizzazione post con etichetta milan. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta milan. Mostra tutti i post

sabato 14 maggio 2011

ESCLUSIVO/Il Milan fa pace col fisco, ma pagherà di più grazie al premier/proprietario Berlusconi

L'Agenzia delle entrate ha notificato lo scorso dicembre alla società rossonera tre avvisi di accertamento ed un atto di contestazione per presunte violazioni tributarie. Il club ha presentato istanza di adesione per chiudere la questione: di recente però il governo ha aumentato le sanzioni da pagare nella legge di stabilità


Il fisco ha bussato alle porte della sede del Milan in via Turati. La notizia è riportata dalla società rossonera alle pagine 68 e 154 del documento di bilancio chiuso al 31/12/2010. Infatti nella nota integrativa del consolidato e del civilistico si spiega che nello scorso dicembre l’Agenzia delle entrate della Lombardia «a seguito del controllo della posizione fiscale di A.C. Milan spa relativa all’anno 2005, ha notificato tre avvisi di accertamento ed un atto di contestazione principalmente motivati da presunte violazioni consistenti in...» Il club controllato dalla Fininvest, la finanziaria del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, elenca di seguito le contestazioni. «Indebita deduzione di componenti negativi – prosegue la nota integrativa – a fini Irap; indebita detrazione Iva e mancata autofatturazione di operazioni rilevanti ai fini di quello stesso tributo; omessi effettuazione e versamento di ritenute su redditi di lavoro dipendente; violazioni riconducibili tutte alla riqualificazione come “fringe benefit” dei compensi corrisposti a procuratori sportivi, in massima parte nell’ambito di operazioni di trasferimento e/o rinnovo contrattuale di giocatori».

Il 16 febbraio scorso il Milan ha presentato istanza di adesione prevista dall’art. 6 comma 2 del Decreto Legislativo 218/97, risalente al governo Prodi in cui era ministro delle finanze Vincenzo Visco. La decisione del club rossonero è stata presa, si legge sempre nella nota integrativa, «contando di potersi avvalere – ai fini della riforma di tali atti – anche degli esiti del tavolo di lavoro istituito sulle stesse problematiche dalla Lega Calcio e dalla Direzione centrale accertamento dell’Agenzia delle entrate».

Ma che cos’è l’adesione? La Libera Associazione sindacale commercialisti spiega sul proprio sito che «è un istituto che consente sia al contribuente sia all’amministrazione finanziaria di concordare la maggiore imposta dovuta, a seguito di accessi, ispezioni e verifiche (art. 6 comma 1 D.Lgs. 218/97) ovvero in conseguenza alla notifica di un avviso di accertamento o atto similare (art. 6 comma 2 D.Lgs. 218/97). E’ quindi permesso al contribuente di definire con l’amministrazione finanziaria qualsiasi tipo di reddito per il quale non siano decorsi i tempi per l’accertamento». In pratica è un accordo tra fisco e contribuente per definire la pretesa con reciproci vantaggi. La legge istitutiva dell’adesione, sottolinea la Guida pratica del 31 gennaio scorso del quotidiano Il Sole 24 Ore, prevedeva «la riduzione a un quarto delle sanzioni applicate sul provvedimento di accertamento: essa è riconosciuta se l'accertamento con adesione giunge a buon fine». La pubblicazione del quotidiano rosa spiega anche che dopo l’introduzione delle modifiche previste dalla legge di stabilità 220/10 del governo Berlusconi, dallo scorso 1° febbraio l’adesione è meno conveniente in quanto la riduzione è elevata a un terzo. Dunque il Milan pagherà una somma più elevata all’Agenzia delle entrate a causa di un provvedimento approvato dall’esecutivo presieduto dal presidente del Consiglio che ne è anche il suo proprietario.

La società di via Turati conclude così la questione degli avvisi di accertamento fiscali. «L’indeterminatezza delle riprese, le evidenti contraddizioni logiche che gravano sui contenuti del processo verbale di constatazione e sugli atti in cui le sue risultanze sono confluite (prescindendo dall’analisi critica delle memorie difensive prodotte dalla società in osservanza delle disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente), inducono la società a non effettuare alcuno stanziamento per rischi in bilancio».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

venerdì 25 marzo 2011

Napoli, radiografia di una storia di successo

“Il pallone in confusione” ha analizzato in dettaglio il bilancio 2009/10 della società azzurra: i 111 milioni di ricavi hanno coperto i 107 milioni di costi e consentito il rafforzamento della rosa. Incremento record del 118% per merchandising e licensing grazie al consistente apporto dei tifosi

«Oj vita, oj vita mia, oj core ‘e chistu core». Il Napoli è giunto al suo quarto anno con un bilancio in utile. Al 30 giugno 2010 l’attivo è stato pari a 343mila euro risultato che consente alla società di Aurelio De Laurentiis di avere un patrimonio netto positivo per 25,1 milioni: l’ultimo esercizio a cui ha partecipato, sia pure soltanto per tre mesi, l’ex direttore generale Pierpaolo Marino. Numeri che consentono di sostenere con tranquillità i costi e l’indebitamento per la campagna di rafforzamento del parco calciatori. Punto di forza della società azzurra sono i 111 milioni di euro di ricavi (+2% sul 2008/09) che consentono di sostenere i 107 milioni di euro di costi incrementatisi di circa 20 milioni: la differenza è positiva per 3,2 milioni. E’ questa la fotografia dell’equilibrio economico che permette la politica di rafforzamento della rosa calciatori caratterizzata da 44,1 milioni di ammortamenti e che riesce ad assorbire l’aumento pari al 25,19% degli stipendi. Non solo: il buon stato della gestione caratteristica consente per l’ennesimo anno l’assenza di indebitamento bancario. «L’incremento dei costi della produzione registrato è fisiologico – si legge nella relazione sulla gestione – sostenibile e legato ad una precisa scelta strategica di investimento della società». Non solo: la situazione consente ulteriori investimenti futuri, considerato anche che la squadra ha percorso un cammino lusinghiero in Europa League nei primi sei mesi dell’esercizio attuale che valgono ulteriori entrate. E a proposito di competizioni europee, occorre una premessa: gli introiti mancanti da esse pesano per il 2,3% sul totale complessivo dei ricavi. Ma passiamo ad esaminare le cifre in dettaglio.

QUANTO CONTA L’AMORE DEI TIFOSI

E’ nota la passione dei napoletani per seguire la propria squadra del cuore allo stadio San Paolo, dotato di 60.240 posti a sedere. Quanto vale? Ben 15,7 milioni tra biglietti venduti (9,8 milioni) e abbonamenti (5,9 milioni). Vanno aggiunti 1,3 milioni per la percentuale sugli incassi per le gare fuori casa, per un totale complessivo di 17,2 milioni. Ma non c’è soltanto lo stadio. Citando una celebre canzone di Peppino di Capri, il Napoli è «’na malatia» e i suoi tifosi “jesceno pazzi” per i prodotti su cui sono impressi i marchi azzurri. Sciarpe, maglie, cappelli, caffettiere, pupazzetti e tanti altri oggetti sono ambitissimi e rientrano nelle voci di bilancio merchandising e licensing (in cui rientrano le aziende che hanno diritto allo sfruttamento dei marchi) che hanno conseguito un vero e proprio boom. Per la prima voce il Napoli ha incassato 432mila euro (+185%): ben più elevato l’introito per il licensing pari a 3,7 milioni (+120%). Assieme ai 438mila euro per “altri proventi commerciali” l’incasso totale è di 4,6 milioni (+118%).

DIRITTI TV E RADIO

Nonostante il calo del 5%, i diritti tv restano una componente molto importante dei ricavi azzurri con 48,2 milioni che pesa per il 49% sul totale dei ricavi. La cifra è composta da 41,6 milioni di diritti casalinghi e da 6,6 milioni derivanti da squadre ospitanti. La suddivisione è l’ultima svolta con il vecchio sistema: dalla stagione in corso sarà svolta con il sistema centralizzato previsto dalla legge Melandri/Gentiloni. La relazione sulla gestione spiega che la diminuzione è dovuta «in particolare dalla mancata partecipazione della squadra alle competizioni internazionali». Invariati i proventi radiofonici a 430mila euro.

SPONSOR E SFRUTTAMENTO D’IMMAGINE

Lo sfruttamento dei diritti d’immagine sta diventando anno per anno uno dei “cavalli di battaglia” del Napoli. La cifra introitata è di 7,4 milioni con un incremento pari al 18%. In aumento anche le sponsorizzazioni (+1,4%) che hanno raggiunto il totale di 20,9 milioni: spiccano i 3,6 milioni degli sponsor istituzionali che hanno fruttato un aumento di 480mila euro in più.

PROVENTI LEGA SERIE A E GESTIONE CALCIATORI

Il sesto posto conquistato dal Napoli lo scorso campionato è valso, oltre alla qualificazione in Europa League, anche 2,7 milioni in contributi erogati dalla Lega di Serie A con un incremento monstre del 296%. Invece la gestione netta del parco calciatori ha ottenuto un risultato positivo per 7,78 milioni. Si segnala la plusvalenza complessiva, pari a 6,6 milioni, per le cessioni di Daniele Mannini alla Sampdoria (4,9 milioni) e Matteo Contini al Saragozza (1,7).

COSTI: STIPENDI E AMMORTAMENTI

Due sono le voci di costo più importanti in un bilancio di una società di calcio: stipendi e ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (cosiddetti “cartellini”). Questi ultimi hanno raggiunto i 40,4 milioni (+45%): anche questo incremento è dovuto al potenziamento della rosa. I salari dei tesserati (calciatori e allenatori) si sono attestati a 35,1 milioni (+25%) Il dato è così scomposto: il monte stipendi dei calciatori è di 29 milioni con 985mila euro per la quota variabile legata ai risultati sportivi. Gli allenatori hanno introitato 4,2 milioni con 569mila euro per gli obiettivi raggiunti. Nonostante l’incremento, per dirla con Totò, sono quisquilie e pinzillacchere rispetto all’ammontare versato dalle tre big del nostro campionato. L’Inter ha pagato in totale 222 milioni (146 milioni per i calciatori, 25,1 milioni per i tecnici più 51 milioni per premi rendimento), mentre i cugini del Milan nel bilancio chiuso al 31/12/2009 164,1 milioni (149 milioni per compensi calciatori, 7,2 milioni per gli allenatori più 4,3 milioni per la quota in base ai risultati conseguiti e 3,6 milioni per compensi istruttori e tecnici). Meno spendacciona è la Juventus che ha versato 114,2 milioni in stipendi più premi variabili per 1,1 milioni e altri compensi per 4,5 milioni.

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

Nella foto tratta da www.casertace.it la curva B dello stadio San Paolo

Per chi volesse approfondire, cliccare qui per leggere il bilancio 2009 del Milan

lunedì 7 giugno 2010

Il Milan aumenta i ricavi nel 2009 e ringrazia Kakà, Rai e Mediaset

Gli introiti sono lievitati di 89 milioni sul 2008: nel bilancio però non c’è traccia della suddivisione degli introiti derivanti da una transazione con la tv di Stato e con la società del gruppo Fininvest. I costi superano le entrate di 35,6 milioni e sono lievitati dai 287,1 del 2007 a 317,6 milioni. In particolare, gli stipendi dei calciatori presentano un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009

Il bilancio chiuso al 31 dicembre scorso dal Milan si è chiuso con una perdita a livello di gruppo pari a 9,8 milioni di euro (66,8 nel 2008), mentre il “rosso” civilistico (riguardante la sola squadra di calcio) è ammontato a 18,9 milioni (76,9 milioni nel 2008). Il miglioramento del risultato negativo è avvenuto a causa del consistente rafforzamento dei ricavi: a livello di gruppo 327,6 milioni contro i precedenti 237,9, a livello civilistico 307,7 milioni rispetto ai 218,7 milioni del 2008. Ciò è dovuto a tre voci: plusvalenze calciatori, ricavi da Champions League e componenti non ricorrenti dovuti agli accordi di transazione con Mediaset e Rai. Lo spiega nelle relazioni sulle gestioni il vicepresidente vicario e amministratore delegato Adriano Galliani: il «valore della produzione include le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni dei giocatori ammontanti a euro 74 milioni per il 2009 e a euro 20,5 milioni per il 2008». La parte del leone nella prima voce spetta a Kakà, la cui plusvalenza per la cessione al Real Madrid ammontata a 62,7 milioni, seguito da Gourcuff venduto al Bordeaux con plusvalenza di 11,2 milioni.

Riguardo agli accordi con Mediaset e Rai, Galliani spiega in maggior dettaglio a pagina 106 del documento contabile che ammontano a «euro 20,3 milioni per i proventi non ricorrenti relativi alle transazioni con il gruppo Rai e con la società Rti spa (Gruppo Mediaset) per la titolarità dell’archivio delle immagini delle partite casalinghe di Ac Milan relative a specifiche stagioni sportive (cd. “Library Milan”) e per lo sfruttamento nel tempo di tale archivio». Sembra davvero strana la formula adottata con una società facente parte dello stesso gruppo finanziario, ossia la Fininvest: non si capisce quale sia la necessità di sottoscrivere un accordo transattivo. L’unica spiegazione può essere questa: una sorta di “par condicio” con la Rai. Nel bilancio del Milan non c’è traccia della suddivisione tra la parte degli introiti derivante dalla tv di Stato e quella proveniente dalla società del gruppo Mediaset. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la società di via Turati non ha obblighi di maggior trasparenza, cosa invece dovuta per le aziende quotate in Borsa. Quanto ai maggiori proventi da partecipazione alle competizioni Uefa, si segnalano i proventi da diritti tv della Champions League pari a 20,4 milioni (7,4 milioni nel 2008). Pressoché invariati i ricavi complessivi per i diritti tv (Sky e Mediaset) pari a 107,2 milioni. Risultano incrementati da 5,3 a 6,5 milioni i ricavi derivanti dall’attività di merchandising e licencing del Gruppo Milan. Tutto ciò fa comprendere che il Milan è una società sempre più dipendente da tv, Champions League e plusvalenze calciatori: nella composizione dei ricavi il merchandising occupa appena il 10% contro il 40% dei proventi televisivi, il 23% delle plusvalenze e il 18% delle coppe internazionali. Ancora più bassi gli introiti da sponsor, pari al 9%. Tuttavia, grazie alla potenza del suo azionista di riferimento, non sarà un problema neppure la prossima ripartizione collettiva dei diritti televisivi prevista dalla legge Melandri-Gentiloni, il cui meccanismo è riportato sinteticamente nella relazione sulla gestione, che dovrebbe portare un decremento di questo introito nelle casse del club rossonero e in quello delle altre grandi del calcio nostrano in favore delle piccole.

Anche se non costituiscono fonte di preoccupzione, a causa del costante apporto di “mamma” Fininvest, i costi dell’Ac Milan spa sono lievitati in modo esponenziale dal 2007 al 2009. Tre anni fa, ammontavano a 287,1 milioni, nel 2008 erano 307,5 mentre l’anno scorso sono lievitati a 317,6. La spiegazione la fornisce sempre Galliani nella relazione sulla gestione: «Tale incremento si riferisce in particolare per 3,8 milioni alla voce salari e stipendi tesserati principalmente a seguito di premi erogati a fronte delle prestazione sportive; per 4,1 milioni alla voce “costi per servizi”». Insomma, è l’effetto di un circolo vizioso: se aumentano i ricavi attraverso risultati sportivi soddisfacenti, si incrementano anche i costi dovuti ai premi dovuti alle stelle rossonere Ronaldinho, Pato e compagnia. Tuttavia, scendendo nel dettaglio delle ultime tre stagioni si nota che anche il costo degli stipendi per i calciatori presenta un trend in forte ascesa: dai 124,9 milioni del 2007, ai 148,6 del 2008, fino ai 148,9 milioni del 2009. Insomma, se si hanno giocatori di grido bisogna pagarli profumatamente, ma i ricavi non riescono a compensare i costi: l’anno scorso lo squilibrio riguardante l’Ac Milan spa ha raggiunto i 9,9 milioni. Chissà se alla società posseduta dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ascolteranno le parole pronunciate ieri dal ministro della Semplificazione amministrativa Roberto Calderoli: «Le società di calcio ridimensionino gli ingaggi dei calciatori». Ciò però contrasta con il desiderio dei tifosi rossoneri che vogliono che la società investa molto, acquisendo fuoriclasse per rafforzare la squadra e puntare a nuove vittorie.

Il bilancio civilistico del Milan presentava alla fine dell’anno scorso un forte squilibrio finanziario: debiti per 463,1 milioni (di cui 163,7 milioni con le banche) contro 157 milioni di crediti. Il patrimonio netto, ossia i mezzi propri, è positivo per 26,9 milioni: a livello di gruppo è negativo per 71,9 milioni, ma ciò non comporta interventi di ricapitalizzazione. Tutto questo non rappresenta fonte di preoccupazione per una società coperta dalle robuste spalle del suo azionista al 99,92973%. Innanzitutto il club rossonero è coperto dal rischio di liquidità poiché «gode di un adeguato ammontare di linee di credito committed – spiega Galliani nelle relazioni sulla gestione – a fronte di lettere di “patronage” della controllante Fininvest spa per ammontare di euro 390,0 milioni». L’anno scorso l’importo garantito dalla holding della famiglia Berlusconi presso le banche era leggermente inferiore: 329,9 milioni. In più la Fininvest ha versato in conto capitale 18,5 milioni per sostenere il proprio “figlio”: inoltre, nello scorso gennaio «a richiesta della società (NDR il Milan) ha provveduto a convertire – si legge nella relazione sulla gestione - parte di un finanziamento oneroso per 1,7 milioni in versamento in conto capitale e/o copertura perdite». In virtù dell’adesione alla normativa sul consolidato fiscale, il Milan ha trasferito alla capogruppo una «remunerazione dei vantaggi fiscali» sotto forma «di perdite fiscali», si legge nella nota integrativa, pari a 16,6 milioni. Insomma, competere con una realtà così è praticamente impossibile per gran parte delle squadre del nostro campionato (o meglio della nuova Lega di Serie A) che sono costrette a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Lo strapotere rossonero è evidenziato anche da altre due voci. La prima riguarda debiti verso società di factoring per 103,7 milioni «per anticipazioni di crediti futuri – si legge ancora nella nota integrativa – in riferimento a contratti di natura commerciale». A ciò si aggiungono 22,7 milioni di risconti passivi per «fatturazione anticipata dei diritti televisivi – spiega il documento di bilancio rossonero – per la trasmissione a pagamento delle partite casalinghe di campionato della stagione 2009/10, di alcuni contratti commerciali, alle quote della campagna abbonamenti campionato – edizione 2009/2010 incassate al 31 dicembre 2009 di competenza del periodo 1 gennaio 2010 – 30 giugno 2010». In totale 126,4 milioni già anticipati e riscossi. Dulcis in fundo, Galliani spiega nella relazione sulla gestione di aver sottoscritto «nuovi contratti commerciali che decorreranno dalla stagione sportiva 2010/2011 del complessivo valore di minimi garantiti di euro 32,7 milioni per ogni stagione sportiva e con ultima scadenza nel 2017».

Marco Liguori

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

giovedì 25 febbraio 2010

Ecco i valori delle rose: l’Inter regina, seguono Milan, Juventus e Roma

Alla chiusura del calciomercato di gennaio si ribalta la classifica dell’anno scorso: i nerazzurri sono primi con 354,5 milioni di euro. Al quinto posto la Fiorentina, mentre il Napoli è sesto

Josè Mourinho può essere tranquillo per il momento, poiché la sua Inter ha conquistato un primato su Milan e Juventus. Si tratta del valore di mercato delle rose della serie A: "il pallone in confusione" su dati del sito Transfermakt.de ha trovato che la società nerazzurra è la prima con un totale di 354,5 milioni di euro. Il valore è calcolato al termine della sessione del calciomercato di gennaio: seguono i bianconeri con 266,4 milioni, terzi i rossoneri con 259,8 milioni. La società nerazzurra ha sovvertito la graduatoria dell’anno scorso, quando si era piazzata al secondo posto dietro al Milan: terza la Vecchia Signora. Al quarto posto si trova la Roma con 237,1 milioni, seguita da Fiorentina (197,8), Napoli (129,7), Udinese (119,2), Genoa (116,4), Lazio (109,3) e Palermo (105,4).
Sotto la soglia dei 100 milioni in "cartellini" dei giocatori si trovano la Sampdoria (90 milioni), Cagliari (68,6) Parma (62,8), Atalanta (57,7), Bari (55,7), Catania (53,5), Bologna (47,5). Chiudono la classifica Livorno (39,6), Siena (37,6) e Chievo (35,4).
Il top dei valori di mercato spetta a Eto’o con 40 milioni: il suo compagno di reparto Milito "appena" 24. Importante chiarimento: il valore di mercato è la cifra necessaria per sedersi a trattare con la società proprietaria del "cartellino". Cifra che può naturalmente crescere nel corso della trattativa in base a una serie di fattori. In questa speciale graduatoria dei giocatori dal costo plurimilionario la piazza d’onore va al giallorosso De Rossi con 38 milioni. Terzo è il milanista Pato: a soli 20 anni vale 35 milioni, mentre il suo compatriota Ronaldinho 27,5 milioni. "Soltanto" quarto è Buffon: occorre un assegno da 30,5 milioni solo per sedersi a trattare per il portierone della Juve e della Nazionale. Per trovare un altro giocatore in graduatoria che non sia della "triade" Milan-Inter-Juve occorre scendere all’undicesimo posto dove si trova il fuoriclasse del Napoli "Marekiaro" Hamsik con 24 milioni: "El pocho" Lavezzi ne vale 19. Nei primi 20 figurano i viola Gilardino e Mutu (20 milioni): steso valore per il giallorosso Mexes, mentre il suo compagno Vucinic 18,5 milioni.
Infine, un’occhiata a due giocatori oggetto del desiderio di tanti club: Ranocchia e Bonucci. Il primo difensore 22enni è in comproprietà tra Bari e Genoa, l'altro è interamente rossoblù: per il primo occorre mettere sul tavolo delle trattative un assegno di 7,5 milioni per poter parlare con Preziosi e Matarrese. Per Bonucci ne occorre uno da 5 milioni.
Marco Liguori
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ARTICOLO CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE: IL PALLONE IN CONFUSIONE

venerdì 17 luglio 2009

Scontri Milan-Inter febbraio 2009: sei condanne fino a quattro anni e mezzo

Il giudice delle direttissime di Milano ha condannato a pene comprese tra i sei mesi di reclusione e quattro anni e mezzo di carcere sei ultrà milanisti accusati, a vario titolo, di rissa aggravata e lesioni per gli scontri avvenuti durante il derby del 15 febbraio scorso. Un tifoso rossonero, invece, è stato assolto. Alla pena più alta è stato condannato Luca Lucci, che sferrò un pugno contro un tifoso nerazzurro che perse l'uso di un occhio. Al supporter dell'Inter, costituito parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 140 mila euro a carico dei sei condannati da versare in solido. Il giudice ha anche disposto per i condannati il divieto d'accesso allo stadio dai due anni ai cinque anni. Francesco Lucci, fratello di Luca, è stato condannato a due anni e sei mesi. Dopo la lettura della sentenza, alcuni amici degli imputati, molti dei quali con addosso la maglia della curva sud milanista, hanno urlato «bastardi» e «a Spaccarotella hanno dato sei anni». Alcuni momenti di tensione si sono verificati all'uscita degli imputati e dei loro amici dall'aula.
«Quel pugno mi ha cambiato la vita e moralmente non sto bene». Lo ha detto V. M., tifoso neroazzurro che durante il derby del 15 febbraio scorso venne colpito da un pugno e perse la funzionalità dell'occhio sinistro. Oggi gli ultrà milanisti, accusati a vario titolo di rissa aggravata e lesioni in relazione a quegli scontri, sono stati condannati a Milano a pene fino a 4 anni e 6 mesi. «Cerco di non soffermarmi troppo su quello che mi è accaduto, altrimenti rischio di diventare pazzo», ha spiegato il tifoso dell'Inter che si è costituito parte civile nel processo. «Ho l'aiuto degli amici che mi stanno vicino», ha aggiunto il giovane, spiegando anche che il suo occhio «si è completamente svuotato di materia per quel pugno e non ho più il cristallino e l'iride». I medici, ha raccontato il giovane, «hanno detto che sicuramente nella mano il mio aggressore aveva un oggetto tagliente». Luca Lucci, l'ultrà del Milan che sferrò il pugno, è stato condannato a 4 anni e sei mesi. In un'udienza del processo l'imputato aveva spiegato di essere dispiaciuto per quello che era successo. «Si fa fatica a credergli, perchè in questo processo ho capito veramente chi è questa persona», ha affermato il tifoso dell'Inter colpito quella sera allo stadio.
Fonte: Ansa

sabato 30 maggio 2009

Potere rossonero, gestione no problem











Secondo il bilancio 2008 del Milan, le lettere di "patronage" del gruppo Fininvest emesse a garanzia per la propria controllata consentono di ottenere dalle banche linee di credito commited per 329,9 milioni

Tenete presente molto bene questa percentuale e questa cifra riguardanti il Milan: 99,92973% e 329,9 milioni di euro. Entrambe sono strettamente e indissolubilmente legate tra loro. La prima rappresenta il controllo pressoché totale della Fininvest sulla società rossonera: il collegio sindacale nella sua relazione evidenzia che «esercita l’attività di direzione e coordinamento nei suoi confronti». La seconda è illustrata nella relazione sulla gestione all’ultimo bilancio chiuso al 31 dicembre 2008, nella parte dedicata ai rischi di liquidità: «la società gode di un adeguato ammontare di linee di credito committed, a fronte di lettere di “patronage” della controllante Fininvest spa per un ammontare di euro 329,9 milioni». E’ spiegata tutta qui la strapotenza del Milan: la holding della famiglia Berlusconi garantisce presso le banche per la sua controllata calcistica per reperire i fondi necessari per far fronte agli impegni, attraverso linee di credito da rimborsare non prima di una data prestabilita. Per capire meglio la portata del “patronage” occorre tradurre la cifra nel vecchio conio: ammonta a 638,8 miliardi di lire. Una cifra enorme che lascia comprendere le spalle larghe che coprono il Milan: competere con una realtà così, è praticamente impossibile per gran parte delle squadre del nostro campionato, che sono costrette a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Per meglio dire, per le società appartenenti alla nuova Lega di serie A, nata da poche settimane, destinata ad essere dominata ancor di più della vecchia Lega Calcio (che comprendeva anche la serie B), oltre che dal Milan berlusconiano, anche dall’Inter di Massimo Moratti e dalla Juventus di Casa Agnelli.

I 329,9 milioni coprono dunque le esigenze della società rossonera. Non creano problemi i 76,99 milioni di euro di perdita del Milan spa e i 66,84 milioni a livello consolidato, in netto aumento rispettivamente dai precedenti passivi di 32 e 31,72 milioni. Ci ha pensato “mamma” Fininvest a coprire le perdite con una serie di versamenti in conto capitale. Il “figlioletto” Milan ha bisogno di denaro? E’ presto fatto. Nella relazione sulla gestione si legge infatti che «nel corso del mese di febbraio 2009 l’azionista di maggioranza Fininvest spa, a richiesta della società (ossia del Milan NDR), ha provveduto a concedere un finanziamento oneroso dell’importo di euro 15,0 milioni». Non sono dunque un problema neppure i 110,8 milioni di debiti dell’Ac Milan spa verso le banche e neanche avere dalle società di factoring circa 114 milioni «per anticipazioni di crediti futuri in riferimento a contratti di natura commerciale» come si legge nella nota integrativa. E a proposito di sistema bancario, “no problem” neppure per le fideiussioni emesse per la sontuosa campagna acquisti della scorsa estate: 10,5 milioni per Ronaldinho e 4,5 milioni per Zambrotta. La strapotenza dell’appartenenza alla galassia berlusconiana si nota anche in una voce dei ricavi. Nelle entrate da diritti tv, ammontate a oltre 109 milioni dai precedenti 102, si nota l’incremento di oltre 10 milioni di euro di quelli versati dai contratti con Rti (società del gruppo Mediaset, ossia Fininvest) cui è stata affidata anche la trasmissione del trofeo “Luigi Berlusconi” che fino all’esercizio precedente era a cura di Sky ed è dunque ritornato in famiglia. La stessa Rti ha esercitato nel gennaio 2008 «il diritto di opzione del contratto di licenza del febbraio 2006 relativo ai diritti di ripresa e trasmissione delle partite interne di campionato per la stagione 2009/10». Figuriamoci se non l’avesse fatto: sarebbe stato un evento più unico che raro all’interno del gruppo Fininvest che, ricordiamo, ha sede a Roma, in largo del Nazareno, e non a Segrate come comunemente si pensa.

Ma c’è di più: il rosso di bilancio crea anche una perdita tributaria. Essa, ai sensi della normativa vigente sul consolidato fiscale, crea un beneficio pari a circa il 33% sull’Ires della capogruppo. Stando alla nota integrativa al bilancio 2008 il Milan, consolidato fiscalmente all’interno del gruppo Fininvest, ha prodotto la voce “remunerazione per vantaggi fiscali trasferiti”. Stando al documento, ciò «rappresenta il provento connesso ai vantaggi fiscali trasferiti alla consolidante Fininvest spa, sotto forma di perdite fiscali». Tale vantaggio ammonta a 23,35 milioni: un sostanzioso “aiutino”, autorizzato dalla legge e dunque perfettamente lecito, ancor più cospicuo rispetto ai 13,54 milioni dell’anno precedente.

Di conseguenza, data la potenza del gruppo a cui appartiene il Milan non costituisce una difficoltà anche la riduzione dei ricavi da 257,8 a 218,7 milioni. La differenza con i costi, pari a 307,5 milioni (287,1 milioni nel 2007), è passata a 88,8 milioni dai precedenti 29,29. E non sarà un problema neppure la nuova ripartizione collettiva dei diritti televisivi prevista dalla legge Melandri-Gentiloni, il cui meccanismo è riportato sinteticamente nella relazione sulla gestione, che dovrebbe portare un decremento di questo introito nelle casse del club rossonero e in quello delle altre grandi del calcio nostrano in favore delle piccole. Sempre che non si voglia cambiare questa norma e riportare tutto come prima, con la contrattazione dei diritti tv svolta da ogni singola società con ciascun operatore. Su essa pende il ricorso presentato da Sky nel marzo 2008 presso il Commissario dell’Ue alla concorrenza, Neelie Kroes. Il vicepresidente vicario del Milan, Adriano Galliani, lo commentò così all’Ansa: «secondo noi è il primo in ordine cronologico e altri ne seguiranno anche davanti ad altri organi giurisdizionali». E il proprietario del Milan, Silvio Berlusconi, dichiarò lunedì 10 marzo su Antenna 3, al programma “Lunedì di rigore” condotto da Fabio Ravezzani che «è chiaro che incombe in Italia la possibilità di vedere ridotte le disponibilità delle grandi squadre e quindi ridotte le loro possibilità di competere con i grandi club europei». Il futuro presidente del Consiglio concluse così: «Immagino che bisognerà intervenire in una direzione diversa da quella che è stata ipotizzata dal governo della sinistra». Forse si sta attendendo l’esito del ricorso di Sky per fare la prima mossa.

Marco Liguori

Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

venerdì 24 aprile 2009

Il nostro calcio non è il "nonno" d’Europa

Il titolo spetta alla Superliga portoghese con un’età media di 29,825. La serie A è però inserita nel "club dei 27 anni" assieme a Spagna e Inghilterra da cui è separata da alcuni decimi di punto. All’Olanda la palma dei più giovani. Il Milan è la squadra più anziana tra i campionati d’elite del Vecchio continente, assieme alla Vecchia Signora bianconera, ben distante dai giovanotti del Tsg 1899 Hoffenheim

Sorpresa! Contrariamente a quanto si crede non è il calcio italiano ad avere l’età media più elevata tra i campionati più importanti d’Europa. Secondo le statistiche calcolate da Transfermarket.de, la Superliga portoghese si fregia il titolo di "nonno" del Vecchio continente con una media di 29,825 per i suoi 425 giocatori suddivisi in 16 squadre. La nostra serie A è soltanto quarta con una media di 27,185 per i suoi 544 giocatori che militano nelle 20 società. Però c’è da sottolineare che il nostro massimo campionato è inserito nel gruppo del "club dei 27" che è preceduto soltanto dalla massima competizione lusitana: ossia il suo dato è inferiore a quello di Spagna e Inghilterra per qualche decimo di punto. La Premier League è infatti la seconda nella graduatoria con un dato di 27,675 per 546 atleti in 20 squadre: segue di un’incollatura la Spagna con 27,315 per i suoi 510 calciatori per un analogo numero di club.
Decisamente più bassa l’età negli ultimi tre campionati dell’elite continentale. La Bundesliga ha una media di 26,083 per i suoi 494 giocatori militanti nelle 18 squadre che la compongono. E’ ancor più bassa per i 555 atleti che giocano nella francese Ligue 1, pari a 25,595: composta da 20 società. Infine, la più giovane di tutte è l’Olanda: i 500 giocatori delle 18 società del massimo campionato presentano un dato pari a 25,027. L’età è uno dei fattori, oltre ovviamente al livello tecnico, che determinano la crescita e l’importanza futura di un movimento calcistico: gli arancioni, assieme a tedeschi e francesi, sembrano quindi abbastanza favoriti rispetto ai loro colleghi italiani, spagnoli, inglesi e, soprattutto, portoghesi, per una maggiore possibilità di ricambio generazionale.
All’interno dell’ambito europeo considerato, la squadra "nonna" è il Milan: i suoi 29 calciatori hanno una consistente media di 29,3 anni. Da segnalare che nel nostro campionato la Juventus, con i suoi 29,1 anni per la sua rosa di 26 elementi, è poco distante dai rossoneri: a buon diritto si fregia il titolo di Vecchia Signora. Ritornando tra i club più vecchi d’Europa, l’inglese Fulham presenta una media di 28,4 anni per i suoi 24 calciatori. Poco distante la spagnola Malaga (28,3): segue il club portoghese Pacos de Ferreira (28,1). La francese Valenciennes è a 27,7, mentre i tedeschi dell’Energie Cottbus sono a 27,7. Chiude questa graduatoria del "gerontocomio" del Vecchio continente il Nac Breda con 26,8.
Al contrario, la rosa più giovane d’Europa si trova in Germania: è quella del Tsg 1899 Hoffenheim con una media di 23,5 anni. Il club della Bundesliga ha superato al fotofinish l’Ajax Amsterdam che presenta un dato pari a 23,6. A braccetto al terzo posto ci sono l’inglese Middlesbrough e la portoghese Nacional Funchal con 23,7. Segue la formazione francese del Monaco (24). La nostra Udinese è la penultima società più giovane dell’elite del calcio continentale con la sua media di 25 anni: chiude la spagnola Almeira con 26,4.
Infine, un’occhiata alla nostra serie A. Dopo l’Udinese, è il Cagliari la squadra più giovane con una media di 25,1 anni: segue la Reggina con 25,5. Il derby della Lanterna è vinto dalla Sampdoria (quarta squadra più giovane) che possiede un’età media di 25,6 contro i 26,3 del Genoa (sesta squadra più giovane). La stracittadina della capitale è vinta dalla Lazio (quinto club più giovane): 25,7 contro 28,4 della Roma (sesta squadra più vecchia). Il derby della Mole è vinto dal Toro (quinta squadra più vecchia): 28,5 contro il 29,1 dei bianconeri. Questi i dati e le posizioni delle altre big del massimo campionato: l’Inter è la quarta squadra più vecchia con 28,8. Il Napoli e la Fiorentina sono nel centro classifica, rispettivamente con medie di 27,6 e 27,4.
Marco Liguori
Riproduzione riservata consentita soltanto dietro citazione della fonte

giovedì 19 marzo 2009

Gattuso:«Sono d'accordo alla riduzione del mio ingaggio»

Ringhio: «Ne ho già parlato con Galliani». E riguardo ai compagni: «Non posso certo fare il portavoce, io parlo per me»

«In periodi così io sono favorevole all'eventuale riduzione dell'ingaggio». Rino Gattuso è pronto a fare sacrifici economici per affrontare la crisi. Ieri Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, parlando della crisi economica ha previsto che nel prossimo mercato estivo tutti i club saranno costretti a tirare la cinghia. Il centrocampista rossonero è pronto a dare l'esempio: «Ne ho già parlato con Galliani. Se la società mi chiederà una riduzione io sono pronto», dice Gattuso in una dichiarazione riportata dal sito ufficiale del Milan. A chi gli domanda se il "diavolo" avrebbe potuto battere il Manchester United in Champions League, il giocatore risponde: «Nella partita secca noi possiamo ottenere risultati imprevedibili. Per noi comunque adesso è importantissimo tornare in Champions, un anno di Coppa Uefa è stato pesante».
Fonte: Adnkronos

«Sono favorevole ad un ridimensionamento delle cifre del calcio». Rino Gattuso raccoglie l'appello di Adriano Galliani che ha ieri sottolineato la necessità di un mercato che, per effetto della crisi internazionale, dovrà essere "esangue" nelle cifre, sia quelle da pagare per i cartellini dei nuovi acquisti, sia per quanto riguarda gli ingaggi. E si dice disposto anche ad affrontare eventuali discorsi di riduzione di ingaggi. «Se si parla di crisi, è giusto che ci sediamo e ne parliamo», ha detto Gattuso a margine della presentazione di una iniziativa della sua Onlus per il rifacimento di un impianto sportivo a Corigliano Calabro, la sua città di origine. Gattuso comunque non si è detto preoccupato che la crisi incida particolarmente sul futuro del Milan: «Se la crisi ce l'ha il Milan, ce l'hanno anche le altre società - ha spiegato il centrocampista rossonero - non sarà certo solo il Milan ad esserne penalizzato. Poi dopo sono d'accordo con Galliani quando afferma che la differenza tra noi e altre squadre inglesi è fatta soprattutto dagli stadi moderni e dalle diverse possibilità di trarne ricavi importanti che vanno sui bilanci di fine anno». Ma i calciatori saranno disposti ad accettare la necessità di ridurre le spese del calcio? «Non posso certo fare il portavoce dei miei compagni - ha risposto il centrocampista rossonero - io parlo per me. Sono dieci anni che indosso la maglia del Milan, ho tanta riconoscenza per questa società e se mi viene chiesto qualcosa, sono disposto a sedermi ed a parlarne».
Fonte: Ansa

mercoledì 4 febbraio 2009

Milan batte Inter 330 a 316 milioni

Alla chiusura del calciomercato i rossoneri scavalcano i cugini nel derby del valore del parco calciatori e diventano la prima squadra italiana in graduatoria. Questo è l’effetto della cessione di Quaresma da parte nerazzurra, mentre il “diavolo” ha acquisito Beckham, Thiago Silva e Felipe Mattioni

Notizia fresca del dopo-calciomercato invernale che farà gongolare Galliani: il Milan scavalca l’Inter nella graduatoria del valore complessivo di mercato della rosa calciatori e si portano in testa. Secondo il sito Transfermarkt.de i rossoneri sono primi con 330,3 milioni di euro contro i 316,2 milioni dei “cugini”. Ciò è dovuto in particolare alle due cessioni in prestito effettuate negli ultimi giorni di contrattazioni all’Ataquark Hotel. In modo particolare all’operazione Quaresma: il portoghese vale 24 milioni. L’altra, riguardante Dacourt, ha tolto soltanto pochi spiccioli al parco calciatori della società di Moratti: appena 2 milioni. Invece, sul fronte milanista, sono arrivati tre calciatori che hanno rimpolpato il valore globale della rosa: Beckham, Thiago Silva e Felipe Mattioni. Il fuoriclasse inglese, giunto in prestito gratuito dal Los Angeles Galaxy, presenta una quotazione di mercato pari a 9 milioni, in netto calo da quella registrata un anno fa di 15 milioni. Questo il suo rendimento con il “diavolo”: cinque partite, due reti, due assist vincenti nell’ultima partita contro la Lazio, 421 minuti giocati e una media di un gol ogni 211 minuti. Invece quelle di Thiago Silva, difensore con quattro presenze nella nazionale brasiliana, sono in rialzo: da 6 milioni dello scorso dicembre agli attuali 7,5 milioni. Anche il suo connazionale, il difensore di fascia destra Felipe, presenta un valore in incremento da 600mila euro a 1,3 milioni.
Il pezzo forte del Milan è l’idolo della tifoseria, Kakà. Il fuoriclasse brasiliano presenta una base d’asta iniziale di 55 milioni: a inizio stagione era pari a 50 milioni. E’ il capocannoniere in serie A dell’“Ancelotti team” con 10 reti in 19 gare con 1644 minuti disputati: un gol ogni 164 minuti. Inoltre, è l’uomo assist in assoluto: cinque in campionato, uno in Coppa Italia e due in Coppa Uefa. L’altro goleador rossonero è Pato, sempre con 10 gol in 22 gare (uno ogni 134 minuti), e cinque passaggi vincenti per i compagni. Chi volesse recarsi da Galliani per iniziare a trattare la sua cessione, deve necessariamente posare sul tavolo un assegno da 15 milioni: a inizio stagione erano 13 milioni. L’attaccante carioca possiede il settimo valore nella graduatoria della rosa di via Turati: il secondo è Pirlo con 36 milioni (un anno fa 30). Risente del suo stato di forma in calo l’altro fuoriclasse brasiliano, Ronaldinho, scivolate dai 38 milioni del luglio scorso agli attuali 35 milioni: finora ha messo a segno sette reti in 18 incontri, una ogni 173 minuti e quattro assist. In discesa anche uno degli eroi del mondiale in Germani, Nesta: occorrono 22 milioni per discutere della sua cessione, contro i 20 dello scorso agosto. Precipita anche il valore di mercato di Gattuso, probabilmente a causa del suo lungo infortunio: se lo volesse un club estero (uno a caso, il solito Manchester City) dovrebbe pensare a una cifra vicina ai 19 milioni, tre milioni in meno rispetto a quelli dell’estate scorsa. Volano molto basse anche le quotazioni dell’oggetto misterioso, almeno in campionato Shevchenko: da 24 a 16 milioni. L’attaccante ucraino ha lasciato solo tracce in Coppa Uefa: un gol e due assist in sei gare.
In ribasso anche Seedorf: il centrocampista olandese molto discusso attualmente per le sue performance altalenanti si vede rosicchiare il suo valore da 15 a 13 milioni. Da segnalare che ha messi a segno cinque assist in campionato. Male anche Zambrotta: da 16 a 14 milioni. Chi è in rialzo sono i due infortunati Flamini (da 11 a 13 milioni) e Borriello (da 8 a 12 milioni): forse c’è qualcuno pronto a scommettere ancora su di loro e a offrire cifre alletanti per il vicepresidente vicario Galliani. Il dirigente rossonero dovrà tenersi stretto il suo portiere Abbiati, sempre presente in campionato: il suo valore è aumentato dai 4 milioni del luglio 2008 a 4,8 milioni. Offerte in vista?
Scendono le basi d’asta anche per due storiche bandiere milaniste: il capitano Maldini (sotto contratto dal 1986) diminuisce da 3 a 2 milioni, ma la sua svalutazione è stata molto lenta poiché il precedente valore è del 2006. Infine, Inzaghi cala dai 6 milioni della passata estate ai 5 attuali: il 35enne attaccante ha messo a segno in campionato due gol in dieci gare (uno ogni 181 minuti) e un assist.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte

giovedì 29 gennaio 2009

Sintesi di Milan-Genoa 1-1 (da You Tube)

Milano, stadio "Giuseppe Meazza", mercoledì 28 gennaio 2009 ore 20.30
21a giornata Campionato serie A
Milan - Genoa 1-1 (primo tempo 1-0)
Milan (4-3-2-1): Abbiati, Zambrotta, Maldini, Favalli, Jankulovski, Beckham (26' st Flamini), Pirlo, Ambrosini, Kakà, Seedorf (34' st Senderos), Pato (30' st Ronaldinho). (1 Dida, 77 Antonini, 9 Inzaghi, 76 Shevchenko). All.: Ancelotti
Genoa (3-4-1-2): Rubinho, Biava, Bocchetti, Criscito, Mesto, Milanetto, Juric, Modesto (40' pt Jankovic), Thiago Motta (46' pt Vanden Borre), Sculli (14' st Palladino), Milito. (73 Scarpi, 15 Papastathopoulos, 7 Rossi, 11 Olivera). All.: Gasperini 6.5
Arbitro: Gervasoni di Mantova 5.5
Reti: nel pt 33' Beckham; nel st 42' Milito. Angoli: 5-4 per il Milan. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Juric, Criscito, Favalli, Beckham, Biava, Ambrosini, Zambrotta, Maldini e Flamini per gioco falloso. Spettatori: 49.907
Per commento e cronaca leggi Il Milan stanco casca nella trappola del Genoa

Immagini Mediaset tratte da You Tube

Il Milan stanco casca nella trappola del Genoa


















I rossoblù fanno sfuriare i rossoneri poco concreti nel primo tempo, che riescono a passare solo su punizione di Beckham. Nel finale quattro passaggi e tiro in porta di Milito che porta via un punto prezioso e strameritato

E’ la notte magica del Genoa a Milano: Milito lascia la sua zampata vincente sull’erba di San Siro. I rossoblù prendono un punto strameritato. Anzi, ringraziano vivamente la truppa di Ancelotti: con la vittoria a Marassi dell’andata, il Milan deve rinunciare a quattro punti. Il match di stasera ha visto i rossoneri molto tonici nel primo tempo: ma non hanno saputo concretizzare la loro superiorità. Detto in soldoni: il Milan ha provato a sfiancare il Genoa giocando imponendo un gran ritmo, ma nel secondo tempo si è visto il suo evidente calo vistoso. Non avendo messo fieno in cascina nella prima frazione, al Diavolo è stata fatale la ripresa e il povero Ancelotti (ma perché ha cambiato Pato con Ronaldinho e ha lasciato in campo l’inutile Seedorf?) non vi ha potuto porre rimedio. Insomma, il Milan ha corso in lungo e in largo ottenendo ben poco, cascando nella trappola preparata da Gasperini che era ben conscio della migliore tenta atletica della sua squadra. Scendendo nel dettaglio, la superiorità dei padroni di casa si notata praticamente solo sui calci piazzati: azioni vere poche. Infatti sono solo due le azioni salienti concluse con tiri in porta: al quarto d’ora il tiro da lontano di Beckham (tra i migliori dei suoi assieme a Kakà, ispiratore delle manovre) che Rubinho devia in angolo, mentre sei minuti dopo Pato anticipa l’inglese tirando maldestramente fuori. Il Milan ha centrato due traverse su punizione due volte con Pirlo. Il gol del vantaggio è scaturito sempre su punizione, tirata stavolta da Beckham che aveva subito fallo da Milanetto. Tiro a girare dell’inglese dall’angolo destro genoano, poco fuori dall’area di rigore, e palla dentro: merito anche della barriera mal sistemata e da Rubinho piazzato in posizione poco felice. I primi ’45 minuti si concludono con ben sette ammoniti, per falli tutto sommato meno cattivi: ma l’arbitro Gervasoni era di tutt’altra opinione. Alla fine saranno nove i cartellini gialli: gli ultimi due di per falli molto cattivi di Flamini e Maldini. Quest’ultimo si è trovato spesso in difficoltà con Milito.
Dall’altro lato il Grifone, attento e sornione. Prima il condottiero Gasperini lo ha schierato in posizione attendista, chiudendo gli spazi agli avversari con cinque centrocampisti e due sole punte (Milito e Sculli) supportate a turno dall’uomo assist Juric con Thiago Motta in regia. Con la sostituzione di Modesto con Jankovic dopo i primi 40 minuti, sotto di un gol, il Genoa ha cambiato volto. Nel primo tempo si era reso pericoloso soltanto con una sventola su punizione di Thiago Motta, parata da Abbiati. Nel secondo tempo, esce il brasiliano (fino a quel momento il migliore) per infortunio ed entra Vandenborre: i rossoblù iniziano a salire di giri mentre il Milan, invece di chiudere la gara con una seconda rete, scende progressivamente e verticalmente. I rossoneri si fanno vedere solo nel quarto d’ora finale con una punizione di Ronaldinho (sempre su calcio piazzato) che Rubinho riesce a parare. Siamo nel finale e ha inizio la danza del Genoa, con un colpo di testa di Biava finito di poco sopra la traversa. Poi è il turno di Milito, che al 35° sempre di testa impegna Abbiati che toglie letteralmente la palla dalla porta. Ma l’appuntamento con il gol è solo rimandato di pochi minuti. Correva il 42°: i rossoblù trovano ampi spazi, con gli uomini di Ancelotti che li guardano come gatti di marmo. Il convincente Palladino, subentrato a uno stanco Sculli, crossa dalla destra un pallone delizioso che Biava (sempre efficace nei suoi inserimenti offensivi) devia per il Principe fromboliere che mette la sfera dentro il sacco. Fuorigioco? No, c'era l'immobile Favalli a tenerlo in gioco. Quattro passaggi e tiro in porta: un altro miracolo dell’orologio svizzero, pardon zeneize, creato da Gasperson che può ancora sognare la Champions League.
Marco Liguori
Riproduzione riservata, consentitasoltanto dietro citazione della fonte

Milano, stadio "Giuseppe Meazza", mercoledì 28 gennaio 2009 ore 20.30
21a giornata Campionato serie A
Milan - Genoa 1-1 (primo tempo 1-0).
Milan (4-3-2-1): Abbiati, Zambrotta, Maldini, Favalli, Jankulovski, Beckham (26' st Flamini), Pirlo, Ambrosini, Kakà, Seedorf (34' st Senderos), Pato (30' st Ronaldinho). (1 Dida, 77 Antonini, 9 Inzaghi, 76 Shevchenko). All.: Ancelotti
Genoa (3-4-1-2): Rubinho, Biava, Bocchetti, Criscito, Mesto, Milanetto, Juric, Modesto (40' pt Jankovic), Thiago Motta (46' pt Vanden Borre), Sculli (14' st Palladino), Milito. (73 Scarpi, 15 Papastathopoulos, 7 Rossi, 11 Olivera). All.: Gasperini 6.5.
Arbitro: Gervasoni di Mantova 5.5.
Reti: nel pt 33' Beckham; nel st 42' Milito. Angoli: 5-4 per il Milan. Recupero: 1' e 3'. Ammoniti: Juric, Criscito, Favalli, Beckham, Biava, Ambrosini, Zambrotta, Maldini e Flamini per gioco falloso. Spettatori: 49.907
Per vedere le immagini della partita clicca su Sintesi di Milan-Genoa 1-1 (da You Tube)

martedì 27 gennaio 2009

Tutte le cifre di Milan-Genoa

Il Genoa non vince in casa del Milan dal 25 maggio 1958 quando, in Serie A, il Grifone s'impose per 5-1 grazie alla doppietta di Abbadie (17' e 22') e alla tripletta di Barison (36', 78' e 81'), cui rispose solo il rossonero Fontana su rigore (51'). Da quel giorno le partite ufficiali tra le due squadre a Milano sono state 20 e il Milan non ha più perduto, ottenendo un bilancio di 16 successi e 4 pari. Il Genoa non segna in assoluto in casa del Milan dal 20 novembre 1991 quando, in Serie A, fu pareggio per 1-1. La rete rossoblù venne realizzata da Skuhravy, al 12': da allora sono trascorsi i restanti 78' di quel match, più le successive intere 4 sfide di Serie A tutte vinte dai rossoneri (tre volte per 1-0 e lo scorso anno per 2-0), per un totale di 438' di digiuno. Il Milan ha sempre segnato almeno una rete in ciascuna delle ultime 19 gare ufficiali disputate, tra casa e trasferta, per un totale di 36 gol all'attivo. L'ultimo digiuno rossonero risale allo scorso 5 ottobre quando, in serie A, impattò 0-0 a Cagliari. Il Milan è reduce da 9 affermazioni interne consecutive in campionato, ottenute contro Lazio (4-1), Inter (1-0), Sampdoria (3-0), Siena (2-1), Napoli (1-0), Chievo (1-0), Catania (1-0), Udinese (5-1) e Fiorentina (1-0). Ricardo Kaka' e' attualmente il calciatore piu' decisivo della Serie A 2008/09: sono 15 i punti portati dal brasiliano alla causa del Milan. Il Milan è la squadra della Serie A 2008/09 ad avere ricevuto finora il maggior numero di rigori a favore: sono ben 7. Avendo subito 4 rigori a sfavore, il Milan è anche una delle due squadre dell'attuale campionato nelle cui sfide è stato decretato il maggior numero complessivo di rigori: sono ben 11, stessa cifra del Chievo Verona (3 a favore e 8 contro). Con 5 rigori a favore e solo 1 contro, il Genoa ha un saldo attivo nei penalty di +4, il più alto nella Serie A 2008/09. Nelle ultime 17 partite ufficiali giocate, i rossoblu non hanno segnato solo una volta: è accaduto lo scorso 26 ottobre quando, in Serie A, impattarono 0-0 in casa dell'Inter. Nelle altre 16 partite prese in esame il Genoa ha realizzato complessivamente 27 reti. L'ultimo gol incassato dal Genoa in trasferte di Serie A risale al 23 novembre scorso, quando impattò 1-1 in casa della Lazio. L'autore del gol biancoceleste fu Dabo, all'80': da allora sono trascorsi i restanti 10' di quel match, più le intere partite esterne tutte vinte contro Sampdoria e Chievo (entrambe per 1-0) e Lecce (2-0), per un totale di 280' di inviolabilità esterna.
Fonte: Ansa - Football Data

lunedì 19 gennaio 2009

Manchester City ore 22.10: abbiamo chiuso noi la trattativa per Kakà

La società inglese fa sapere dal suo sito, oltre mezz'ora prima dell'annuncio di Berlusconi, che ha deciso di concludere volontariamente le trattative con la società rossonera. I colloqui «avevano raggiunto soltanto la fase preliminare»: inoltre «in nessun momento il giocatore è stato coinvolto nella trattativa» e «non sono stati definiti accordi economici»

E' il Manchester City ad aver chiuso le trattative con il Milan per l'acquisto di Kakà. Lo ha annunciato la società inglese sul suo sito ufficiale alle ore 22.10, circa mezz'ora prima dell'annuncio di Silvio Berlusconi a Italia 7 Gold «Kakà è e resta al Milan». Inoltre, il club d'Oltremanica precisa che le discussioni «avevano raggiunto soltanto la fase preliminare»: inoltre «in nessun momento il giocatore è stato coinvolto nella trattativa» e «non sono stati definiti accordi economici». Insomma, il City non ha mai proposto alcuna offerta effettiva alla società rossonera per l'acquisto di Kakà, nè sono state formulate al giocatore eventuali cifre per l'ingaggio. La versione inglese differisce anche da quella del presidente del Consiglio e proprietario del Milan che a Sky sport 24 ha dichiarato che Kakà «Ha rinunciato alle offerte del Manchester privilegiando il Milan, i suoi compagni i suoi tifosi. Ha detto no perché i soldi non sono tutto nella vita».
Questa è la traduzione del testo inglese in italiano.
«Il Manchester City ha chiuso le trattative con l'Ac Milan sul possibile trasferimento del giocatore Kakà. Dopo un incontro tenutosi oggi a Milano la società ha compreso che era improbabile che le due parti fossero riuscite a raggiungere un terreno comune per un accordo. I colloqui avevano raggiunto soltanto la fase preliminare e in nessun momento il calciatore è stato coinvolto. Non sono stati definiti accordi economici. Commentando i fatti, Garry Cook (Ndr: direttore generale del Manchester City) ha affermato: «Malgrado il Manchester City Football Club abbia un ovvio interesse verso giocatori di classe mondiale come Kakà, dobbiamo ai nostri tifosi che un trasferimento del genere funzioni a ogni livello: commerciale, finanziario, in termini di risultati sul campo e all'interno della più ampia comunità del Manchester City».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte)

Testo originale
Manchester City has terminated its discussions with AC Milan over the possible transfer of the player Kaka.
Following a meeting in Milan today, the Club felt that it was unlikely that the two parties could reach common ground for an agreement.
The discussions reached only a preliminary stage and the player was not involved at any time. No commercial terms were framed.
Commenting on the situation, Garry Cook stated: «Whilst Manchester City Football Club has an obvious interest in world class players of the quality of Kaka, we owe it to our fans that such a transfer must work on every level; commercially, financially, in terms of results on the field and within Manchester City's broader community».

Antenna 3: il Milan ha venduto Kakà

Il giornalista Cristiano Ruiu ha affermato poco fa, nel corso della trasmissione "Lunedì di rigore" in onda su Antenna 3, che il Milan ha deciso la cessione di Kakà al Manchester City. Il prezzo pattuito sembra vicino ai 130 milioni, con un ingaggio attorno ai 20 milioni per il fuoriclasse brasiliano. Il direttore Fabio Ravezzani si è assunto tutte le responsabilità. Si attendono adesso notizie da via Turati.
Marco Liguori
Clicca qui per il Sito di "Lunedì di rigore" su Antenna 3
email calcio@lunedirigore.it
Leggi anche Berlusconi al Processo di Biscardi: Kakà resta!
Leggi anche Manchester City ore 22.10: abbiamo chiuso noi la trattativa per Kakà

Kakà e l’"amletico" Milan

E’ meglio realizzare una plusvalenza da 103 milioni con la cessione del fuoriclasse brasiliano al Manchester City o aiutare Berlusconi per le elezioni europee? E’ questo il dubbio che potrebbe attanagliare la dirigenza rossonera. Da non sottovalutare il ruolo degli sponsor nella trattativa

Oltre 103 milioni di euro. A tanto ammonterebbe, ai valori di bilancio del 2007, la plusvalenza per il Milan risultante dalla vendita al Manchester City di Ricardo Izecson Dos Santos Leite detto "Kakà", il cui contratto con il club di via Turati avrà termine il 30 giugno 2011. La cifra è stata calcolata tenendo presente due elementi: innanzitutto dell’offerta ufficiosa di 108 milioni riportata stamattina dal "Corriere della Sera". L’altro "ingrediente" è il valore netto di libro riportato nell’ultimo bilancio disponibile della società rossonera (ossia quello chiuso al 31 dicembre 2007) pari a 4,55 milioni. Quindi, si può ipotizzare che il costo del diritto pluriennale alle prestazioni sportive (comunemente ancora chiamato "cartellino") del fuoriclasse brasiliano sia stato quasi completamente ammortizzato nel corso del 2008. Il Milan aveva già compiuto un’operazione analoga nel 2006, quando cedette Shevchenko al Chelsea con una plusvalenza netta di 42 milioni: anche il valore dell’attaccante ucraino era stato quasi completamente azzerato. Il proprietario del Manchester City, lo sceicco di Abu Dhabi Mansour Bin Zayed al Nahyan, non è sconosciuto alla galassia Fininvest. Secondo le comunicazioni al mercato della Consob, il suo fondo Abu Dhabi Investment Authority è presente nel capitale di Mediaset dal dicembre 2007. Inoltre, lo sceicco ha acquistato lo scorso ottobre il 16,3% di Barclays Bank: anche l’istituto di credito inglese è presente nella società televisiva berlusconiana dalla fine del 2007 e ne possiede attualmente il 2,3% del capitale.
In base a ciò si potrebbe pensare che le dichiarazioni di sabato scorso dell’amministratore delegato, Adriano Galliani, siano fondate: «I deficit di bilancio ci sono e vanno ripianati con le proprie gambe o con gli assegni dell'azionista. Io credo che una società virtuosa debba farlo nel primo modo». In realtà, il Milan ha le spalle più che coperte dal gruppo Fininvest. Stando sempre al bilancio 2007 la sua controllante ha contribuito a irrobustire il patrimonio netto con la rinuncia «di parte di un finanziamento fruttifero» trasformato «in versamento in conto capitale» per 10,86 milioni. Inoltre, la Fininvest ha effettuato un altro versamento per 14,14 milioni. Il revisore Deloitte & Touche ha evidenziato che nel gennaio 2008 è stato effettuato un altro versamento di 25 milioni. Anzi, dal rosso di bilancio è arrivato un beneficio di legge per la Fininvest: il Milan ha trasferito alla capogruppo 18,34 milioni «nell’ambito dell’accordo sull’esercizio dell’opzione per il regime fiscale del consolidato nazionale».
Nonostante ciò, si possono fare alcune ipotesi. Anzi, la prima potrebbe essere un’opzione, se non addirittura un dubbio "amletico" rispetto alla cessione di Kakà. Se il Milan ha deciso di venderlo è forse perché Silvio Berlusconi per ora non vuole investire nel suo "biglietto da visita". Il club rientra da alcuni anni in questa strategia: il calcio è espressione e comunicazione della filosofia vincente della Fininvest. Strategia che ha un fondamento soprattutto in politica: la squadra rossonera è un efficace veicolo elettorale. Forse il presidente del Consiglio e proprietario della Fininvest pensa che non possa essere d’aiuto nella ormai prossima tornata elettorale del prossimo giugno, riguardanti il Parlamento europeo. L’opposizione del Pd veltronian-dalemiano non sembra poterlo impensierire: Berlusconi potrebbe ripensare alla sua posizione sul Milan, alla luce del sondaggio pubblicato oggi di Ipr marketing per Repubblica.it secondo cui «per la prima volta dall'insediamento, la fiducia nei confronti dell'esecutivo e del presidente del Consiglio è in discesa». La squadra dovrebbe quindi necessariamente vincere la Coppa Uefa e qualificarsi per la Champions per dare una mano a Berlusconi e al suo schieramento politico. E di conseguenza Kàkà potrebbe restare a Milano per raggiungere questi obiettivi.
Infine, un’ultima ipotesi potrebbe riguardare gli sponsor di Kakà, che ne ha tre principali: Adidas, Armani e Gillette per il Sudamerica. Quest’ultima è anche rappresentata da David Beckham, in prestito al Milan fino a marzo. La casa produttrice dei rasoi potrebbe aver bisogno del fuoriclasse brasiliano per il mercato inglese, magari in coppia con il ritrovato David. Ci sarebbe da sistemare solo sua moglie, Caroline Celico, che è proprietaria in Italia della Party Design che ha organizzato anche eventi per il Milan. Insomma, ancora una volta tutto sarebbe stato deciso anche da motivazioni pubblicitarie. Se così fosse e se la cessione andasse in porto le più che giustificate proteste dei tifosi, che si vedono privare di una "bandiera" e di un giocatore fondamentale per gli schemi del tecnico Ancelotti, saranno inutili e sterili. «Ma dove sono gli eroi» cantava Loredana Bertè nel 1979 e si rispondeva: «Li abbiamo travolti noi».
Marco Liguori
(Riproduzione riservata, consentita soltanto dietro citazione della fonte: anche per le singole cifre numeriche)

giovedì 15 gennaio 2009

Calciomercato: Milan sfoglia la margherita sui 150 milioni per Kakà

Secondo Milan Channel il club rossonero potrebbe «valutare l'offerta» del Manchester City: arriva il difensore Mattioni dal Gremio. Il Vicenza ha ufficilizzato l'ingaggio di Forestieri, di proprietà del Genoa

Il Manchester City è in pressing, a suon di vagonate di milioni di euro, per provare a convincere Ricardo Kakà a lasciare la maglia rossonera del Milan e accettare la faraonica proposta del club inglese, di proprietà dei ricchi sceicchi arabi. E il Milan starebbe valutando la maxi offerta. La lunga giornata di mercato che ha visto protagonista l'asso brasiliano, ha avuto molti sussulti. Nel tardo pomeriggio arriva, tramite il canale satellitare tematico del Milan, la notizia che potrebbe "accellerare" decisamente la trattativa. Secondo "Milan Channel", il club rossonero potrebbe «valutare l'offerta», che secondo molte voci delle ultime ore sarebbe salita ad addirittura 150 milioni di euro. Una cifra mai spesa per un calciatore. In mattinata le voci dall'Inghilterra hanno alimentato l'operazione: «Le trattative sono ancora in corso», spiega il manager dei Citizens, Mark Hughes, che conferma di fatto quanto affermato alla BBC dal suo vice, Mark Bowen, che ha addirittura parlato di «ingaggio molto vicino», spiegando che «stiamo convincendo il giocatore di quelli che sono i futuri programmi del Manchester City».«E' impossibile dire se l'operazione andrà avanti oppure no - ha poi ribadito Hughes - ma vi faremo sapere quando ci sarà qualcosa da dire». Insomma, a Manchester ci credono, Hughes e Bowen sono ottimisti e la stessa stampa inglese stamattina era scatenata. Se in Inghilterra ribadiscono l'interesse dei Citizens per l'asso brasiliano del Milan, ecco il quotidiano "Arabian Business" rivelare che la trattativa è stata definitivamente interrotta. E ancora: Bosco Leite, padre e procuratore di Kakà, è in vacanza e il giocatore si sta regolarmente allenando a Milanello perché non c'è al momento alcuna trattativa tra lo stesso giocatore e il Manchester City. Questa la versione fornita al portale brasiliano "Terra" dall'entourage del Pallone d'Oro 2007 di fronte alle notizie arrivate dall'Inghilterra secondo le quali il padre di Kakà sarebbe atteso nelle prossime ore per discutere del contratto del figlio con i dirigenti dei Citizen.
In attesa di conoscere l'evoluzione o la conclusione della super-trattativa fra Manchester City e Milan per Kakà, è arrivata l'ufficialità da via Turati per Felipe Mattioni che è un nuovo giocatore rossonero (in prestito con diritto di riscatto). Mattioni arriva dal Gremio, 20enne esterno difensivo, che nei giorni scorsi sembrava invece vicino alla Juventus. Il Vicenza ha ufficilizzato l'ingaggio di Fernando Martin Forestieri, giovane promessa argentina che proprio oggi festeggia il suo 19esimo compleanno. L'attaccante, di proprietà del Genoa, arriva dal Siena. Langella assicura che non ha intenzione di muoversi da Verona e di provare l'avventura inglese con il West Ham di Zola. "Sono lusingato dell'interessamento ma resto al Chievo, mollare ora non fa parte del mio carattere", ha detto l'ex Cagliari. Dopo aver perso Giampaolo Pazzini, approdato alla Sampdoria, il Palermo potrebbe pensare all'attaccante Pablo Daniel Osvaldo, sempre della Fiorentina. Il Siena stringe i tempi con la Roma per la rischiata del giovane attaccante Okaka. In partenza dovrebbe esserci Calaiò. Massimo Mutarelli è libero di tesserarsi con qualsiasi club in questo mercato di gennaio. Sul giocatore c'è l'interesse del Bologna.
Fonte: Agi

Calciomercato: gli affari conclusi e tutte le trattative

"Botto Pazzini", Kakà e Adriano oggetto del desiderio. No all'Arsenal del laziale Diakitè. Affari conclusi: l'Udinese ha ceduto in prestito al Recreativo de Huelva il difensore Nef, mentre il Palermo ha ripreso dalla Triestina Cossentino cedendo in comproprietà Ciaramitaro alla Salernitana e Dellafiore al Torino

Il primo "botto" del mercato di gennaio si chiama Giampaolo Pazzini (nella foto) e lo piazza la Sampdoria. Sono stati alla fine i blucerchiati a vincere la corsa per il 24enne attaccante della Fiorentina, che andrà a far coppia con Cassano per nove milioni di euro più il prestito di Bonazzoli ai viola. Battuta dunque la concorrenza di Bologna (che ora potrebbe virare su Vantaggiato) e Palermo, le altre due società fortemente interessate a Pazzini, mentre la Fiorentina, che a fine stagione avrà la possibilità di riscattare Bonazzoli per 2,8 milioni, sta pensando anche di cedere Osvaldo. "Ma se dovessimo cederlo comunque non arriverà un altro attaccante", ha avvertito Corvino, che ha aperto anche alla partenza di Da Costa, difensore portoghese fortemente voluto dalla Juventus. I bianconeri ci hanno già provato proponendo in cambio l'altra metà di Almiron ma il centrocampista potrebbe adesso finire in prestito alla Lazio con Cribari a fare il viaggio inverso ma con la stessa formula. Oggi, però, è stato anche il Kakà-Day. Il Milan ha confermato l'incontro con i dirigenti del Manchester City spiegando però che i rappresentanti del club inglese sono stati ricevuti "a titolo di cortesia" e che "non ci sono trattative". Kakà, insomma, non si muove da Milano e lo stesso Pallone d'Oro 2007 ha ribadito la sua intenzione di rimanere a lungo con i rossoneri ("voglio invecchiare qui") smentendo anche le dichiarazioni del suo portavoce Diogo Kotschko, secondo il quale, a fronte di un'importante proposta dal punto di vista tecnico da parte dei Citizens, l'affare non sarebbe impossibile. Sull'asse Milano-Manchester, comunque, potrebbe consumarsi un'altra operazione: se i Citizens non dovessero prendere Cudicini potrebbero spostare le loro attenzioni su Dida. I rossoneri, intanto, stringono per Daniel Agger: incontro in via Turati tra Braida e il procuratore del difensore del Liverpool per un affare che potrebbe chiudersi intorno agli 8 milioni di euro.
Nella Milano nerazzurra, invece, continua a essere oggetto di voci di mercato Adriano. Il manager del Tottenham, Harry Redknapp, avrebbe seguito in tribuna la sfida di Coppa Italia tra Inter e Genoa, incontrando successivamente l'attaccante brasiliano per convincerlo a trasferirsi a Londra. L'Imperatore è cercato anche dal Marsiglia, dove il patron Dreyfus ha ammesso di averlo chiesto a Moratti, ma secondo Gilmar Rinaldi, procuratore di Adriano, il futuro del suo assistito è ancora all'Inter. Sul piede di partenza invece c'è Dacourt, chiesto da Tottenham (che ha anche tentato ma inutilmente l'assalto ad Abbiati), Newcastle e Bologna mentre suonano sirene spagnole per Balotelli: l'Espanyol, più lontano da Obodo (nelle prossime 24-48 ore se ne saprà di più), vorrebbe in prestito il giovane attaccante nerazzurro, disposto a migrare per i prossimi sei mesi nella Liga, ma la società, come già ribadito da Moratti due giorni fa, non vuole privarsene. Sul fronte arrivi, invece, Josè Mourinho potrebbe fare un "dispetto" ad Arsene Wenger e approfittare della fasi di stallo nella trattativa tra i "Gunners" e lo Zenit San Pietroburgo per Andrei Arshavin ma a Londra c'è anche un Didier Drogba sempre più con le valigie pronte: dopo l'esclusione dai convocati per la FA Cup l'ipotesi d'addio dell'ivoriano al Chelsea prende sempre più corpo. In casa Lazio no all'Arsenal di Diakitè: il giocatore, tramite il suo agente, ha ribadito di voler rimanere in biancoceleste. Andando agli affari chiusi, l'Udinese ha ceduto in prestito al Recreativo de Huelva il difensore della nazionale svizzera Alain Nef mentre il Palermo si è ripreso dalla Triestina il centrale Alberto Cossentino cedendo in comproprietà Maurizio Ciaramitaro alla Salernitana ed Hernan Paolo Dellafiore al Torino. In serie B scatenato il Bari che, in attesa di chiudere per Calaiò (su di lui anche però due club di A), ha ufficializzato gli arrivi di Mark Edusei dal Catania e di Almamy Doumbya dall'Andria. La Reggina, che sogna Papa Waigo, cede il giovane Cosenza all'Avellino mentre il Frosinone mette sotto contratto Maietta, svincolatosi dal Crotone, per due anni.
Estero. Lukas Podolski è sempre più vicino al Colonia, con l'affare che potrebbe chiudersi già la prossima settimana, il Paris Saint Germain è sulle tracce di Giovani dos Santos, ex Barcellona ora al Tottenham, mentre resta al Manchester City l'ex Fiorentina e Juve Bojinov: opposto un secco no alla richiesta del West Ham di inserire l'attaccante bulgaro nell'operazione che avrebbe potuto portare uno tra Bellamy e Parker alla corte di Hughes.
Fonte: Agi

martedì 13 gennaio 2009

Galliani a L'Equipe: rivogliamo Gourcuff

Il dirigente del Milan: «Se il Bordeaux non paga il diritto di riscatto versandoci 15 milioni di euro, Yoann tornerà da noi»

La prossima stagione Yoann Gourcuff giocherà «A Bordeaux o al Milan, ma non altrove». Dopo la bella stagione che sta facendo in patria, il "gioiello" francese torna a fare gole ai rossoneri, che sperano di riaverlo a giugno, allo scadere del prestito. E' quanto fa capire Adriano Galliani, in un'intervista a L'Equipe. «Yoann ci appartiene sempre - ha spiegato l'amministratore delegato rossonero - Incrociamo le dita per recuperarlo. Se il Bordeaux non paga il diritto di riscatto versandoci 15 milioni di euro, Yoann tornerà da noi ed è escluso di darlo un'altra volta in prestito». Ansioso di riportare a Milano il fenomeno bretone, arrivato in Italia come l'erede di Zidane, Galliani lancia segnali a Gourcouff offrendogli garanzie: «Se torna avrà modo di giocare, è sicuro. Yoann è un giocatore eccellente, e lo sta dimostrando con il Bordeaux e con la nazionale francese. Ci sara' spazio per lui al Milan».
Fonte: Ansa

lunedì 12 gennaio 2009

Sintesi di Roma-Milan 2-2, esordio di Beckham (da You tube)

Roma, Stadio Olimpico, domenica 11 gennaio 2009 ore 20.30
18a giornata campionato Serie A

ROMA-MILAN 2-2
ROMA: Doni; Cassetti (36' st Cicinho), Mexes, Juan, Riise; De Rossi, Brighi (39' st Aquilani); Taddei (20' st Pizarro), Perrotta, Baptista; Vucinic
Allenatore: Spalletti
MILAN: Abbiati; Zambrotta, Favalli, Maldini, Jankulovski; Beckham (44' st Flamini), Pirlo, Seedorf; Kakà, Ronaldinho (26' st Ambrosini); Pato
Allenatore: Ancelotti
ARBITRO: Morganti di Ascoli Piceno
RETI: 22' pt Vucinic, 3' st Pato, 8' st Pato, 27' st Vucinic
NOTE: Serata fredda, terreno in buone condizioni. Spettatori: 50.000 circa. Ammoniti: Pirlo, Seedorf, Riise, Brighi. Angoli: 5-4 per il Milan. Recuperi: 2' pt e 3' st.

Sintesi tv di Roma-Milan 2-2 (immagini di Rete 4 tratte da You tube)

sabato 10 gennaio 2009

Calciomercato, movimenti nella Roma

Secondo "L'Equipe" ci sarebbe una trattativa per Mexes con il Milan. Invece, secondo il "Times" Riise potrebbe tornare in Inghilterra



Prosegue senza particolari sussulti l'attività del calciomercato nella sessione invernale. Il Milan è ancora alla ricerca di un rinforzo per la difesa e potrebbe attingere da altri club italiani. Se ieri Adriano Galliani si è detto disponibile, dovessero arrivare segnali dalla Roma, ad aprire una trattativa per Philippe Mexes (nella foto), in Francia parlando addirittura di contatti gia' avviati. Stando a "L'Equipe", infatti, le trattative per l'approdo del difensore francese in rossonero sarebbero partite ieri con l'incontro tra il procuratore di Mexes, Olivier Jouanneau, e il ds giallorosso, Daniele Pradè. Il giocatore è legato alla Roma fino al 2011 e pure se Galliani ha piu' volte ribadito, visto l'ottimo rapporto con Rosella Sensi, di non voler ricorrere alla clausola di rescissione prevista dal contratto di Mexes, che si aggira intorno ai 16 milioni di euro, l'affare potrebbe andare in porto.
Potrebbe prospettarsi un ritorno in Premier League per John Arne Riise. Stando al "Times", il Newcastle sarebbe abbastanza ottimista sulla possibilità di portare a St.James Park l'esterno norvegese della Roma con la formula del prestito fino a fine stagione. Già negli scorsi mesi il manager dei Magpies, Joe Kinnear, aveva manifestato il proprio interesse per il giocatore ma l'operazione era morta sul nascere dopo che Riise ha cominciato a trovare sempre più spazio nell'undici di Spalletti. «Ho un contratto fino a fine stagione, l'accordo era per un anno al Benfica, poi si vedra».
David Suazo continua a non sbilanciarsi sul suo futuro. L'attaccante honduregno, ancora di proprieta' dell'Inter, sta facendo bene con i lusitani dove e' arrivato la scorsa estate in prestito e in molti sono interessati al suo cartellino, soprattutto in Premier League. «Il futuro non dipende solo da me», ha tagliato corto Suazo.
Lunedì prossimo Edinho potrebbe essere ufficialmente un giocatore del Lecce. Secondo la stampa brasiliana e' ormai in dirittura d'arrivo l'operazione che portera' il 26enne centrocampista dell'Internacional di Porto Alegre alla corte di Beretta. Rifiutata una prima offerta, il club brasiliano sarebbe sul punto di accettare una seconda proposta che si aggirerebbe intorno ai 3 milioni di euro.
In Italia con Milan e Napoli non ha lasciato grandi ricordi ma per lui, a 35 anni, potrebbe esserci una nuova chance. Nei giorni scorsi si e' parlato con insistenza di un ritorno in serie A di Roberto Fabian Ayala, con la possibilita' di vederlo vestire la maglia della Lazio assieme a un'altra vecchia conoscenza, Veron. Il diretto interessato, oggi al Saragozza nella seconda divisione spagnola, preferisce però non pensare per ora al mercato. "La Lazio? In questo momento penso a conquistare la promozione con la mia squadra - ha detto Ayala al quotidiano argentino "Ole'". Mihajlovic rassicura i tifosi del Bologna: «Non ho temuto che l'Inter ci portasse via Di Vaio, anche perché Di Vaio non può andare via senza il mio permesso. Glielo potevamo anche dare, se in cambio dall'Inter fossero arrivati Ibrahimovic, Maicon e un altro giocatore, altrimenti no».
Fonte: Agi/Italpress
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

Si prega di non intasare le caselle di posta elettronica con spam pubblicitario e di altro tipo (come appelli politici). Questo sito tratta solo di calcio, finanza del calcio e di argomenti affini. Ogni abuso sarà punito.

Le foto presenti su "il pallone in confusione" sono state in gran parte prese da siti Internet: dovrebbero essere di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, possono segnalarlo a uno dei due indirizzi email sopra indicati