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giovedì 2 aprile 2009

Gea: la Procura della Repubblica impugna la sentenza

La Procura della Repubblica di Roma non è d'accordo sulla conclusione del processo che sino all'8 gennaio scorso ha visto sul banco degli imputati Luciano Moggi, suo figlio Alessandro e il 'verticè della Gea, la società che gestiva con ruolo di preminenza, l'attività di atleti e allenatori del calcio italiano. Perciò il pubblico ministero Luca Palamara ha presentato appello contro la decisione con la quale la decima sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Luigi Fiasconaro, ha condannato l'8 gennaio scorso Luciano Moggi e suo figlio Alessandro per violenza privata e tentativo di violenza privata rispettivamente a 1 anno e 6 mesi e ad 1 anno e 2 mesi, assolvendo poi con formula piena gli altri imputati cioè, Francesco Zavaglia, Davide Lippi, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo. Solo per quest'ultimo Palamara non ha presentato appello.
Moggi e il figlio furono assolti dall'accusa di associazione per delinquere (come gli altri) e da altri episodi di violenza privata, ma furono invece condannati per lo stesso reato nei confronti del calciatore Emanuele Blasi e di tentativo di violenza privata nei riguardi di due calciatori russi Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy. Piena assoluzione invece per tutti gli altri imputati. Decisione contro la quale ora Palamara ha presentato ricorso sollecitando anche per quanto riguarda Moggi e figlio la contestazione dell'associazione per delinquere nonchè della violenza privata nei confronti di un altro gruppo di calciatori: Davide Baiocco, Emanuele Blasi, Giovanni Tedesco, Fabio Gatti, Davide Trezeguet, Giorgio Chiellini, e Ilyas Zeytulaev e Victor Budyanskiy i due russi per i quali sono stati condannati Luciano Moggi e il figlio Alessandro. Contro la sentenza pronunciata dalla decima sezione penale del tribunale di Roma già avevano presentato appello i difensori dei Moggi, Marcello e Matteo Melandri, che nel processo davanti alla decima sezione li avevano assistiti.
Fonte: Adnkronos

giovedì 8 gennaio 2009

Processo Gea, Palamara: nessuna collaborazione dai calciatori

Il Pm: «Come ho detto anche durante la requisitoria, i giocatori non hanno portato alcun contributo alla formazione della prova in dibattimento. Fanno parte di questo mondo ed evidentemente hanno altri interessi»

Prima di ogni altra valutazione, il pm Luca Palamara, autore dell'inchiesta Gea assieme a Maria Cristina Palaia, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza che ha ridotto lo scandalo del mondo dei procuratori sportivi a qualche episodio di violenza privata. Una valutazione iniziale, però c'è già: «Resta il fatto che nel mondo del calcio sono avvenuti episodi di violenza e minaccia - ha spiegato il pm Palamara - episodi che stridono con i valori fondanti dello sport. Non è dignitoso che sia un giudice a doversi accupare di quel che avviene nel calcio».
Giudizio amaro, poi, sul contributo alle indagini portato dai calciatori: «Come ho detto anche durante la requisitoria, i giocatori non hanno portato alcun contributo alla formazione della prova in dibattimento. Fanno parte di questo mondo ed evidentemente hanno altri interessi». E' presto per dire se i pm ricorreranno in appello contro una sentenza a rischio prescrizione e già condonata e indultata sia per Luciano Moggi (un anno e sei mesi) sia per Alessandro (un anno e due mesi). Le motivazioni del giudice Fiasconaro arriveranno nei prossimi quaranta giorni.
Fonte: Asca
http://www.wikio.it

il pallone in confusione

Registrazione n° 61 del 28 settembre 2009 presso il Tribunale di Napoli
Sede: corso Meridionale 11, 80143 Napoli
Editore e direttore responsabile: Marco Liguori

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